• L’edilizia sostenibile è una delle leve più importanti per affermare un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare l’attività economica con la tutela dell’ambiente e la qualità della vita collettiva. La ricerca Nuovi modelli di abitare e di produrre analizza gli impatti socio-economici della trasformazione in chiave sostenibile del settore delle costruzioni, considerando gli effetti sulla produttività, l’occupazione, la qualità del lavoro e la contrattazione. Nella prima parte dello studio si descrivono le tipicità e criticità del comparto delle costruzioni, si delinea il quadro delle politiche a sostegno dell’edilizia verde, si identificano i profili professionali in evoluzione sia in termini di nuove figure e competenze sia analizzando il rapporto tra green building e condizioni di lavoro. Nella seconda parte si presentano gli studi di caso su imprese fortemente innovative sul piano tecnologico e organizzativo. L’analisi mostra lo stretto legame esistente tra innovazione e industrializzazione del ciclo produttivo, che comporta un diverso rapporto tra fabbrica e cantiere, con rilevanti conseguenze su tutte le fasi della progettazione, realizzazione e manutenzione di un edificio fino al modo stesso di abitare. Lo studio fornisce indicazioni e suggerimenti per la costruzione di una nuova politica di sviluppo del settore e per rafforzare le strategie d’intervento del sindacato nel paradigma dell’economia sostenibile.
  • Il testo esplora il tema dell’acqua e del suo diritto, inteso come disciplina giuridica del bene e del servizio idrico integrato, passando in rassegna gli eventi che ne hanno influenzato la definizione, da un punto di vista sia normativo sia culturale. La rico-struzione pone al centro di questi processi la campagna referendaria sull’«Acqua bene comune», che si è svolta nel 2011, e il relativo esito della consultazione popolare, il quale ha aperto una discussione sulla definizione normativa del servizio idrico integrato e sui modelli di gestione ad esso applicabili, oltre a diffondere una nuova sensibilità per i beni comuni. Ampio spazio è riservato all’esperienza parigina e a quella napoletana di ritorno alla gestione pubblica, che dimostrano come sia possibile, per un bene cruciale come l’acqua, immaginare un ruolo forte delle istituzioni locali, valorizzando altresì gli elementi della partecipazione e della conservazione delle risorse anche per le generazioni future.
  • Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014 e del Premio Nazionale di Editoria Universitaria 2016 Nonostante il ruolo fondamentale che occupa in molte scienze, la probabilità rimane una delle branche della matematica quasi sconosciuta in ambito non specialistico. I testi divulgativi la liquidano in poche pagine, discutendo spesso soltanto esempi un po’ banali, evitando gli sviluppi più recenti, lasciando il lettore con la sensazione che la probabilità sia una scienza misteriosa, vaga e piena di paradossi. Prendendo per spunto una serie di dialoghi su questioni di tutti i giorni (dal gioco del lotto all’omeopatia, dalle diagnosi mediche alla «lettura del pensiero») il testo conduce il lettore alla scoperta dei principali aspetti della teoria della probabilità, di alcune sue applicazioni fino a quelle più avanzate che hanno permesso l’introduzione dei concetti di caos, frattale e complessità algoritmica, nonché di alcuni protagonisti del suo sviluppo.
  • Dopo Gomorra, Scampia, ’a monnezza, la terra dei fuochi. Trent’anni fa moriva Eduardo De Filippo, il grande attore, regista, scrittore. Tre decenni in cui non si è spento, e anzi aumenta, il desiderio che Napoli, i dintorni, il Paese, possano vivere giorni diversi. Questo libro ha due obiettivi: presentare nuovi racconti – poco celebrativi, inquieti, provocatori – di persone che lo hanno conosciuto e a partire da essi comporre un ritratto delle trasformazioni che Eduardo aveva intuito e proposto nei suoi lavori, fra teatro, cinema e televisione. «Scavalcamontagne», ovvero artista che rivela di essersi misurato fin da giovanissimo con il pubblico nelle zone lontane. «Cattivo», nel senso di esigente, un forte carattere nei rapporti sulle scene e nella vita. «Genio consapevole», per la sicurezza e misura con cui scriveva e rappresentava le sue idee. Eduardo è stato una sorta di moderno «viaggiatore», originale e spregiudicato, nell’Italia del Novecento, un paese che conosceva spostamenti di milioni di persone dal Sud al Nord e viceversa, incontri e scontri di linguaggi e di convinzioni. Ma anche «sperimentatore» curioso, sensibile ricercatore di nuove competenze tra le arti e la comunicazione, sempre pronto a trasferire nei drammi, commedie, film, pensieri e sentimenti capaci di parlare agli spettatori, nel segno di un’umanissima lezione.
