• Il libro raccoglie le interviste e le riflessioni di Bruno Trentin sulla sua esperienza nella guerra partigiana e negli anni successivi alla Liberazione, insieme alle relazioni e alle testimonianze presentate in occasione del convegno tenutosi a Treviso a dicembre 2007. Pagina dopo pagina scorrono i passaggi fondamentali di una formazione giovanile straordinaria: due compleanni in carcere, a causa della sua attività antifascista; la morte del padre Silvio, leader riconosciuto della Resistenza veneta. Poi la scelta di combattente partigiano, prima in Veneto, sul Grappa e nella zona pedemontana trevigiana, quindi a Milano, accanto ai capi di Giustizia e Libertà, Leo Valiani, Riccardo Lombardi e Vittorio Foa, fino alla liberazione della città con la Brigata Rosselli da lui comandata. Dopo la Liberazione la laurea a Padova, con una tesi sulla funzione del giudizio di equità che lo porta a passare alcuni mesi nell’Università di Harvard. Ma non rinuncia all’impegno politico: prima nel Partito d’Azione fino al suo scioglimento, e poi accanto ai comunisti. Si iscrive al Pci solo alla fine del 1949, dopo il suo ingresso nell’Ufficio studi della Cgil di Di Vittorio. Sono questi gli anni, dal 1943 al 1950, in cui si realizza la formazione culturale e politica di Bruno Trentin, e si radicano in lui quell’amore per la libertà, la giustizia e la democrazia e quel legame con il movimento operaio - «con la sua sete di conoscenza e di libertà» - che non lo abbandoneranno mai più.
  • La Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico dedica il decimo numero degli Annali ai documenti cartacei e iconografici legati alle fonti audiovisive. Si tratta delle molteplici tipologie di documenti prodotti contestualmente alla realizzazione e alla fruizione di audiovisivi: materiali assai eterogenei, comprendenti oltre a soggetti sceneggiature, anche fotografie, manifesti, scalette, contratti, autorizzazioni, preventivi, diari di lavoro, buste paga, certificati, ritagli stampa, bozzetti e molto altro. La pubblicazione affronta i temi dell’uso e della conservazione di questi materiali; si articola in tre sezioni ed è completata da una ricca appendice, dalla bibliografia e dall’indice dei nomi citati. La prima sezione è dedicata al contributo che i documenti cartacei e iconografici connessi ai prodotti audiovisivi possono apportare agli studi umanistici, con particolare riferimento all’impiego di questi materiali per la contestualizzazione delle fonti cinematografiche e televisive. La seconda sezione si occupa dell’ordinamento archivistico e della conservazione di questa particolare tipologia di documentazione. La terza sezione affronta il tema dei giacimenti di documenti presenti sul territorio, ovvero archivi di aziende, di privati e di associazioni attive nel campo cinematografico e televisivo. Il volume contiene scritti di: Aldo Bernardini, Patrizia Cacciani, Carla Ceresa, Paolo Galli, Enrico Menduni, Guglielmo Parisani, Donata Pesenti Compagnoni, Riccardo Righi, Pierre Sorlin, Andrea Torre, Paola Valentini. Tre conversazioni con: Ansano Giannarelli, Italo Pesce Delfino, Nicola Caracciolo.
  • Planetario

    15.00 
    Televisione e consumi di massa, bomba atomica, cinema, comunismi e capitalismi, contestazione e pacifismi, erotismo e merce, fascismo europeo, imperialismo americano, lotta sindacale, mafia, viaggi spaziali, Vietnam: di questo e altro si parla in questa antologia che raccoglie, tra i tanti articoli scritti da Gianni Toti, quelli più significativi e esemplari usciti tra gli anni cinquanta e sessanta su «Lavoro», rotocalco settimanale della Cgil, e su «Vie Nuove», a cui in quel tempo collaborava anche Pasolini. Toti è stato un protagonista della letteratura e dell’arte del secondo Novecento, attivo su più fronti: scrittore di poesia e prosa di fondamentale importanza, tra i primi autori di videopoesia e videoarte, attivo collaboratore di giornali e riviste. In questo libro viene documentata proprio la sua attività giornalistica, che si trovava fino ad oggi dispersa in varie testate. La raccolta è considerevole, non solo perché fa conoscere meglio questo autore ingiustamente trascurato dalla critica, ma anche perché offre un esempio singolare di scrittura giornalistica, priva dell’aria svagata e un po’ schizzinosa tipica dello scrittore prestato alla stampa. Toti è giornalista a pieno titolo, puntiglioso raccoglitore di indizi e solerte intervistatore, e però nello stesso tempo è un autore d’avanguardia, un acrobata del linguaggio dedito a continue invenzioni di stile e di terminologia. Il libro mostra uno spaccato storico degli anni della guerra fredda pieno di spunti polemici e acute analisi, in cui è dato scorgere peraltro non pochi elementi ancora di attualità; è inoltre un viaggio suggestivo per le vie di un mondo già in scala «globale» (tanto che il titolo di una sua rubrica è, appunto, Planetario), dove Toti dimostra tutta la sua versatilità e la sua fame di conoscenza e di parole.
