• La guida dell’Inca Cgil vuole essere uno strumento di studio e di consultazione utile ai propri operatori e consulenti legali e medico-legali, ma anche a tutti coloro che si trovano a dover affrontare le problematiche connesse alle patologie e ai danni conseguenti a trasfusioni di sangue, emoderivati, vaccini. Allegato al volume un CD Rom che contiene tutti i riferimenti legislativi e giurisprudenziali relativi all’argomento trattato.
  • Il manuale esamina i fenomeni del «mobbing» e del «bossing», strategia, quest’ultima, adottata dalle direzioni aziendali per provocare le dimissioni della vittima, stremata dalle mortificazioni. Dopo aver illustrato la normativa vigente a tutela della professionalità, vengono esaminati i diversi possibili comportamenti illegittimi dei responsabili aziendali o degli stessi colleghi di lavoro, e si dà conto del variegato orientamento giurisprudenziale sulla prova, da parte del lavoratore, del danno da mobbing e della professionalità. Sono quindi approfonditi il danno biologico, il danno psichico, il danno morale e la nuova categoria del danno esistenziale. Viene analizzata inoltre la disciplina del danno biologico in sede Inail, evidenziandone le insufficienze per una reale tutela del lavoratore. Si sostiene infine la non imponibilità previdenziale e fiscale delle somme conseguite o disposte giudizialmente per risarcimento del danno da mobbing, biologico, morale, professionale ed esistenziale, in quanto ristoratrici di «danno emergente». La parte espositiva è completata da una ricca Appendice di documentazione (d.d.l. presentati sulla disciplina del mobbing, pattuizioni inserite nei Ccnl, risoluzioni UE) e dalle massime delle più importanti sentenze della Cassazione e di merito - il cui testo integrale è reperibile nel sito Internet dell’autore - indispensabili per chi debba affrontare o patrocinare professionalmente casi concreti in ambito giudiziario.
  • Conoscere, partecipare, programmare e quindi decidere. Sono queste le quattro fasi irrinunciabili di una nuova politica economica regionale. Esiste un filo rosso che concatena in modo indissolubile le quattro fasi l’una all’altra. Questo primo Rapporto sull’economia del Lazio è la base di conoscenza su cui in sequenza si andranno ad innestare le successive fasi di partecipazione, programmazione e decisione politica. Il rapporto sull’economia vuole essere lo strumento a disposizione delle cittadine e dei cittadini della Regione Lazio, affinché possano avere un quadro articolato della condizione economica e sociale in cui vivono e in cui si innestano le successive decisioni politiche. Vuole anche essere una sorta di atlante ragionato di dati a disposizione degli enti locali ai fini della loro programmazione economica, nonché un documento ad uso delle forze sociali e imprenditoriali per orientare la loro azione sindacale o di mercato. Infine, intende essere il presupposto documentale della Regione Lazio, utile a varare il successivo documento di programmazione economica e finanziaria non a occhi chiusi o semi-bendati. La predisposizione del Rapporto è stata curata dall'Assessorato al Bilancio, Programmazione economica e Partecipazione della Regione Lazio.
  • A dieci anni dalla sua barbara uccisione, il volume vuole essere un contributo per tener vivo il ricordo di Massimo D’Antona con una raccolta di suoi scritti – selezionati e commentati da Federica Serra – che hanno tuttora una loro profonda e per qualche verso «incredibile» vitalità. D’Antona, sia come giurista sia come uomo di governo, è stato sempre dalla parte del mondo del lavoro, coniugando l’attenzione ai diritti dei lavoratori con una forte carica innovativa. La sua lezione si manifesta attualissima proprio nel momento in cui il governo di centro-destra stravolge alcune delle sue principali intuizioni, vuoi mettendo mano alla «seconda privatizzazione» del rapporto di lavoro del pubblico impiego, vuoi affrontando il lavoro giovanile in assenza di qualsiasi intervento riformatore del tema del precariato, o ancora quando si pretende di evocare presunte soluzioni «democratiche» di partecipazione dei lavoratori proprio da parte di chi ha fatto della negazione delle relazioni sindacali e della divisione del sindacato la sua bandiera. I due autori della prefazione, Paolo Nerozzi e Michele Gentile, nella loro attività sindacale hanno lavorato per anni su questi temi interloquendo con Massimo D’Antona e quanto scrivono è il frutto di quel fecondo confronto.
