• Bussola per un mondo in tempesta

    11.99 15.00 
    Viviamo un periodo di trasformazioni epocali che comportano una rivoluzione del nostro mondo e un riassetto dei rapporti di forza globali, con rischi per la stessa sopravvivenza della specie umana. Le emergenze planetarie sono tre, in crescita e collegate tra loro: guerre, cambiamenti climatici, disuguaglianze. Queste tre crisi sono frutto e corrispondono a una situazione di cambiamento politico e culturale traumatico. Con un approccio interdisciplinare, questo saggio offre una bussola per orientarsi nel dibattito odierno e nuove lenti per interpretare il presente e immaginare il futuro.
  • RPS N. 1/2024

    22.00 
    Politiche attive del lavoro e creazione diretta di nuova occupazione
    • Il lavoro tra «oscuramento teorico» e «invisibilità politica»
    • L’Europa di fronte ai radicali cambiamenti mondiali
    • Pnrr, un’occasione sprecata
  • Promosso da: CGIL | Con l’adesione di: ActionAid | Antigone | ARCI | CNCA | Fondazione Basso-Sezione Internazionale | Gruppo Abele | Legambiente | Rete dei Numeri Pari Il Rapporto sui diritti globali è uno studio annuale, unico a livello internazionale, che analizza i processi connessi alla globalizzazione e alle sue ricadute, sotto i vari profili economici, sociali, geopolitici e ambientali, osservati in un’ottica che considera i diritti come interdipendenti. La struttura del Rapporto, giunto alla sua 17a edizione, è articolata in capitoli tematici, suddivisi in una panoramica generale e in Focus di approfondimento su alcune delle problematiche più rilevanti e attuali dell’anno. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, dati statistici, riferimenti bibliografici e web. Il Rapporto sui diritti globali, contenente le analisi più approfondite, le cifre più aggiornate, il quadro più ampio, si è confermato come uno strumento fondamentale di informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.  Ideato e realizzato dall’Associazione Società INformazione ON LUS, è promosso dalla CGIL nazionale, con l’adesione delle mag gio ri associazioni impegnate a vario titolo sui grandi temi trattati nel Rapporto.  Prefazione di Maurizio LANDINI, introduzione di Sergio SEGIO, interventi di Marco AIME, Paolo BERDINI, Giorgio BERETTA, Susanna CAMUSSO, Luigi CIOTTI, Vincenzo COLLA, Marco DE PONTE, Monica DI SISTO, Fausto DURANTE, Gianna FRACASSI, Enrico GAGLIANO, Paul MASON, Lea MELANDRI, Carolina MELONI GON ZÁLEZ, Marcello MINENNA, Sabrina PIGNEDOLI, Giacomo PISANI, Roberta RADICH, Katrin SCHIFFER, Maurizio SIMONCELLI, Susi SNYDER, Livia TOLVE, Paolo VIGANÒ, Julie WARD, Alex ZANOTELLI, Wim ZWIJNENBURG. REDAZIONE: José Miguel Arrugaeta, Orsola Casagrande, Roberto Ciccarelli, Massimo Franchi, Sandro Gobetti, Francesco Paniè, Susanna Ronconi, Alberto Zoratti, Sergio Segio (coordinatore). HANNO COLLABORATO: Caterina Amicucci, Marco Bersani, Marco Calabria, Gianluca Carmosino, Roberta Ferruti, Marco Omizzolo, Daniela Patti, Levente Polyak, Carlo Ridolfi, Carla Maria Ruffini, Annarita Sacco, Riccardo Troisi. ** Nota ** Il libro è disponibile anche in formato cartaceo. Acquistalo ora.
  • Le città sono ecosistemi in cui l’uomo interagisce con numerose altre specie preesistenti allo sviluppo urbano o che hanno colonizzato il nuovo ambiente proprio grazie alle opportunità da esso offerte. Nelle città si trovano così a convivere, insieme agli umani, rare specie di piante e insetti confinate in minuscoli frammenti di habitat seminaturali e specie opportuniste o invasive, quali piccioni, ratti o scarafaggi. Tra inquilini vecchi (come gli alberi secolari) e nuovi (come la zanzara tigre), le città si presentano come ecosistemi mutevoli e complessi, il cui studio ha portato alla nascita della cosiddetta «ecologia urbana». Sviluppatasi negli Stati Uniti soprattutto come analisi dei flussi di energia e materia, e in Europa maggiormente sotto il profilo dello studio della diversità biologica, l’ecologia urbana è ancora poco coltivata nel nostro Paese. Questo libro, il primo in Italia ad affrontare in modo ampio e organico questi argomenti, è indirizzato non solo a chi si trova a «lavorare» con l’ecosistema urbano (come urbanisti e amministratori pubblici), ma anche a tutti coloro che vogliono vedere con occhi diversi la città in cui vivono.
