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Ludovico Ariosto
12.00
€
Prosegue la scoperta dei grandi classici attraverso la collana dedicata ai saperi di base "Fondamenti". La figura di Ludovico Ariosto è caratterizzata dalla delusione, vissuta con distacco ma anche all’insegna di una malinconia «storica». Il tramonto dei valori e la registrazione dello spregiudicato presente fa del poeta un testimone in prima linea alla pari di Machiavelli e Guicciardini, benché con diverse motivazioni di fondo. Questo soprattutto nel Furioso, ma anche nelle opere minori là dove felici spunti di critica della società, risolti in modi di stile e vivacemente rappresentati in prospettiva letteraria, contribuiscono a configurare l’intera opera di Ariosto lungo questa linea. Alla materia cavalleresca, Ariosto attinge come in un fondo comune in cui tanti poeti del suo tempo o a lui precedenti hanno trovato le tematiche centrali del loro poetare. Le continuazioni e imitazioni danno luogo ad un fenomeno che si potrebbe dire di «multiautorialità»: una categoria non teorizzata ma realizzata di fatto in un intrecciarsi di voci contemporanee e precedenti o seguenti quella di Ludovico.
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Unione Sindacale Italiana
12.00
€
Il libro contiene gli atti del convegno «I cento anni dell’USI, Unione Sindacale Italiana» che si è tenuto a Parma il 6 dicembre 2012. Il convegno ha ripercorso la storia di una importante Confederazione sindacale che, nata nel 1912, ha scritto pagine di grande interesse per la storia del Paese, in particolar modo in relazione alla prima guerra mondiale e al suo tormentato dopoguerra. È una storia che, sebbene non abbia riscosso il dovuto riconoscimento nella letteratura di genere, è in realtà imprescindibile per chi voglia ritrovare le radici di tante correnti di pensiero che hanno esercitato la loro influenza nell’Italia del Novecento. Il sindacalismo rivoluzionario ha infatti introdotto nelle tradizionali concezioni sindacali e politiche del movimento operaio elaborazioni teoriche fortemente innovative, che ne hanno fatto, grazie anche a figure come Giuseppe Di Vittorio, che fu tra i fondatori dell’USI, uno degli at-tori più rilevanti della complessa dialettica del mondo del lavoro con le istituzioni dell’Italia liberale, capa-ce di interagire con l’intera vicenda politica nazionale tra la crisi del giolittismo e l’affermazione del nazionalismo. Il volume ricostruisce la vicenda dell’Unione Sindacale Italiana attraverso gli interventi di Maurizio Antonioli, Andrea Dilemmi, Giorgio Sacchetti, Jorge Torre Santos, Adolfo Pepe.
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Tra la spada e il muro
10.00
€
Cos’è il lavoro pubblico nel nostro paese? Come lo conoscono i cittadini, le donne e gli uomini che hanno bisogno di incontrare un’amministrazione pubblica? E i lavoratori dei servizi pubblici come si vivono, quale rapporto hanno con il proprio lavoro, quale ruolo immaginano nella società? La risposta a queste domande sta nel fatto che oggi i lavoratori pubblici si sentono costretti tra la spada di cittadini arrabbiati nei confronti di istituzioni non vissute come proprie e anzi avvertite come ostili, da una parte, e dall’altra la sordità e il muro della dirigenza e della politica. Federica Di Rosa ed Elisa Roson hanno compiuto un viaggio attraverso il lavoro pubblico incontrando operatori ecologici, agenti di polizia penitenziaria, infermieri e medici, cancellieri di tribunali e vigili del fuoco, educatrici di asili nido e impiegati dello sportello di un ufficio immigrati. Questi si sono raccontati con autoironia ma anche con una grande capacità critica sul proprio lavorare e sul funzionamento della macchina pubblica che, in preda all’eccessiva burocrazia, allo stratificato sovrapporsi di leggi e decreti contraddittori e generici, ostacola l’azione e costringe il lavoratore a diventare un funambolo che si muove continuamente su una linea sottile, in bilico tra le richieste del pubblico e la legge. Il volume si compone di 8 atti unici (+1) raccontando, in chiave metaforica, la condizione kafkiana che inserisce nello stesso meccanismo lavoratori e utenti dei servizi, che si rivelano, al contempo, eroi e vittime. Il libro è un contributo al più generale dibattito intorno ai temi del lavoro e della sua identità, della sua capacità di autorappresentazione. Uno sguardo dall’interno come stimolo a riconsiderare il valore primario del lavoro pubblico in quanto lavoro di persone che si occupano di altre persone.