  • Dopo la crisi che ha sconvolto l’economia mondiale, per riprendere il sentiero dello sviluppo, l’Europa, piuttosto che spingere i paesi più fragili dell’Unione verso politiche restrittive draconiane, deve sollecitare una domanda di beni nuovi e di consumi collettivi e favorire corrispondenti politiche dell’offerta ad elevata componente di ricerca. Green economy, beni sociali, «beni comuni» devono essere l’orizzonte strategico del nuovo intervento pubblico. In questo tornante della storia, di fronte all’emergere di nuove grandi potenze, per i paesi sviluppati ad essere in gioco sono dunque le «responsabilità politiche superiori», che in Italia trovano un quadro propizio nelle indicazioni di straordinaria attualità della Costituzione. È questa la convinzione da cui muovono gli importanti contributi pubblicati nel libro che precisano la natura e la qualità che dovrebbe avere il nuovo intervento pubblico nel quadro di politiche macro-economiche e dei redditi finalizzate alla «piena e buona occupazione».
  • L’attuale volume di Mario Meucci – già docente di Diritto del lavoro e di Relazioni industriali, con dirette esperienze direttive aziendali – tratta, in maniera aggiornata a tutt’oggi, le tematiche e le problematiche afferenti alla costituzione delle Rappresentanze sindacali in azienda, nella iniziale previsione Statutaria in forma di R.s.a. e nel successivo assetto delle R.s.u., costituitesi a seguito dell’Accordo interconfederale del 20 dicembre 1993 tra Confindustria e Intersind, da un lato, e Cgil, Cisl, Uil, dall’altro. Passando in rassegna quasi quarant’anni di giurisprudenza e riferendo le posizioni della dottrina, il libro si occupa, oltreché della costituzione degli organismi sindacali e di rappresentanza della base dei lavoratori nelle unità produttive – riconducibili all’art. 19 dello Statuto dei lavoratori, nella modifica discendente dal referendum popolare del 1995 –, dei relativi diritti, prerogative ed agibilità conferiti dal legislatore alle R.s.a. e, dalle Parti sociali in via pattizia, alle subentrate R.s.u. e ai loro dirigenti o componenti. Diritti ancora attuali che il legislatore codificò nel Titolo III della legge n. 300/70 (Dell’attività sindacale) e residualmente nel Titolo IV. L’autore evidenzia comeil processo di sostituzione delle R.s.a. con le R.s.u. abbia purtroppo mancato, in buona parte, l’obiettivo che i sottoscrittori dell’Accordo interconfederale del 20 dicembre 1993 si erano riproposti di conseguire. La concorrenzialità e gli antagonismi tra i promotori delle liste per l’elezione dei componenti della R.s.u. da parte della base dei lavoratori dell’unità produttiva sono purtroppo proseguiti e da ciò è disceso il nutrito contenzioso di cui viene dettagliatamente dato conto nel libro.
  • Il volume illustra in modo semplice e di facile consultazione i diritti di cittadinanza esistenti nel nostro Paese in favore delle persone disabili, offrendo ad esse e alle loro famiglie, nonché a tutti gli operatori del settore, uno strumento che le aiuti a muoversi nei meandri della burocrazia e nella complessità di norme spesso di non agevole comprensione. Articolato in 7 capitoli, redatti dai più qualificati specialisti della materia, il volume esamina: •il quadro internazionale e dell’Unione Europea; •la legge 5 febbraio 1992, n. 104 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”; •la legge 12 marzo 1999, n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”; •la legge 9 gennaio 2004, n. 6 “Istituzione dell’amministrazione di sostegno”; •la materia e l’esperienza del processo del lavoro in merito alla tutela della disabilità; •i contenti della normativa contrattuale riferita ai disabili; •le condizioni e i contenuti delle agevolazioni fiscali previste per i disabili. Il Cdrom allegato contiene la versione elettronica del volume.
