• Il libro intende indagare il carattere opaco della cittadinanza femminile, inteso come persistenza di dispositivi socio-simbolici che riconducono costantemente la soggettività delle donne a funzione sociale. Questa dinamica proietta nel presente le sue ombre, producendo nuove forme di assoggettamento. L’opacità che ancora oggi circonda il lavoro di cura – non considerato lavoro, ma attività naturale delle donne, connessa alla maternità e al contesto familiare – è emblematica del funzionalismo del corpo delle donne. Le più svariate forme di disparità che le donne vivono non sono dovute all’incompiutezza delle leggi o ad un deficit dei diritti, bensì alla permanenza della divisione sessuale del lavoro e di una condizione strutturale dei rapporti di potere tra i sessi. Il volume si sviluppa lungo cinque nuclei argomentativi, volti a tracciare un bilancio sulla cittadinanza femminile: cittadinanza, lavoro, welfare, saperi, migrazione. In tali ambiti è possibile rinvenire una rinnovata forma dei processi di addomesticamento del femminile. Il filo conduttore di ogni capitolo è rappresentato dal lavoro. Inteso, nel senso più ampio, come riproduzione della vita (funzione sociale, cura, socializzazione) costituisce l’aspetto su cui si è più esercitato il disciplinamento del corpo femminile. Corpo naturalizzato, a servizio prima della modernizzazione capitalistica e poi sussunto nelle performance della nuova razionalità neoliberale.
  • In questo testo ci si chiede se sia possibile perseguire, anche nel campo delle scienze sociali, non soltanto una «comprensione intuitiva» o «interpretativa», ma – come ac cade per le scienze fisiche o naturali – una «spiegazione causale» dei processi storico-sociali osservati. Per questo riteniamo che questo testo possa essere utile nell’insegnamento delle scienze umane e sociali nel nostro paese. Nel primo capitolo si discute dell’impianto metodologico di vari autori come Elias, Bendix e Wallerstein, nessuno dei quali tuttavia mostra di utilizzare metodi in gra do di raggiungere una spiegazione causale. È solo nel secondo capitolo, dedicato a Max Weber, che si vede come questo autore, tramite l’analisi storica comparata e la tecnica narrativa e «iterativa» cui egli ricorre, sia invece in grado di raggiungere una spiegazione causale, con riferimento, in particolare, alle origini del capitalismo in Occidente. Weber dimostra infatti il ruolo autonomo e innovativo rilevante che possono svolgere determinati soggetti dotati di forti convinzioni etiche (come i profeti giudaici o gli imprenditori protestanti), nell’indurre mutamenti importanti nei canoni sociali e morali dominanti. Il terzo e ultimo capitolo offre poi un riepilogo delle caratteristiche dell’analisi storica comparata, mentre nell’appendice si mostra come la concezione del «capo carismatico» di Weber muti negli ultimi anni della sua vita e come questo mutamento si comprenda meglio «storicizzando» Weber, cioè situandolo nella temperie della crisi politica e sociale della Germania di Weimar.
  • CM 6-2019

    12.00 
    Editoriale
    Aldo Tortorella, L’eredità di un trentennio 
     
    Osservatorio
    Giulio Marcon, L’economia italiana vaso di coccio tra i giganti globali 
    Giorgio Mele, L’Umbria e l’Italia
    E. Igor Mineo, L’occasione perduta di una nuova sinistra europea
    Vittorio Sergi, Il Rojava tra confederalismo democratico e monoculture autoritarie
    Paolo Soldini, Trent’anni dopo: Berlino in cerca di una vera leadership europea 
    Guido Liguori, Per la difesa della storia e della memoria, contro l’equiparazione di comunismo e nazismo 
     
    Laboratorio politico
    Roberto Finelli, Nuove tecnologie, mente orizzontale e diritto al riconoscimento
    Eleonora Piromalli, Una teoria critica della società capitalistica da Nancy Fraser e Rahel Jaeggi
    Sergio Dalmasso, Sartre e la rivolta d’Ungheria del 1956
     
    Ripensando il passato
    Aldo Tortorella, La rivoluzione russa e lo Stato sovietico 
     
    Schede critiche
    Sergio Caserta, Sindrome 1933 e sindrome leghista 
    Alberto Leiss, Una via digitale al “NeoSocialismo”? 
  • CM 1-2020

    12.00 
    Editoriale
    Aldo Tortorella, Il corpo e l’anima
     
    Osservatorio
    Vincenzo Vita, Sotto il segno dei pesci
    Susan Pashkoff, Il Labour e la Brexit: analisi di una sconfitta  
     