  • Attraverso dodici interviste a uomini e donne, già dirigenti o semplici militanti sindacali, Tommaso Baris (Dipartimento di Filologia e Storia dell’Università di Cassino, Fondazione Giuseppe Di Vittorio) ricostruisce il cammino della Cgil in provincia di Frosinone, dalla rinascita del 1944 fino ai nostri giorni. Oltre alla storia della più importante organizzazione sindacale italiana in Ciociaria, mediante il racconto dell’«esperienza di vita» degli intervistati, si è cercato anche di illustrare alcuni passaggi cruciali della società frusinate nel secondo dopoguerra, privilegiando lo sguardo di quanti, in seguito a quelle trasformazioni, videro la propria condizione lavorativa mutare profondamente. La viva voce dei protagonisti ricorda le lotte contadine contro il Patto colonico verolano, gli scioperi a rovescio per la rinascita del Cassinate, la mobilitazione degli operai della carta di Isola Liri, lo sfruttamento senza regole nello stabilimento Annunziata di Ceccano, il pendolarismo e l’emigrazione verso Roma, l’industrializzazione degli anni sessanta culminata nella costruzione dello stabilimento Fiat di Cassino, la successiva crisi industriale, esemplificata dalla vicenda della Videocolor di Anagni, fino all’odierno irrompere di sempre più ampie forme di precarietà nel mondo del lavoro. Riemerge una memoria lunga del conflitto sociale capace, con la mediazione del sindacato, di trasformarsi in un incisivo strumento di ampliamento dei diritti sociali e politici nell’Italia repubblicana.
  • Nel volume vengono ricostruite le articolate vicende dell’atteggiamento delle due maggiori confederazioni sindacali d’Italia e di Francia verso i processi di integrazione europea, prendendo in esame il lasso temporale che dal 1957 - anno dei Trattati di Roma istitutivi del MEC - giunge al 1973 - anno in cui la CGIL in concomitanza con la costituzione della CES decide di mutare la propria collocazione internazionale cambiando il proprio status all'interno della FSM da «affiliata» ad «associata». Al centro del volume si situano le complesse e non sempre congruenti relazioni fra la CGIL e la CGT, dalla presenza nella maison comune, la Federazione Sindacale Mondiale, al fallimento del Comitato Permanente CGIL/CGT. Dopo un'iniziale convergenza di posizioni rispetto al processo di integrazione, si assiste, negli anni cinquanta e sessanta, a un progressivo accumulo di dissintonie dovuto alle differenti risposte date ai mutamenti intervenuti negli ambienti politici, in particolare in relazione al rapporto con i rispettivi partiti di riferimento e con le altre organizzazioni sindacali, e alle congiunture economiche critiche che avevano posto alle rappresentanze del movimento operaio l'esigenza di un riesame delle proprie concezioni teoriche, strategiche e organizzative. L’intera vicenda si inserisce, infatti, in uno dei periodi più ricchi e intricati della storia politica ed economica europea che va dalla rivolta ungherese agli avvenimenti del 1968, e che investe tutta la parabola del boom proprio fino al 1973, anno in cui il lungo ciclo di sviluppo delle economie europee giunge al suo termine simbolicamente e materialmente rappresentato dal primo shock petrolifero.