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Lost. Dispersione scolastica
14.00
€
L’indagine raccolta nel volume intende contribuire a fare chiarezza sulle dimensioni dell’abbandono della scuola ed il costo economico patito per un fenomeno che comporta importanti rischi di esclusione lavorativa e sociale. Inoltre, per la prima volta rispetto a ricerche analoghe, si è provato a indagare la dimensione e il valore delle azioni che scuole e Terzo settore hanno in essere per contrastare il fenomeno. Secondo i dati dell’Unione Europea, gli early school leavers rappresentano oggi in Italia il 17%, mentre in Germania, Francia e Regno Unito la quota è sensibilmente più bassa. Anche se emergono progressi rispetto alla situazione del 2000, quando quella percentuale era del 25,3%, il nostro Paese continua ad avere un divario piuttosto rilevante rispetto agli altri Paesi europei. Questo fardello grava sull’economia e sulla crescita dell’Italia in modo pesante e il contrasto all’abbandono scolastico è perciò obiettivo esplicito del governo e di molti enti locali; importanti investimenti sono in at-to o sono attesi nei prossimi anni. Ma l’attore pubblico non è il solo ad adoperarsi in tal senso. Da decenni il Terzo settore (associazioni, fondazioni, parrocchie, oratori, enti religiosi, doposcuola informali, centri aggregativi giovanili, centri sociali, ecc.) è attivo per garantire il recupero scolastico. Eppure finora non ne è mai stato stimato il valore delle azioni che pure consentono di raggiungere e recuperare alla scuola migliaia e migliaia di ragazzi. Di questo impegno paziente, silenzioso, ma insostituibile, non si aveva finora pressoché traccia. Il volume, attraverso la valutazione quantitativa delle azioni del volontariato, permette di superare la lettura finora prevalentemente qualitativa e descrittiva dell’abbandono e delle azioni per affrontarlo, e fornisce una stima del valore economico delle azioni del Terzo settore a conferma del suo ruolo di alleato essenziale delle scuole per affrontare con efficacia un fenomeno complesso come quello dell’abbandono dei percorsi di istruzione e formazione.
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Prima e dopo la guerra
14.00
€
Con l’invasione dell’Etiopia il consenso al fascismo raggiunse il suo livello più alto. Seguì, poco dopo, l’intervento di Mussolini nella guerra civile spagnola. Quindi, già prima del 10 giugno 1940, le popolazioni meridionali ebbero modo di misurarsi «dall’interno» con la tragedia della guerra, anche in seguito agli arruolamenti ingannevoli del regime. Era iniziato il «lungo decennio» del Mezzogiorno. Una memoria conservata, in particolare, nelle vicende umane dei soldati inviati in Africa, in Spagna, in Francia, nei Balcani, in Russia e dei civili sottoposti, in patria, alla minaccia quotidiana dei bombardamenti. Dopo l’8 settembre 1943, alla «morte dal cielo» si aggiunsero le rappresaglie naziste. Gli «otto milioni di baionette» si trasformeranno, alla fine, in un doloroso elenco di morti, di prigionieri, di reduci allo sbando. Dopo le rivolte antinaziste al Sud e i «venti mesi» della Resistenza al Nord, le ferite materiali e morali della «lunga guerra» cominceranno a cicatrizzarsi il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale. Solo allora, infatti, si concluderà il «lungo decennio della guerra» e inizierà, anche per il Mezzogiorno, il «decennio della ricostruzione». Con un innovativo approccio storiografico, il libro di Gloria Chianese «ricuce» lo sfondo della complessa fase storica 1936-1946 e offre la chiave di lettura per comprenderla.
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Il cammino della dignità
13.00
€
Una piccola enciclopedia sulla parola “dignità”, dall’Antica Grecia a oggi. Oggi la parola “dignità” rischia di assumere una funzione tutta ed esclusivamente “cosmetica”. Di fronte a tale scempio semantico e culturale non resta che mettersi a ripercorre la storia di questa parola, attraverso i terreni della storia, della filosofia, della politica, della letteratura, della religione e del diritto. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. Così recita l’articolo 3 della nostra Costituzione. Eppure nella Atene antica il termine nulla aveva a che fare con il campo dei diritti personali da tutelare. Il concetto di dignità ha subito nel corso dei secoli numerosi cambiamenti. Associato all’idea di città in età greca, poi di impero in età romana, ancora di città al tempo dei comuni italiani e del Rinascimento, è diventato infine un concetto universalistico nell’età dei Lumi. E poi, ancora, approda al centro delle rivoluzioni americana e francese fino al nostro Risorgimento e, al suo interno, alla dialettica tra costruzioni sovranazionali e Stati nazionali. Infine, arriva ad intrecciarsi sempre più inestricabilmente con la sfera dei diritti. Casaburi mette in ordine questa storia individuando i punti di snodo più significativi. Cosa si intende allora oggi per “dignità”? Nel suo profilo passivo, è il diritto di ognuno al rispetto integrale della propria libertà e, più in generale, della propria “persona”. Nel suo profilo attivo, invece, è esercizio delle virtù personali nel rispetto e nella difesa della libertà e, più in generale, della propria e altrui “persona”.
