• Con questo volume viene affrontata la lettura, irta di difficoltà per chi non sia esperto della materia, del Rapporto 2002 del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, istituito dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Lo studio, sulla base di dati certi e della loro proiezione, si propone l’obiettivo di far meglio comprendere i diversi scenari prospettati dai vari enti e istituti che operano nel campo della ricerca e dell’analisi statistica per rappresentare l’andamento in prospettiva della spesa previdenziale. Uno strumento prezioso quindi, specie in una fase, come l’attuale, di grande proliferazione di studi e di ricerche sulla sostenibilità della spesa previdenziale e delle sue condizioni di equilibrio dopo la legge 335/95. Parte di questi studi sono indispensabili e servono ad orientare le scelte di politica previdenziale, altri hanno finalità diverse: alcuni rispondono ad esigenze di politica corrente, accreditando la necessità di ridurre le prestazioni o al contrario minimizzando la portata delle esigenze di cambiamento; altri sono puri esercizi di tecnica di contabilità che in realtà non introducono niente di nuovo rispetto a quanto già non si sappia. Il manuale consente di orientarsi in questo panorama confuso ed offre ancoraggi chiari e utili per discernere spessore e qualità delle diverse analisi. In tal modo permette di evitare pericolosi fraintendimenti dei problemi reali che oggi travagliano l’intero sistema di sicurezza sociale, acquisendo consapevolezza sicura della loro rilevanza e del bisogno di una riforma del welfare che dia una risposta inclusiva e di pari opportunità ai crescenti cambiamenti demografici, economici, sociali, del lavoro e della famiglia, che investono il nostro paese.
  • L’idea di una politica europea sul salario minimo mira essenzialmente a far sì che ogni lavoratore in Europa possa ricevere una retribuzione equa e dignitosa. Oggi invece in molti paesi europei i salari minimi sono fissati a livelli bassi e in ogni caso non sufficienti a porre al riparo dalla povertà. Considerate le forti differenze fra i vari livelli oggi esistenti, un salario minimo europeo non può consistere nella determinazione di uno stesso ammontare per tutti i paesi, ma deve piuttosto tradursi in un accordo intorno a un comune principio normativo. Esso potrebbe stabilire una certa soglia minima in rapporto percentuale al salario medio o mediano nazionale. Oggi una norma sul salario minimo europeo equivalente ad almeno il 60% delle medie nazionali coprirebbe qualcosa come 28 milioni di lavoratori europei, pari al 16% del totale della forza lavoro. L’implementazione di una politica di questo tipo dovrebbe in ogni caso rispettare le tradizioni nazionali e i rispettivi sistemi di formazione del salario.
  • Le grandi trasformazioni tecnologiche hanno comportato la modifica dei sistemi di produzione classici, caratterizzati dalla standardizzazione della produzione e strettamente connessi quindi ad un modello di prestazione lavorativa con durata e tempi di lavoro predefiniti. Si sono così affermate nuove forme di rapporto lavorativo più in sintonia con l’attuale organizzazione del lavoro. Nel volume si opera una distinzione tra quei lavori atipici che si differenziano dal lavoro subordinato tradizionale per una diversa definizione dell’aspetto temporale e quelli in cui alla retribuzione si accompagna l’addestramento professionale. Nei primi tre capitoli vengono dunque esposte le discipline dei rapporti di lavoro temporaneo, a termine e a tempo parziale, nel quarto capitolo viene invece affrontato il tema dei rapporti di lavoro con finalità formativa quali l’apprendistato e il contratto di formazione e lavoro.
  • Una disamina dei mutamenti che stanno investendo gran parte dei sistemi nazionali di r.i., da parte di chi li ha seguiti in veste di segretario CES con delega per la contrattazione. Il modello tedesco delle clausole di uscita; il caso spagnolo, quello finlandese e nordico. La concession bargaining e il decentramento contrattuale. Gli insegnamenti per il sindacato italiano.