    Discussioni
    Marco Deriu, Emanuele Leonardi, Dietro il velo della sostenibilità: l’inganno della green growth e le ragioni della decrescita  
    Laboratorio politico
    Guido Liguori, Luxemburg e Gramsci: convergenze e divergenze di due pensatori rivoluzionari  
    Luca Basile, «Idee-forza» e «costituzione molecolare» del soggetto. Gramsci fra Fouillée e Guyau
    Gianni Fresu, Antonio Gramsci e il rinnovamento del marxismo
    Isabella D’Angelo, Gayatri Spivak: la «subalterna» e il capitalismo globale
     
    Ripensando il passato
    Aldo Tortorella, Umberto Terracini, coerenza e libertà
     
    Schede critiche
    Antonino Infranca, Aricó e i dilemmi del marxismo
    Lelio La Porta, Gramsci, la scuola di partito e il problema 
    pedagogico
  • CM 2/3-2020

    12.00 
    Editoriale
    Aldo Tortorella, Il mestiere del virus e quello degli umani
     
    Osservatorio
    Pietro Greco, Cronaca di una epidemia annunciata
    Clara Frontali, Uomini e virus
    Francesco Memo, Covid-19. È il razzismo che ci ha resi ciechi
    Vincenzo Vita, L’insostenibile leggerezza del capitalismo
    Michele Mezza, Calcolanti e calcolati nel conflitto terapeutico
    Alfonso Gianni, La nuova grande recessione 
    Emilio Carnevali, Da Disraeli a Johnson: le origini profonde del consenso conservatore 
     
    Immigrazione in prospettiva
    Alberto Leiss, La memoria come pratica di cura e di conflitto 
    Paola Pierantoni, Forza e fragilità delle reti: un percorso tra metà anni ottanta e il G8 del 2001 
    Eleana Marullo, La dimensione storica dell’immigrazione. Il caso di Genova 
    Andrea Tomaso Torre, A trent’anni dalla legge Martelli 
    Filippo Miraglia, Un modello da cambiare: oltre l’emergenza più diritti agli stranieri   
     
    Laboratorio culturale
    Pietro Ingrao, Cesare Luporini, Due lettere del 1991 
    Sergio Filippo Magni, Luporini e Ingrao. Le lettere del disaccordo
    Giorgio Mele, Luporini e la fine del Pci 
    Giovambattista Vaccaro, Morale e società in Cesare Luporini
    Michele Prospero, Il diritto e i bisogni
    Francesco Garibaldo, Marx, il capitalismo e i compiti politici del presente
    Paolo Desogus, Critica della cultura e processi materiali 
     
    Ripensando il passato
    Giuseppe Greco, Rodari, Gramsci e la lotta per un nuovo senso comune
    Gianni Rodari, L’uomo nella realtà
     
    Schede critiche
    Lelio La Porta, Gramsci e la favola
  • CM 4-2020

    12.00 

    Editoriale

    Aldo Tortorella, Un aspro autunno  

    Osservatorio

    Antonella Palumbo, Le conseguenze economiche della pandemia: vere scelte e falsi dilemmi Romeo Orlandi, Pechino e Washington: né con te, né senza di te Guido Moltedo, L’ipoteca del trumpismo sul futuro degli Usa e del mondo Vincenzo Vita, Editoria, senza distanziamento Roberto Finelli, Pandemia e infanticidio. Qualche nota sulla scuola Antonio Di Meo, Il sottosuolo della storia  

    Laboratorio culturale

    Giovambattista Vaccaro, Sartre e il marxismo quaranta anni dopo Pasquale Voza, Gli spettri di Mark Fisher Francesco Aqueci, L’alba di un giorno dal cupo tramonto. Sul Montaigne di Montaleone Giovanni Andreozzi, Quel che resta del pensiero critico Lelio La Porta, Gramsci e l’egemonia oggi

    Schede critiche

    Giorgio Tassinari, Il nemico è l’ordoliberismo Piero Di Siena, Costituzione, popolo, cittadinanza Gianluca Giraudo, Il cambiamento del maschile Massimo Modonesi, Marx, il catalogo è questo Paolo Desogus, Gramsci e l’emancipazione dei subalterni Antonino Infranca, Aricó e il marxismo Antonio Fanelli, Gramsci: l’antropologia e il corpo
  • CM 5/6-2020

    1,200.00 

     

    Editoriale

    Aldo Tortorella, La fraternità universale e la legge di Caino  

     

    Osservatorio

    Massimo Cavallini, La sconfitta di Trump e le anomalie della democrazia americana Cesare Salvi, Crisi del governo rappresentativo e modelli alternativi Piero Di Siena, Emergenza per il paese e nuove ipotesi a sinistra Iacopo Scaramuzzi, Chiesa aperta in mare aperto. La strategia di Francesco Stefania Limiti, La Palestina nel buco nero degli “accordi di Abramo”  