  • Nel 1895 i fratelli Lumière filmano l’uscita degli operai dalla loro fabbrica a Lione. Il cinema inizia dal lavoro. Negli ultimi anni è tornato a descriverlo: nel Duemila, e in particolare dal 2008 con lo scoppio della crisi economica, i registi italiani, europei e americani ricominciano a riflettere su questo grande tema. I licenziamenti, la disoccupazione, la difficoltà di trovare un nuovo impiego. Le figure deboli come le donne e i precari. Il libro è una mappa del cinema sul lavoro nei nostri anni: da Ken Loach a Laurent Cantet, dai fratelli Dardenne a Lars von Trier, fa il punto su come i registi di oggi trattano il lavoro e il lavoro che non c’è. Da film manifesto come Full Monty alle provocazioni estreme come Il grande capo, passando per la strada italiana di Smetto quando voglio. In sei capitoli divisi per temi La dissolvenza del lavoro analizza oltre cinquanta titoli, decifrando lo stile degli autori: dal realismo sociale di Loach al cinema hollywoodiano de Il diavolo veste Prada. Dalla commedia alla tragedia, dal lieto fine al pugno nello stomaco. Una bussola per orientarsi nel cinema del nostro tempo difficile: colpito dalla di soccupazione, ma illuminato da grandi opere. I capitoli sono seguiti da una scheda tematica a cura di uno studioso dell’argomento.
  • Per genesi e per costante evolutiva, il nostro diritto sindacale e del lavoro è un prodotto prevalentemente extra-legislativo che si giova non solo dell’autoregolazione sociale costituzionalmente protetta, ma anche del riciclaggio di istituti e categorie di pensiero risalenti a un passato che non vuole passare. Per questo, il suo processo formativo è accompagnato, implementato e continuamente rivisitato dai ceti professionali appartenenti al circuito giudiziario, forense e universitario coi margini di libertà di valutazione consentiti dalla legge non scritta del doppio binario cui ha deciso di attenersi, nel dopo-Costituzione, il nostro legislatore: non-ingerenza e non-indifferenza. In questo volume l’autore analizza lo star system accademico dove generazioni di viandanti bisognosi di lampioni che illuminassero la strada hanno fatto entrare, per sdebitarsi, i pochi giuristi-scrittori capaci di accenderli. Guardarne da vicino le biografie intellettuali servirà sia per farsi un’idea di come ciascuno dei componenti dell’elitario club abbia svolto il ruolo di supplenza legislativa elaborando progetti di sentenza sia per capire se il patrimonio di sapere posseduto gli permettesse di agire con la consapevolezza che il suo modo di interpretare il suo tempo implicava in realtà una scelta tra alternative possibili. Profili di: Ludovico Barassi, Marco Biagi, Francesco Carnelutti, Massimo D’Antona, Mario Giovanni Garofalo, Giorgio Ghezzi, Gino Giugni, Federico Mancini, Luigi Mengoni, Giuseppe Messina, Giuseppe Pera, Enrico Redenti, Massimo Roccella, Francesco Santoro Passarelli, Gaetano Vardaro.
  • Possiamo «controllare le droghe»? Le droghe, legali e illegali, fanno parte della vita quotidiana di milioni di persone. Queste, in grande maggioranza, attuano strategie di controllo e autoregolazione del proprio consumo che consentono loro di vivere una vita «a basso rischio» e senza danno. Quello che queste strategie personali e collettive di autocontrollo insegnano, le loro culture e i loro dispositivi sociali, appaiono oggi il metodo più promettente per pensare di governare un fenomeno di massa che ha dimostrato il fallimento dell’approccio repressivo e i limiti di quello medico. Partendo dall’analisi dei risultati della ricerca internazionale, il libro offre un contributo di conoscenza del fenomeno sociale dell’autoregolazione dei consumi di droghe e al tempo stesso ne trae indicazioni concrete verso un nuovo modello di intervento, mirato sia a tutti quei professionisti che sono alla ricerca di un modo più efficace di operare, sia a quei consumatori che intendono accrescere le proprie competenze di autoregolazione. Gli autori sono ricercatori ed esperti italiani ed europei ed operatori attivi nel sistema degli interventi di riduzione del danno, del trattamento e della nuova frontiera del web.