  • Invisibili?

    14.00 
    Cosa hanno in comune sei donne latinoamericane approdate a Roma in cerca di un futuro migliore con le guerriere dell’acqua di Cochabamba, le indigene zapatiste o le Madres de Plaza de Mayo? Cosa lega la migrazione ai grandi movimenti sociali sviluppatisi in America Latina nel nuovo secolo? Entrambi sono una reazione al neoliberismo spietato che a partire dagli anni ’80 ha stravolto le società e le economie di un intero continente, entrambi sono fenomeni caratterizzati da un forte protagonismo femminile. Le testimonianze delle migranti e i saggi su quattro eventi emblematici della lotta al neoliberismo in America Latina, contenuti in questo libro, sono accomunati dal fatto che le protagoniste sono spesso donne ordinarie e invisibili, impegnate in modi diversi in una lotta quotidiana contro un sistema economico che le sfrutta in patria e all’estero, ma anche contro il maschilismo e il patriarcato, l’esclusione e la marginalità. Questo libro è un percorso di esplorazione nell’universo femminile dell’America Latina, nelle identità create dai processi migratori, di ribellione e di emancipazione, e nelle rappresentazioni o (non)- appresentazioni che la società crea di queste donne protagoniste del cambiamento sociale. Il quadro che ne emerge è quello di un continente in fermento e di donne cariche di risorse immense, coraggio e dedizione, ma anche di solitudine e mancanza di riconoscimento, come mostra l’inserto fotografico che accompagna il libro.
  • L’articolo 3

    16.00 
    Arriva il primo rapporto periodico sullo stato di attuazione dei diritti fondamentali della persona e delle garanzie poste a protezione delle minoranze. Pensato per valutare e «misurare» il riconoscimento o il mancato riconoscimento, l’effettiva attuazione o l’inosservanza, dei diritti e delle garanzie correlati al pieno esercizio delle prerogative fondamentali della persona: dalla libertà personale alla libertà di movimento, dalla libertà religiosa alla libertà sessuale, alla libertà dalle discriminazioni di qualunque origine e dalle violenze comunque motivate. Tra i temi trattati, disabilità, omosessualità e diritti, il pluralismo religioso, minoranze, migrazioni e integrazioni, profughi e richiedenti asilo, giustizia e garanzie, libertà di espressione e informazione, dati sensibili, riservatezza e diritto all’oblio. E ancora: la tutela dei minori, l’istruzione e la mobilità sociale, la libertà femminile e l’autodeterminazione, il diritto alla salute e la libertà terapeutica, le garanzie del lavoro e quelle del reddito, la protezione dell’ambiente. La tutela e l’effettività dei diritti umani non è affare esotico che riguarda lande e continenti lontani. Al contrario, è bene partire da noi, prima di andare in giro per il mondo a predicarne il valore e l’urgenza. L’articolo 3 è un resoconto e un progetto politico. Il progetto politico della Costituzione repubblicana e del principio d’uguaglianza scritto in nome della dignità e dei diritti di ogni essere umano. (dalla prefazione di Luigi Manconi) Scritti di: Daniela Bauduin, Valentina Brinis, Valentina Calderone, Valeria Casciello, Angela Condello, Ulderico Daniele, Angela De Giorgio, Silvia Demma, Valeria Ferraris, Domenico Massano, Caterina Mazza, Ezio Menzione, Paolo Naso, Giovannna Pistorio, Federica Resta, Mauro Valeri. Contributi e approfondimenti di: Alessandro Leogrande, Eligio Resta.
  • Dirsi lesbica

    15.00 
    Un libro innovativo, che mette al centro i percorsi individuali e relazionali che portano alla costruzione di sé come lesbica. Dirsi lesbica, nominarsi come tale, è un atto politico. La ricerca di Natacha Chetcuti si concentra sulle rappresentazioni e sulle pratiche esistenziali e politiche lesbiche. L’autrice ci porta dentro e attraverso il mondo delle coppie lesbiche; la cosa più significativa che ne viene fuori è la simmetria che caratterizza il rapporto, il desiderio e il piacere, rendendo le donne che si amano ambedue soggetto. Le lesbiche si sottraggono a una condizione di oggetto, spiazzando e denaturalizzando la costruzione binaria dei generi e dunque l’eterosessualità obbligatoria come fondativa del-l’identità. Producendo elementi nuovi che allargano l’orizzonte di una sociologia della sessualità, il libro rende manifesta la polisemia che gli atti, le pratiche, le rappresentazioni sessuali ricoprono nell’esperienza delle lesbiche intervistate. Il volume contiene un utile glossario di terminologia lesbica.