     

    Laboratorio culturale

    Luciana Castellina, La compagna Rossana  Aldo Tortorella, La inquieta fedeltà a una idea Rossana Rossanda, Gli operai, le donne, i ritardi della sinistra. Tre scritti Antonio Di Meo, Giuseppe Prestipino, un ricordo Il Pci e le nuove generazioni. Una discussione del 1975 tra Pasolini, Luporini e Amos Cecchi Amos Cecchi, Discutendo con Pasolini. Ieri e oggi  Giuseppe Guida, Frammenti da un “paese rosso”  Giovambattista Vaccaro, Sartre, la morale, la sinistra Giulio Di Donato, Il concetto di philía in Aristotele e in Hegel  Antonio Coratti, Proprietà, Volontà generale e politica in Rousseau Mavì De Filippis, Metrica e biografia nella poesia di Franco Fortini      Schede critiche Pasquale Voza, Benedetto Croce “autonarratore” 
  • CM 1/2-2021

    12.00 
     

    Cento anni dopo

    Aldo Tortorella, Sui motivi di una metamorfosi

    Fondazione e rifondazioni

    • Guido Liguori, Da Bordiga a Gramsci
    • Claudio Natoli, Fascismo e antifascismo nella storia dei comunisti italiani tra le due guerre
    • Alexander Höbel, L’impronta di Togliatti
    • Aldo Agosti, Internazionalismo e “legame di ferro” nella cultura politica del Pci
    • Fiamma Lussana, La “via italiana” all’emancipazionismo

    Passato-presente

    • Francesco Barbagallo, La questione meridionale
    • Mario Sai, Il Pci e i lavoratori
    • Vincenzo Vita, La dialettica nel partito tra destra e sinistra
    • Piero Di Siena, Riflessioni sul rapporto con il ’68
    • Alberto Leiss, L’“intellettuale collettivo” tra avanguardie e masse
    • Chiara Valentini, L’ultimo Berlinguer
    • Maria Luisa Boccia, Femministe e comuniste
    • Fulvia Bandoli, Importanza e limiti dell’ambientalismo del Pci
    • Piero De Chiara, 1984: «Orwell sbagliava»

    Come eravamo

    • Anna Maria Carloni, Franca Chiaromonte, La nostra Fgci tra partito e nuovi movimenti
    • Rinalda Carati, Il partito-comunità come educazione sentimentale

    Letture

    • Antonio Di Meo, Una nuova edizione delle Lettere dal carcere di Gramsci
    • Oscar Greco, Fausto Gullo, dirigente comunista
  • CM 3-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, La missione della scienza e quella della politica

    Osservatorio

    • Bernardino Fantini, Covid-19: la rivoluzione dei vaccini e il diritto globale alla salute
    • Piero Di Siena, Draghi: scelta per l’emergenza o svolta dirigista per il Paese?
    • Romeo Orlandi, Tra Cina e Stati Uniti negotiation forever
    • Luiz A. M. Macedo, Capitale senza freni: il Brasile dopo il golpe del 2015-2016
    • Francesca Re David, Fare sindacato quando la politica dimentica il lavoro
    • Francesco Garibaldo, I valori (antichi) di una sinistra moderna

    Un articolo sconosciuto di Gramsci sul fascismo del 1922

    • Guido Liguori, Natalia Terekhova, Gramsci, il Pcd’I e la “Marcia su Roma”. Su uno scritto sconosciuto del ’22
    • L’articolo di Gramsci sulla «Pravda» del 7 novembre 1922

    Laboratorio culturale

    • Aldo Garzia, Che Guevara, discussione e ricerca da riaprire
    • Mattia Gambilonghi, Contraddizioni del capitalismo maturo e ingovernabilità in Claus Offe

    Mezzo secolo con «il manifesto»

    • Alberto Olivetti, Il tempo dei rabdomanti
    • Vincenzo Vita, Quando il comunismo non è un’opinione

    Schede critiche

    • Massimiliano Biscuso, Gramsci, un autore da «decifrare»
  • CM 4-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, Chi ha perso e chi ha vinto in Afghanistan

    Osservatorio

    • Vincenzo Vita, E le stelle non stanno a guardare
    • Pierre Dardot, La Convenzione rifonda il Cile
    • Massimo Cavallini, Il “patto col diavolo” di Haiti

    Laboratorio culturale

    • Marcos Del Roio, L’arresto di Gramsci: le questioni ancora aperte
    • Francesco Aqueci, Colletti, il marxismo e Hegel 
    • Giovambattista Vaccaro, Alle origini del dibattito sull’automazione: Friedrich Pollock 
    • Andrea Fedeli, Sindacato e partecipazione: le lotte operaie del 1968-1969 come paradigma della democrazia 
    • Igor Piotto, L’«immaginazione realistica». Uno studio sul metodo di Lenin 