  • Il tema della salute e sicurezza dei lavoratori ha conosciuto negli ultimi 35-40 anni in Italia alterne fortune. Oggi siamo di fronte a una sottolineatura retorica del tema e a una contemporanea prassi tanto modesta quanto inefficace. Non mi riferisco solamente al dato eclatante dell’alto numero di morti e feriti e alla estrema lentezza e difficoltà nel ridurne la quantità. Accanto a questa tragica realtà, infatti, si ha un peggioramento complessivo della condizione lavorativa lungo tutte le dimensioni analitiche classiche rilevanti per misurare la salute di chi lavora:...
  • Oggi ai portatori di handicap, invalidità, malattie rare sono riconosciuti diritti, agevolazioni, provvidenze. Non è facile però per il cittadino interessato averne un quadro organico, data la molteplicità di norme che li regolano. Per rispondere a questa esigenza di chiarezza gli autori hanno costruito una guida ragionata, divisa in capitoli tematici. Il manuale offre un panorama completo e aggiornato di tutta la normativa in merito, dalle prestazioni previdenziali alla gestione dell’assistenza sanitaria, dall’integrazione nella scuola all’inserimento nel mondo del lavoro, dalla possibilità di spostarsi all’interno dei centri urbani e di viaggiare, all’esercizio dei diritti civili, precisando, per ogni argomento esaminato, le facilitazioni economiche previste. Premessa di tali provvedimenti sono i princìpi generali sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, volti a stabilire la dignità e l’autonomia dei soggetti svantaggiati, mentre a garanzia della loro attuazione si pongono istituzioni e associazioni a cui il cittadino si può rivolgere per essere tutelato. Completa il volume un’appendice operativa contenente il facsimile dei moduli da utilizzare in tutte le situazioni prospettate dalla guida, in modo da rendere facilmente esigibili i propri diritti.
  • L’integrazione europea ha contribuito e può contribuire a superare i limiti che hanno caratterizzato la cittadinanza delle donne negli Stati nazionali? Il libro suggerisce alcune risposte. Raccoglie, infatti, testi sui temi centrali della cittadinanza europea della donna, accanto a saggi sui problemi relativi ai diritti delle migranti e delle vittime del traffico di esseri umani nell’Unione Europea. Il racconto dell’esperienza di una protagonista della stesura della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE integra le riflessioni giuridiche sulla Carta stessa e si affianca all’analisi della problematicità delle categorie di sesso e genere nella giurisprudenza comunitaria, mentre la lettura critica delle politiche europee di pari opportunità tra uomini e donne è anch’essa situata all’interno dell’orizzonte tematico della cittadinanza e dell’empowerment a livello sovranazionale. Il libro offre in questo modo punti di vista diversi anche sul complessivo processo di costruzione dell’Europa politica. Costituisce quindi un contributo agli studi e al dibattito sul difficile percorso di integrazione politica dell’UE e uno strumento utilizzabile all’interno dei Corsi universitari di Diritto e Politiche comunitarie, oltre che nei Corsi in Studi delle donne e di genere.
  • Un'approfondita disamina giuridica delle norme, di derviazione europea, che in Italia disciplinano oggi i diritti di coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti nelle politiche aziendali per la salute e la sicurezza dei luoghi di lavoro
  • Il volume raccoglie interventi e riflessioni relative ad uno studio sui diritti sociali e previdenziali degli stranieri promosso dal CIRAB, Centro interdipartimentale di ricerca per l’Adriatico e i Balcani dell’Università Politecnica delle Marche, nell’ambito del progetto SIOI Interreg III. Le problematiche sono affrontate sotto varie angolazioni. Una prima parte è dedicata all’analisi della disciplina previdenziale e assistenziale: dopo un’introduzione del tema e la sua presentazione in termini di inclusione sociale, vengono analizzati i principi di sicurezza sociale nella normativa comunitaria e nella giurisprudenza della Corte di Giustizia, e i diritti degli stranieri, sia previdenziali che assistenziali, nella disciplina nazionale italiana. Seguono un’esposizione dei sistemi previdenziali dei paesi dell’area balcanica e un’analisi dei flussi migratori e della condizione lavorativa dei cittadini extracomunitari. Nella seconda parte si trova una selezione delle disposizioni normative, internazionali e italiane, sui diritti sociali degli stranieri.