  • Girolamo Li Causi è stato per lungo tempo il leader dei comunisti siciliani e uno tra i più autorevoli dirigenti nazionali del PCI. A partire dal secondo dopoguerra lavorò alacremente nella sua terra per ricostituire le organizzazioni politiche e sindacali del movimento contadino e per guidare le lotte bracciantili contro il latifondo. Segretario regionale del partito, deputato nell’Assemblea Costituente, senatore, fu vicepresidente della prima Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso. La lotta alla mafia fu il tratto distintivo del suo impegno politico e istituzionale. La vicenda della strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio 1947 per opera della banda di Salvatore Giuliano, è da questo punto di vista emblematica. Nel libro sono raccolti gli interventi pubblici di Li Causi sul drammatico episodio: interventi nell’Assemblea Costituente, nell’Assemblea regionale siciliana, in Parlamento e articoli sulla stampa locale e nazionale. Il volume è introdotto da un saggio dello storico Francesco Renda, all’epoca giovane dirigente del movimento sindacale siciliano, che avrebbe dovuto tenere il comizio a Portella quel 1° maggio del ’47. Renda, ripercorrendo la parabola biografica di Li Causi, caratterizzata dalla passione civile e dal coraggio col quale egli sfidò i soprusi dei grandi proprietari terrieri e la violenza della criminalità organizzata, evidenzia come, nell’intreccio perverso tra politica, mafia e banditismo, impegnati insieme nella difesa degli interessi economici e politici degli agrari, si inserisca anche l’esigenza imprescindibile degli Stati Uniti di esautorare le sinistre dai governi nazionali e regionali delle aree strategicamente rilevanti.
  • Che rapporto si configura attualmente tra il film documentario - quella parte di immagini in movimento che ha come punto di riferimento uno dei «padri» del cinema, Louis Lumière - e il «dominio digitale»? Quali sono le modifiche strutturali che stanno emergendo? Nella prima sezione del volume si analizzano quali novità tecnico-linguistiche, quali modifiche espressive e quali permanenze caratterizzino il film documentario dopo alcuni anni di diffusione delle tecnologie digitali. Nella seconda sezione si affrontano le mutazioni nel processo produttivo: la regia, la raccolta delle immagini, il montaggio, la produzione, la diffusione. In coda ai saggi, un aggiornato glossario tecnico. Il volume contiene scritti di F. Birri, A. Cicconi, V. De Seta, L. Faccini, F. Ferraro, A. Forgione, A. Giannarelli, F. Grosoli, V. Mancuso, R. Mazzantini, A. Medici, M. Mete, S. Muti, R. Perpignani, G. Petitto, L. Ricciardi, S. Savorelli, P. Scarnati, P. Simoni, L. Verga. Le foto sono di N. Guiducci.
  • Emozioni storiche in musica per la Cgil, un sindacato che ha cento anni di vita, ma che vuole anche essere protagonista e punto di riferimento per il futuro. Al centro della Cantata dei cent’anni i valori del lavoro, della solidarietà, nati con l’umanità e che gli uomini e le donne hanno sempre dovuto difendere. Nel libro il testo della cantata e un’intervista ai due autori. Un atto d’amore e d’omaggio verso la Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Musica di Nicola Piovani Versi di Vincenzo Cerami Cantanti: Pino Ingrosso, Alessandro Quarta, Raffaela Siniscalchi, Gabriella Zanchi Voce recitante: Massimo Wertmuller Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Nicola Piovani
  • La memoria storica del sindacato intesa come patrimonio documentale disponibile nelle sue varie forme: da quella scritta a quella orale, dai documenti archivistici alle fonti giornalistiche, dagli archivi pubblici a quelli privati. È questo il fulcro del presente volume, che vuol essere un contributo di riflessione a più voci sulla tematica delle fonti per l’identità storica del movimento sindacale e popolare in Abruzzo. Questa tematica, in particolare riguardo agli archivi sindacali, era molto viva a livello nazionale quando dieci anni fa si scelse di dedicarvi un convegno di studi nella ricorrenza del novantesimo della fondazione della Camera del Lavoro dell’Aquila, di cui questo volume raccoglie gli atti. I contributi presenti, pur se è passato del tempo, non sembrano tuttavia aver perso d’attualità, stante anche la fervida stagione di studi storici nella ricorrenza centenaria della fondazione della CGIL e delle varie strutture collegate. Ma, al di là del momento, si intende offrire uno strumento di lavoro valido per trasmettere alle future generazioni di sindacalisti e di studiosi la conoscenza di un patrimonio documentale frutto della concreta azione sindacale per la dignità del lavoro e lo sviluppo della società abruzzese e italiana.