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Prima di tutto il lavoro
20.00
€
Il libro propone una rilettura degli atti dell’Assemblea Costituente relativi alle norme lavoristiche della Costituzione, tentando di capire perché si arrivò proprio a quel testo, le alternative che furono proposte, le parti politiche e le ideologie che scesero in campo e, infine, gli scenari che si sarebbero potuti aprire se la norma “vera” fosse stata un’altra. I contributi, di taglio ricostruttivo, ridanno così voce ai costituenti, riscoprendo idee, obiettivi, passioni, aspettative. Dal 2013 nessuno di essi è più in vita. Questo libro è anche un tributo alla loro attività, portato con il dovuto rispetto ma con altrettanto dovuta attenzione scientifica. Facendoli tornare a parlare, dai più illustri “padri della Patria” ai tanti giovani che poi sarebbero diventati famosi, fino ai tantissimi sconosciuti che ora hanno al più una strada intitolata al loro paese, emerge un diritto del lavoro come non lo abbiamo mai visto, fatto di incertezze ma anche di speranze, di conflitti ideologici e politici ma anche di spinte al “compromesso” per un Paese da costruire, che si voleva consegnare solido alle generazioni future, scrivendo una Carta fondamentale in grado di resistere alle insidie del tempo. Gli autori, tutti legati – nel passato o nel presente – alle cattedre di Diritto del lavoro dell’Università di Siena, sono: F. Borgogelli, G. Calvellini, N. Castelli, S. Chellini, A. Ebreo, C. Faleri, B. Fiorai, L. Gaeta, A. Giovannelli, F.Z. Khouribech, L. Lazzeroni, A. Loffredo, M. Lombardi, S. Naimoli, G. Orlandini, P. Passaniti, L. Pelliccia, M.D. Santos Fernández, F. Siotto, A. Tandoi, M. Tufo.
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La prospettiva liberalsocialista
13.00
€
Solo il lavoro congiunto del pensiero liberale, del pensiero socialista e di quello dei cattolici democratici può fondare una moderna prospettiva liberalsocialista capace di far rinascere il paese. «Ci siamo cosi condannati ad avere paura di ogni trasgressione all’ordine esistente, non solo sul piano economico ma anche in quello istituzionale: argine democratico contro lo sfascio, ma non più motore di innovazione culturale e sociale». È in corso un cambiamento epocale negli assetti produttivi e sociali del mondo, con effetti asimmetrici tra Oriente e Occidente. La sinistra italiana ed europea ne è uscita fortemente indebolita, perdendo la capacità di guidare il cambiamento, perché bloccata nella difesa doverosa ma impotente dell’esistente. La via d’uscita è il passaggio all’economia della conoscenza che promuova un nuovo rapporto tra impresa, lavoro e sapere: passaggio obbligato per dare un futuro al Paese e a quello dei giovani. Secondo l’autore bisogna oggi promuovere un clima di patriottismo repubblicano in cui le forze democratiche del lavoro e del capitale, della cultura e della scienza, diano vita a coalizioni per l’innovazione, lo sviluppo e la democrazia partecipata. Il libro si articola in tre parti: la prima racconta i tratti più significativi dell’esperienza sindacale e istituzionale dell’autore; la seconda ragiona sulle cause dell’afasia della sinistra italiana ed europea e avanza idee e proposte per il suo superamento; la terza ripubblica, oltre al testo del protocollo IRI che nel 1984 ha aperto una via italiana alla partecipazione strategica dei lavoratori alla gestione delle imprese, due saggi dell’autore sulla metamorfosi delle professioni intellettuali e sul conflitto di interessi.