  • Il volume rende omaggio ai protagonisti che concorsero a mettere in luce e combattere l’intreccio politico- mafioso collegato al dissesto delle banche di Michele Sindona e di Roberto Calvi e a ricostruire l’attività della Loggia massonica P2 di Licio Gelli, e che per la loro dedizione pagarono prezzi personali altissimi, a cominciare da Giorgio Ambrosoli, assassinato da un sicario. Questa vicenda, una delle più gravi e inquietanti del secondo dopoguerra, rappresenta il paradigma di come il potere palese e occulto, nelle sue diverse articolazioni e strumenti, risponde a chi, sostenuto dall’etica pubblica e professionale, ad esso si oppone. A chi, su quei fondamenti, contribuisce alla costruzione e alla difesa dello Stato di diritto. Un esempio che rimane di permanente attualità per l’Italia civile e democratica, indirizzato soprattutto ai più giovani per il loro accostament alla vita sociale. Lettere ed appunti inediti di: Annalori Ambrosoli, Giorgio Ambrosoli, Tina Anselmi, Vincenzo Azzolini, Paolo Baffi, Enrico Berlinguer, Guido Calogero, Bruno De Finetti, Luigi Einaudi, Arturo Carlo Jemolo, Ugo La Malfa, Ferruccio Parri, Ernesto Rossi, Raffaele Mattioli, Piero Sraffa, Bruno Trentin. Scritti e interventi di: Abdon Alinovi, Giuseppe Amari, Giorgio Ambrosoli,Umberto Ambrosoli, Tina Anselmi, Paolo Baffi, Anita Maria Barbafiera Fontana, Enzo Biagi, Federico Caffè, Guido Carli, Carlo Azeglio Ciampi, Vittorio Coda, Maria Alessandra Dalla Torre Baffi, Concita De Gregorio, Maurizio De Luca, Francesco De Martino, Guglielmo Epifani, Antonio Fazio, Bonifacio Franzese, Carlo Ghezzi, Giuseppe Guarino, Giuseppe Gusmaroli, Arturo Carlo Jemolo, Augusto Leggio, Romano M. Levante, Sergio Luciani Ernesto Manna, Lorenzo Marzano, Giuseppe Mascetti, Tonino Milite, Giorgio Napolitano, Silvio Novembre, Antonino Occhiuto, Luigi Paroni, Giovanni Battista Pittaluga, Massimo Riva, Stefano Rodotà, Leonardo Rotundi, Mario Sarcinelli, Giovanni Spadolini, Luigi Spaventa, Corrado Stajano, Mauro Storti, Paolo Sylos Labini, Roberto Tesi (Galapagos), Sinibaldo Tino, Anna Vinci, Marco Vitale.
  • La Fondazione Claudio Sabattini, sorta per iniziativa della FIOM nazionale e della Camera del lavoro di Bologna, intende valorizzare la figura del sindacalista bolognese, scomparso il 3 settembre 2003. A tal fine ha avviato il censimento e la raccolta in un archivio dei materiali che ne documentano l’intensa attività. La Fondazione promuove anche seminari e dibattiti, indagini e ricerche per portare un contributo di conoscenza e consapevolezza critica nello spirito che fu di Sabattini, per il quale lo sforzo di comprensione della realtà e l’azione per mutarla non andavano mai disgiunti. Questo volume è un esempio di tale modo di intendere la ricerca. Ricostruisce un periodo importante nella storia della città e del lavoro, restituisce a Bologna la rilevanza di un’esperienza sinora oscurata dalla prevalente attenzione per il conflitto di fabbrica nel triangolo industriale. Si rivela un quadro in cui la saldatura delle lotte in fabbrica e nel territorio diviene un modo di elevare la condizione operaia e salariata a metro di misura dei rapporti sociali e politici. Come mai prima di allora e come mai più dopo, in quella fase si pone la questione del nesso lavoro/democrazia non in termini formali, ma entro un dinamico processo di democratizzazione permanente. Ciò che può rappresentare un utile e importante elemento di riflessione per i giorni nostri.
  • Il numero degli Annali propone una riflessione a più voci su un tema che è stato cruciale e continua ad essere drammaticamente attuale nel mondo del lavoro. Come sottolinea Susanna Camusso nella prefazione, donne e uomini si sono misurati di continuo con i problemi di salute e sicurezza. Per lungo tempo essi sono stati ascritti all’arretratezza dell’ambiente di lavoro, avvalorando la convinzione, di stampo evoluzionista, che la modernizzazione dell’organizzazione produttiva potesse, di per sé, risolvere o, per lo meno, contenere morti e malattie, ma non è stato così. L’Annale avvia una riflessione su più piani: nella sezione Tra memoria e quotidianità, attraverso le voci di Carlo Ghezzi e Alessandro Leogrande, vengono narrati momenti ed eventi che hanno acquisito valenza simbolica nella storia del Paese. Nella sezione Lavoro e sicurezza i saggi di studiosi e dirigenti sindacali come Diego Alhaique, Franco Carnevale, Stein Evju, Maria Luisa Righi, Antonella De Marco, Moulay el Akkioui, Paola Agnello Modica permettono una lettura attenta dei diversi aspetti del problema. Nella sezione Fabbrica e territorio si privilegia la disamina di alcuni studi di caso attraverso i contributi di Gloria Chianese, Mauro Bonelli e Bruno Pesce, Ornella Bianchi, Massimo Menegozzo, Giovanni Sannino. Nell’insieme, saggi e testimonianze consentono di avviare un’analisi quantitativa del fenomeno, sollecitano la riflessione sulle diverse culture della salute e favoriscono la ricognizione sul piano giuridico-normativo a livello nazionale ed europeo. I saggi di Antonio Colombi e Pieralberto Bertazzi, Andrea Gianfagna e Gloria Malaspina, Diego Alhaique, nella sezione Luoghi e strumenti della cultura sindacale, focalizzano l’attenzione su alcuni dei principali strumenti (riviste e strutture) di diffusione della cultura sindacale sul tema salute e sicurezza. Infine Maria Paola Del Rossi, nel ricco e approfondito inserto, rivisita l’intera produzione bibliografica che il Centenario della CGIL ha sollecitato nell’articolata rete dell’organizzazione sindacale.