  • L’incremento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro ha innescato cambiamenti sociali orientati all’affermazione di un’uguaglianza di genere. Questo volume fornisce una riflessione sullo stato attuale delle asimmetrie tra uomini e donne nella conciliazione tra sfera pubblica e privata a partire dalla ricostruzione del quadro offerto dalle fonti statistiche ufficiali. Attraverso una complessa indagine sul campo, effettuata mediante questionari e interviste in profondità, è stata ascoltata la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, per fare emergere le nuove strategie di coppia orientate alla condivisione del lavoro, ma anche il persistere dei pregiudizi e i vincoli che il sistema Italia pone alla diffusione di una cultura di parità. La cultura del nostro paese è stata osservata anche nella sua espressione simbolica, mediante l’analisi dell’immaginario legato alla famiglia proposto dai mass media, in particolare da riviste «femminili» e «maschili». Il termine di confronto utilizzato per comprendere meglio le criticità italiane e suggerire possibili soluzioni è l’Europa: di alcuni paesi sono state esaminate in dettaglio le normative e le agevolazioni economiche tese a favorire un riequilibrio di genere nella distribuzione dei lavori che il vivere sociale comporta.
  • Ernesto Nathan - questo sindaco «anomalo» per la città di Roma, perché inglese di nascita, ebreo e massone - impresse alla sua attività di amministratore i tratti di una integrità morale che gli veniva riconosciuta da amici e avversari. [...] Nei sei anni in cui Roma venne governata dalla giunta democratica da lui diretta, si delinearono nuove scelte urbanistiche e si realizzarono importanti innovazioni nei servizi pubblici e nel campo dell’istruzione e dell’edilizia scolastica, ma credo che lascito fondamentale di quegli anni rimanga il processo di democratizzazione che per la prima volta investì la città. (Dalla prefazione di Walter Veltroni) Il libro, delineando il percorso di vita di Ernesto Nathan, mette in luce l’evoluzione del suo pensiero politico e del suo impegno nel quadro delle vicende dell’Italia post-unitaria e di Roma capitale. Dalle prime esperienze nel movimento democratico e nei tentativi unitari dell’Estrema Sinistra, si passa alle attività di assessore della Giunta capitolina del 1889/90, di fondatore della Società «Dante Alighieri», di protagonista del Patto di Roma, di consigliere provinciale a Pesaro, di candidato alle elezioni politiche e di gran maestro della Massoneria, in un fitto intreccio con la storia politica italiana e con i suoi protagonisti: dalla «rivoluzione parlamentare» di Depretis all’epoca crispina, dalla nascita dei primi partiti politici allo scandalo della Banca Romana e alle lotte di fine secolo. Sono quindi illustrate le iniziative di Nathan, sindaco di Roma negli anni 1907/1913, nel quadro dell’età giolittiana e dell’evoluzione della politica dei «blocchi popolari», concludendo sugli ultimi anni di vita, animati dai dibattiti del periodo della prima guerra mondiale e del primo dopoguerra.
  • ... non è un po’ assurda la mappa di partiti e partitini che coprono il campo dell’opposizione (e oggi sono anche membri del governo), e sono ciascuno ostinatamente attaccato alla sua bandiera, che a volte è solo un nome più che una organizzazione? Che senso ha? Che significato ha questa frammentazione? Io non la capisco e non la giustifico. È un mio residuo di stalinismo? Penso di no... (da Intervista a Pietro Ingrao) Il Centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato, luogo fondamentale di elaborazione politica e culturale della sinistra italiana, è stato un prezioso laboratorio di studi, iniziative, ricerche, interventi, analisi e proposte. Le carte d’archivio, recuperate, sistemate e messe a disposizione degli studiosi, sono una fonte preziosa per approfondire l’indagine sul ruolo degli intellettuali e degli istituti culturali e sul loro rapporto con il PCI. Oggi, di fronte a una crisi del sistema politico che sembra segnare anche la scomparsa di ogni cultura politica, è importante tenere viva la tradizione e la memoria di questi luoghi di ricerca e di elaborazione, di riconoscimento e di appartenenza. Ricostruire la storia del CRS - a partire dalla sua fondazione nel 1972, ad opera di Umberto Terracini, fino alla lunga presidenza di Pietro Ingrao, terminata nel 1993 - significa dunque riproporre il tema cruciale del rapporto tra cultura e politica. Questa storia, ricostruita attraverso l’analisi di Cotturri, i ricordi di Ingrao e le carte dell’archivio, ripercorre l’ultimo trentennio della vicenda italiana fino alla fase della transizione tra la prima e la seconda Repubblica, intrecciando il difficile percorso di ricerca di autonomia del CRS con le rapide trasformazioni avvenute sulla scena nazionale e internazionale.