  • Per questo libro le autrici sono state insignite del Premio Maratea 2017 Il libro di Maria Grazia Ciaccio e Giovanna Cultrera, che esce per la collana divulgativa Fondamenti, vuole fare chiarezza su un fenomeno naturale che interessa l’Italia in modo particolare. Le autrici, ricercatrici dell’INGV, si rivolgono a un pubblico di non addetti ai lavori per spiegare le basi scientifiche del fenomeno, l’impatto sociale che un sisma può avere sulla società e, infine, i modi attraverso i quali possiamo evitare che i terremoti si trasformino in catastrofi di grandi dimensioni. Solo negli ultimi anni abbiamo assistito a tre terremoti che hanno provocato vittime e molti danni (Molise 2002, L’Aquila 2009, Emilia Romagna 2012). E tra tutte le catastrofi naturali che si abbattono sul nostro paese, sono proprio i sismi a causare i danni più ingenti e il maggior numero di vittime (120mila negli ultimi 110 anni). Perché si verificano i terremoti? Come e dove avvengono? Come si propagano le onde sismiche? Cos’è il “rischio sismico”? Modalità costruttive degli edifici, studi sulla pericolosità sismica e applicazione della normativa antisismica influiscono sulla sicurezza della vita quotidiana. Roma è un ottimo esempio di quanto geologia, densità abitativa e patrimonio architettonico possano rendere una grande metropoli vulnerabile a terremoti forti sebbene distanti. La storia racconta che spesso le conseguenze di un forte terremoto sono devastanti e possono comportare cambiamenti epocali. La sismologia svolge quindi un ruolo determinante e concorre a generare la consapevolezza che la prevenzione è l’unica difesa dai terremoti. Per questo sarebbe importante costruire i nuovi edifici secondo le norme antisismiche e adeguare quelli esistenti. Tuttavia la scarsa attenzione istituzionale e i pochi investimenti nella ricerca in Italia limitano drasticamente l’azione preventiva.
  • "Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2015" L’architettura moderna nasce dalla sovrapposizione di due grandi «rivoluzioni»: quella tecnologica, che conduce all’introduzione di nuovi materiali – soprattutto calcestruzzo e acciaio – nella costruzione dell’edilizia corrente, e quella figurativa, in cui è preminente il ruolo delle avanguardie novecentesche che nella pittura hanno già messo in crisi quella spazialità prospettica e tridimensionale tramandata invariata fin dal rinascimento. Ma l’architettura moderna nasce soprattutto dalla risposta ad un interrogativo: qual è lo stile dell’architettura della «Prima età della macchina»? In questo libro la parabola dell’architettura moderna viene ricostruita attraverso l’opera di quattro protagonisti, scelti per raccontare quattro «paradigmi» che rappresentano nodi problematici anche per l’epoca contemporanea: Le Corbusier per il paradigma dell’innovazione; Mies van der Rohe per quello della costruzione; Terragni per quello della sovversione del linguaggio; Niemeyer per quello del globale vs locale.
  • L'investimento formativo nei primissimi mesi dell’infanzia è stato da tempo riconosciuto dalla letteratura scientifica come un elemento fondamentale per lo sviluppo del capitale umano, e – insieme – come fattore che condiziona la capacità di rottura delle catene di riproduzione della disuguaglianza sociale. I bambini che fin da piccoli frequentano strutture di childcare dimostrano maggiore capacità di ascolto, di concentrazione nello studio, maggiori abilità nello stabilire relazioni amicali e di cooperazione con i pari e nello sviluppare creatività nel gioco e nella didattica. Nello stesso tempo, è provato che un vasto e diffuso tessuto di offerta di servizi alla prima infanzia previene l’esclusione sociale, incide sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sui loro tassi di fecondità, sulla conciliazione tra l’assunzione delle responsabilità private familiari e l’adempimento delle obbligazioni associate al lavoro remunerato. A questo portato di «positività» delle strutture di servizio per la prima infanzia non sembra aver corrisposto una relativa ridefinizione dell’agenda politica nel senso dell’investimento sull’estensione e l’innovazione dei servizi: i dati confermano quanto ancora il paese sia distante dalla soglia minima di partecipazione del 33% decisa a Lisbona nel lontano 2002. Nello stesso tempo, il dibattito sulla valutazione della qualità nei servizi alla prima infanzia è molto ricco ma, spesso, non si dimostra capace di cogliere la molteplicità dei livelli coinvolti (politico, istituzionale, amministrativo, sociale ecc.) e gli attori che concorrono alla costruzione del servizio. Il volume, con i suoi diversi apporti, si colloca all’incrocio di queste tematiche.