  • Roma 2016: 170.000 residenti nelle case popolari, 73.000 alloggi pubblici per un valore stimabile in 22 miliardi di euro, 16.000 famiglie in lista di attesa, 8.000 in emergenza abitativa, 30.000 in difficoltà con il pagamento degli affitti di cui 10.000 con sfratto esecutivo, 10.000 occupanti abusivi, 5.000 assegnatari decaduti, 1.000 case popolari occupate ogni anno, 30 milioni di spesa per i residence, 500 milioni di debito ICI da parte degli enti gestori e 700 milioni di deficit manutentivo. Sebbene il problema casa appaia inestricabile e numericamente insormontabile, questa pubblicazione si propone di porre ordine nella materia, al di là dei luoghi comuni e dei proclami scandalistici che troppo spesso ne avvelenano il dibattito. Un sistema in crisi in cui la Capitale d’Italia incarna tutti i mali della nazione, ma ha anche tutte le potenzialità che, dopo un riassetto organico della materia, potrebbero finalmente riuscire a dare delle risposte concrete alla pressante emergenza abitativa.
  • Si parla molto oggi degli eritrei come dei giovani che sbarcano, in gran numero, sulle coste meridionali, ma, in realtà, è già dagli anni sessanta, con l’aumentare del conflitto con la vicina Etiopia, che sempre più persone arrivano dall’Eritrea in Italia. Allora come oggi, per la maggior parte di essi l’Italia è solo un punto di passaggio di un percorso con destinazioni più lontane. Ma non per tutti è stato così. Fra coloro che in Italia hanno invece deciso di fermarsi ci sono le donne arrivate da Asmara, negli anni ’60 e ’70, per lavorare come domestiche presso famiglie romane. Il libro nasce dai ricordi di queste donne, raccontandoci la storia della migrazione eritrea in Italia e l’esperienza di alcune fra le prime straniere impegnate in un lavoro che caratterizza tutt’oggi la migrazione femminile nel nostro paese.C’è un elemento, tuttavia, che distingue l’esperienza di queste donne da quella delle ucraine, filippine o peruviane che lavorano nelle case degli italiani: l’esistenza di un passato legame coloniale fra l’Italia e il proprio paese. Nelle memorie delle intervistate, la dimensione postcoloniale emerge come un aspetto fondamentale della propria identità, della propria esperienza lavorativa come domestiche e della propria relazione con l’Italia in quanto paese ex colonizzatore. Le ragazze di Asmara s’inserisce in un dibattito crescente, anche in Italia, circa la costruzione dell’identità di soggetti neri, migranti e (ex) colonizzati, in particolare nell’ambito della «narrativa migrante» e negli studi letterari. L’originalità del volume sta tuttavia nella capacità di portare questo dibattito all’interno degli studi sulla migrazione e sul lavoro femminile, inserendo la categoria del postcoloniale nell’ambito delle scienze sociali e della storia orale, attraverso un accurato lavoro di carattere empirico ed un innovativo approccio teorico.
  • Sempre di più le aziende ricorrono ad appalti, distacchi, forniture che nascondono dumping contrattuale, lavoro irregolare e, nei casi più estremi, sfruttamento. Addirittura arrivano a occupare direttamente lavoratrici e lavoratori irregolari, spesso ricorrendo a sistemi complessi, imprese serbatoio, finte cooperative. Come verificare se un appalto è genuino e se si sta applicando il Ccnl corretto? Cosa fare di fronte a casi di lavoro nero e/o di sfruttamento? Come accompagnare e tutelare chi denuncia, in particolar modo un lavoratore migrante? La guida prova a rispondere a queste domande fornendo strumenti pratici per gestire le vertenze.
  • RPS N. 2/2024

    22.00 
    Aree interne: un caso limite per l’equità e la sostenibilità delle politiche pubbliche
    • Politiche di cura della non autosufficienza degli anziani
    • Autonomia differenziata e servizi sociali territoriali
    • Franco Basaglia oggi
  • Il 9 ottobre del 1963 gli operai edili della capitale, organizzati dai sindacati confederali di categoria, rispondono con una manifestazione di protesta alla serrata decisa dall’associazione dei costruttori (il contesto storico è quello segnato dall’imminente ingresso del Psi nel primo governo di centro-sinistra). In Piazza Santi Apostoli la manifestazione, molto partecipata, viene repressa con inusitata durezza dalle forze di polizia: 500 lavoratori vengono fermati, per 33 di loro scatta l’arresto. Ci vorranno quasi trent’anni per scoprire che a ispirare (e a provocare) l’attacco della Celere ai danni degli operai edili erano stati agenti di Gladio: una sorta di prova generale in vista della progettata liquidazione per vie illegali del Pci e del movimento operaio organizzato da parte dei «poteri forti» dell’epoca. Il libro ricostruisce gli avvenimenti occorsi sessant’anni fa attraverso la voce narrante di Luciana Castellina, al tempo giovane funzionaria del Partito comunista e testimone oculare degli scontri al termine della manifestazione sindacale (fu una dei 33 edili finiti in prigione e in seguito processata e condannata): «Non una manifestazione come un’altra – ricorda oggi – ma uno dei più incredibili, illegali complotti che hanno segnato la storia del nostro Paese».