  • Le imprese cooperative rappresentano oggi circa il 7% del PIL, contano 12 milioni di soci, oltre un milione e centomila occupati, e vantano posizioni di eccellenza in molti settori dell’economia nazionale. F. Fabbri ne ripropone le vicende attraverso i 150 anni della storia d’Italia. Vengono ricostruite le tappe che condussero alla fondazione (1886) della Federazione delle società cooperative (poi Lega), e quindi al pieno riconoscimento sociale e legislativo durante l’età giolittiana. Nel primo dopoguerra, al momento del massimo sviluppo, la Lega fu attaccata dallo squadrismo fascista e, il 14 novembre 1925, fu sciolta dal prefetto di Milano che avviò l’inarrestabile «fascistizzazione» del movimento. La Lega delle Cooperative fu ricostituita nel 1945. Si affermò allora la leadership del Partito Comunista, anche se, fin dal 1962, fu avviato quel lento processo che l’avrebbe trasformata in un organismo autonomo dai partiti. A metà degli anni Settanta, anche al di fuori delle «isole rosse», la «terza via» dell’economia si proponeva già in alternativa a quella privata come a quella pubblica. Dagli anni Ottanta, il «sistema» delle cooperative e dei loro Consorzi, con l’esecuzione di rilevanti opere pubbliche, si affermava ormai nella sfera nazionale ed internazionale. Dopo la crisi dei primi anni Novanta, superato il meccanismo della «cooperazione di partito», fu avviata quella definitiva trasformazione della struttura organizzativa, produttiva e finanziaria che, nell’arco di un ventennio, ha reso Legacoop uno dei protagonisti indiscussi nel campo della più avanzata e diffusa imprenditorialità, pur nel rispetto dei principi fondanti della partecipazione economica e del controllo democratico dei soci. Non a caso, nella seconda parte del volume, dedicata alla Memoria, l’A. collega idealmente presente e passato attraverso la storia di province e personaggi rappresentativi: N. Baldini, G. Massarenti, C. Prampolini, G. Miglioli, per non parlare delle tante cooperatrici, protagoniste meno note ma altrettanto importanti. Rilevante fu dunque la presenza del movimento cooperativo nel corso di oltre 150 anni, come documenta la specifica e ricca guida bibliografica su La storiografia dall’Unità ad oggi, con cui si conclude il volume.
  • Sono ormai passati più di cinque anni dall’inizio della grande crisi finanziaria internazionale ed il bombardamento mediatico di concetti complessi ed astratti, lontani dall’esperienza quotidiana del cittadino, non ha aiutato certo la comprensione di quello che sta realmente accadendo, lasciando spazi alle più differenti e spesso semplicistiche se non errate interpretazioni. Questo lavoro nasce dunque dall’esigenza profonda di rendere comprensibile ai cittadini il mondo in cui stanno vivendo in quanto solo una migliore consapevolezza può aiutare il sistema democratico ad orientarsi verso una reale soluzione dei problemi. Vengono così illustrati in maniera elementare, facendo ampio utilizzo di esempi, anche numerici, e di numerosi grafici a colori, le relazioni tra finanza ed economia reale, il funzionamento dell’eurosistema e di come la moneta unica abbia modificato la nostra economia, la ricostruzione della crisi finanziaria e di come abbia alterato i meccanismi di trasferimento della ricchezza tra i diversi paesi europei. Si esplorano, quindi, le possibili soluzioni già presentate pubblicamente da esperti e no, partendo dalla peggiore delle ipotesi e cioè l’uscita dall’euro, offrendo una valutazione ragionata, e non di parte, dei pro e dei contro e di quali sarebbero i riflessi sulla vita dei cittadini. Infine viene illustrata una proposta originale che prevede interventi graduali nel tempo e compatibili con le differenze di vedute dei diversi paesi dell’eurozona in grado di sfruttare al meglio il ruolo di acceleratore che la finanza esercita sull’economia reale, nella convinzione che in tale relazione, che ha scatenato la crisi, vada cercata la chiave per la sua soluzione.