  • Il Rapporto rappresenta una fotografia dettagliata dei diversi fenomeni di sfruttamento lavorativo nel settore agricolo e più in generale uno studio sull’illegalità e sull’infiltrazione mafiosa nell’intera filiera agroalimentare. Si compone di quattro parti. Nella prima parte viene svolto un approfondimento analitico sullo stato del settore, sui principali fenomeni di illegalità, sulle inchieste condotte dalla magistratura e sul tentativo della criminalità organizzata di condizionare pesantemente l’economia della filiera agroalimentare. Un’indagine specifica è qui svolta sul caso della «Terra dei fuochi». La seconda parte del Rapporto entra maggiormente nello specifico con le analisi dedicate allo sfruttamento lavorativo in agricoltura attraverso il caporalato, alla gestione del mercato del lavoro agricolo, alla tutela individuale e collettiva dei lavoratori gravemente sfruttati. Seguono tre casi di studio: Piemonte per il nord, Lazio per il centro, Puglia per il sud, in cui vengono illustrate buone pratiche di intervento contro lo sfruttamento e l’illegalità realizzate in questi territori. La terza parte è relativa alla ricostruzione delle mappe dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura, individuate in 18 regioni e 99 province, a dimostrazione del fatto che lo sfruttamento del lavoro agricolo e il caporalato, seppur con forme e intensità diverse, sono fenomeni ormai insediati su tutto il territorio nazionale. La quarta parte infine è dedicata alla raccolta di diversi materiali particolarmente utili per l’approfondi-mento del tema e la predisposizione di iniziative e interventi contro i fenomeni di illegalità analizzati nel volume. Gruppo di ricerca. Jean Renè Bilongo, Francesco Carchedi, Massimiliano D'Alessio, Federica Dolente, Salvatore Fachile, Ivana Galli, Giorgia Cantaro, Roberto Iovino, Cinzia Massa, Lucio Pisacane, Enrico Pugliese, Lorenzo Trucco, Alessandra Valentini. Testi a cura di: Francesco Carchedi, Roberto Iovino, Cinzia Massa.
  • Una storia cominciata subito dopo il V Congresso nazionale che si tenne a Milano nel 1960, quando fu costituito per la prima volta il Comitato di coordinamento regionale delle Camere del lavoro, che divenne poi il Comitato regionale lombardo. Da allora lo sviluppo di questa realtà, che alle origini svolgeva un ruolo di puro coordinamento tra le strutture legate al territorio e ai luoghi di lavoro, ha segnato nel tempo una vera e propria discontinuità e, armonizzandosi con i cambiamenti della struttura statale, che si è via via decentrata attribuendo sempre più alle Regioni i poteri delegati dal Titolo V della Costituzione, si è configurata come un luogo di iniziativa e di direzione dell’azione sindacale complessiva della Cgil [...] Dalla sua nascita ad oggi, la struttura regionale ha dunque assunto un ruolo essenziale, non solo nella Cgil, ma nelle scelte politiche concrete, anche di carattere legislativo, per fare fronte alla crisi, per salvaguardare la salute, la sicurezza, il territorio e l’ambiente, e anche per la tenuta unitaria nella contrattazione regionale e nel rapporto con la politica […] È attraverso il Regionale e le Camere del lavoro, che passa e si dirama nel territorio l’identità di un’organizzazione, l’immagine di un sindacato confederale che guarda ai problemi da un punto di vista generale, e, proprio per questa sua visione complessiva, è più capace di affrontare le grandi sfide. Di un sindacato che deve anche cambiare se stesso profondamente, ma che, per ripartire e guardare al futuro, non dimentica da dove viene [...] dalla prefazione di Susanna Camusso