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Il sindacato al tempo della crisi
12.00
€
Quello della rappresentanza è ormai e sempre più un vero e proprio paradosso. Nel momento in cui il lavoro è più frastagliato e spezzettato, in cui è difficile trovare un’occupazione e chi lavora subisce pesanti condizionamenti, il sindacato è più in difficoltà: non viene ascoltato dalla politica, non riesce a intercettare i giovani. Eppure il sindacato è stato fra i primi a denunciare le storture del neoliberismo e dell’austerità. E alla denuncia ha accompagnato la proposta di politiche diametralmente opposte volte al rilancio degli investimenti e alla creazione di nuovo lavoro. Questo però non sembra che basti. Il fatto è che molti dei problemi di CGIL, CISL e UIL stanno al loro interno. Anche per via di una vera e propria controinformazione sulle loro posizioni, i sindacati sono percepiti come strutture vecchie, arroccate nella difesa dei presunti «garantiti» e incapaci di fare gli interessi dei giovani. Per affrontare efficacemente queste sfide, è la tesi dell’autore, l’unica strada che il sindacato può seguire è quella del suo completo rinnovamento, svecchiando struttura, metodi e dirigenza, proponendo un progetto in grado di riunificare il mondo del lavoro, raccogliendo giovani e precari, partite IVA, lavoratori parasubordinati e autonomi. L’analisi svolta nel volume viene completata con interviste sul tema ai segretari generali delle tre maggiori confederazioni (Camusso, Furlan e Barbagallo), a sociologi (Bonomi, De Rita, Gallino) e a lavoratori Valentina, Bruno, Giulia).
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Lo sviluppo del turismo sostenibile
15.00
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La scarsa attenzione che in passato è stata dedicata al turismo non ha permesso di individuare e delimitare l’oggetto della disciplina normativa e, dunque, di giungere ad una tempestiva ed efficace regolamentazione del comparto. A lungo ritenuto una materia di scarsa consistenza giuridica, solo negli ultimi decenni la considerazione dell’alto rilievo economico e sociale del fenomeno ha portato ai primi tentativi di identificazione del suo ambito concettuale; tentativi che, il più delle volte, si sono risolti in elementi di confusione e frammentazione piuttosto che nella predisposizione di reali strumenti utili ad un’organizzazione fruttuosa. Il volume prende spunto dalla complessità legata ai problemi ambientali e allo sviluppo sostenibile con l’obiettivo di aprire un percorso culturale sempre più centrato sulla sostenibilità, e perciò in grado di assumere politiche efficaci volte a superare quei problemi. Viene così in evidenza come la strada maestra da percorrere debba condurre, più che a generiche politiche basate sull’imposizione di vincoli e norme generali, pure necessari, a un effettivo e consapevole coinvolgimento degli attori sociali rivolto alla condivisione di concetti e linguaggi relativi all’ambiente e all’assunzione di specifici sistemi di indicatori ambientali e di sostenibilità.
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1944. L’anno della svolta
12.00
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Il 1944 è stato un anno di svolta nella storia non solo del nostro paese: per tutti è l’anno che decide definitivamente la seconda guerra mondiale. Da noi si consuma il fallimento della Repubblica sociale di Salò, travolta certamente dalle vicende militari ma costretta in primo luogo a confrontarsi con la finzione della sua esistenza priva di prospettive politiche, ancoraggi sociali, indipendenza sostanziale. Il mondo del lavoro segna fortemente i caratteri della Resistenza. I grandi scioperi delle città del Nord Italia si riallacciano agli scioperi del 1943 e prefigurano le insurrezioni dell’anno successivo. I partiti e i sindacati si avviano alla propria ricostituzione e, sebbene ancora in nuce, prefigurano il loro posizionamento nella nascente democrazia. Per il sindacato, il 1944 significa la nascita della CGIL unitaria, prima e unica esperienza della nostra storia di una Confederazione sindacale nella quale convivono le anime della cultura comunista, socialista e cattolica come in una trasmissione a livello sindacale dell’anima del Comitato di Liberazione Nazionale. È anche l’anno delle stragi tedesche più violente e che lasciano le ferite più profonde. Questo libro prova a leggere il 1944 da tre avvenimenti: gli scioperi operai con epicentro Milano, la deportazione operaia con epicentro Genova e la ricostruzione della CGIL unitaria con il Patto di Roma.
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Il campo di segale
12.00
€
In questo libro si mescolano memoria, racconto, incontro, momenti di autobiografia, pause emotive, viaggio alla ricerca di un accordo tra la speranza e l’umiliata certezza dell’impotenza e della natura umana. La scrittura conduce una silenziosa e insopprimibile battaglia: chi si trova lontano dalla sua poesia vive desiderando il ritorno, là dove un uomo diviene tutto, diviene pietra, diviene fiore.
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