    Schede critiche

    • Maurizio Auriemma, La Costituzione come progetto di cambiamento 
    • Pasquale Voza, Nella «società di mercato» 
    • Fabio Vander, Populismo e crisi della politica 
    • Antonino Infranca, Marxismo e comunismo in Tosel 
    • Giuseppe Cospito, Marx nel XXI secolo 
  • Fin dalla sua nascita, il sindacato ha avuto tra i propri obiettivi il controllo degli orari di lavoro per migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi nel mondo industrializzato e sviluppato la spinta alla riduzione dell’orario di lavoro è stata elemento permanente nelle strategie sindacali. Se nel XIX secolo erano normali orari di lavoro anche di 12 ore giornaliere, con l’avvento della meccanizzazione è iniziato un graduale ma costante processo di riduzione dell’orario, che nel secolo successivo ha portato – per via contrattuale o legislativa – alle 8 ore giornaliere e alle 40 ore settimanali come orario di riferimento generale. Dall’inizio degli anni '80, ossia da quando il pensiero neoliberista orienta le politiche economiche a livello globale, la tendenza a ridurre l’orario di lavoro si è bloccata, come pure la spinta dei governi a tenere la piena occupazione al centro dei propri obiettivi. Il libro di Fausto Durante mette in relazione il tema dell’orario di lavoro con la crisi provocata dal Covid-19, le sfide poste dal cambiamento climatico e da digitalizzazione e nuove tecnologie industriali, la necessità di costruire una società e un’economia diverse dal passato. L’insieme di questi elementi spinge in direzione di un nuovo impegno per la riduzione dell'orario di lavoro, con vantaggi per la produttività, l'economia, l'equilibrio tra vita e lavoro. Lo dimostrano le tante esperienze che nel mondo si stanno realizzando su spinta di governi e sindacati, così come gli accordi in tante imprese, di cui questo testo dà conto. La domanda a cui rispondere oggi è: può essere il XXI secolo il tempo dei quattro giorni e delle trentadue ore di lavoro a settimana?
  • CM 5/6-2021

    12.00 

    Editoriale

    • Aldo Tortorella, A proposito di libertà

    Osservatorio

    • Massimo Cavallini, Il “tanfo” che soffoca la democrazia americana
    • Romeo Orlandi, Pechino, vedi alla voce “partito comunista”  
    • Franco Aqueci, I talebani e la teocrazia del mondo avvenire 
    • Giorgio Mele, Pandemie e svolte storiche. La “spagnola” alla vigilia del fascismo
    • Arianna Tassinari, Demetrio Panarello, Giorgio Tassinari, Ignazio Drudi, Fabrizio Alboni, Francesco Bignardi, Il peso del potere economico nelle scelte sulla pandemia 

    Capitalismo e crisi ambientale

    • Ugo Mazza, Crisi climatica e sociale, transizione capitalistica: spunti per una riflessione
    • Paolo Cacciari, L’imbroglio del capitalismo green
    • Norbert Lantschner, Lo scenario energetico futuro. Geopolitica e materie prime
    • Gianni Silvestrini, Obiettivi climatici più ambiziosi e trasformazione ecologica dell’economia
    • Laura Cima, L’ecofemminismo, rivoluzione necessaria e non violenta
    • Mario Agostinelli, Laudato Si’: conversione ecologica e sociale, partecipazione e rappresentanza
    • Piero Bevilacqua, Una rivoluzione passiva votata al fallimento
    • Daniela Padoan, Per una alleanza tra umanità e vivente. Il concetto di limite secondo Francesco
    • Sergio Fedele, Fermare la crisi climatica dal basso: la proposta del “reddito ambientale”  

    Discussione

    • Roberto Finelli, Qualche nota su pandemia e fine della modernità

    Laboratorio culturale

    • Massimo Baldacci, Egemonia e pedagogia nei «Quaderni del carcere»
    • Antonio Di Meo, Note sulla «rivoluzione passiva». Paine, Cuoco, Croce, Gramsci (e molti altri)
    • Lelio La Porta, L’opera letteraria di Marx
    • Aldo Garzia, Lucio Magri, il comunismo come orizzonte e la sinistra del futuro

    Schede critiche

    • Giorgio Mele, La crisi e il “che fare?” della sinistra
    • Manfredi Alberti, Critica del liberismo in Italia
    • Matteo Gargani, Scritti di Lukács sulla dialettica e l’irrazionalismo
    • Pietro Garofalo, Capitalismo e democrazia