• A quasi due anni dall’inizio della pandemia, attraverso diversi articoli pubblicati su Idea Diffusa, ripercorriamo gli accadimenti e i temi che sono stati al centro del dibattito pubblico e sindacale. Quale modello di sviluppo dopo la pandemia? Il Covid ha tirato una riga sul mondo che avevamo conosciuto, ha messo in discussione il modello economico e sociale dominante, ha messo in crisi il mondo del lavoro, il modello produttivo e i rapporti sociali e personali. La pandemia ha amplificato il dibattito sul cambiamento climatico e il futuro del pianeta, sulla transizione digitale e la crescita delle diseguaglianze, evidenziando la fragilità dei sistemi politici occidentali e, in generale, ha posto il tema del le forme di espressione e della reale valenza della rappresentanza democratica. Il numero speciale, che nasce dalla selezione di alcuni articoli, non ripercorre cronologicamente la fase pandemica, ma focalizza alcuni temi dirimenti e ci consente, senza un vincolo temporale, di guardare al futuro ragionando di sviluppo sostenibile, innovazione tecnologica, ricerca, digitalizzazione, ambiente, diritti e soprattutto lavoro. La qualità degli interventi ci consente di ragionare sul futuro che vorremmo, sugli errori da evitare, sul ruolo dello Stato e del Pubblico, sulle politiche industriali e sul ruolo del sindacato ed il mondo del lavoro.
  • Fra i massimi teorici della cultura contemporanea, Fredric Jameson è l’esponente di punta dell’attuale critica marxista. Le sue analisi della postmodernità capitalistica hanno rivoluzionato l’alfabeto della teoria estetica e sociale. La sua difesa della dialettica continua a rappresentare un modello di resistenza filosofica alla liquidazione del pensiero critico. Questo volume si propone di attraversare le fasi più rilevanti di un’avventura intellettuale di lungo corso e di ampio respiro: dal confronto con i modelli del marxismo novecentesco all’elaborazione di una teoria politica del testo letterario, sino al tentativo di costruire una mappa delle ideologie attive nel presente. Letteratura, musica, cinema, nuove forme d’arte: nulla sfugge all’attenzione analitica di Jameson e al bisogno di mantenere vivo il punto di vista della totalità.
  • Come saremo nel 2030? La risposta a questa domanda dipenderà anche da come avremo esercitato il nostro ruolo in questi dieci anni, dal coraggio, dalla determinazione e dallo sforzo di immaginazione che avremo messo in campo. La sfida è economica, sociale e democratica e chiama in causa il ruolo del sindacato e della contrattazione. Bisogna mettere in discussione un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento, sia dell’uomo che dell’ambiente. Se il mondo si trasforma, il sindacato si confronta con il mondo e propone modelli sociali ed economici imperniati sulla giustizia, basati sui diritti del lavoro e sui diritti universali della persona, con un ruolo centrale degli investimenti e della governance pubblica. I dieci anni delle transizioni, ecologica e digitale, potrebbero cambiare il mondo e necessitano di conoscenza, programmazione e audacia: su questo si misurano, in uno sforzo corale, esperti, docenti, categorie e confederazione.
  • L’industria sta cambiando rapidamente, in Italia, in Europa e nel mondo. Le nuove tecnologie trasformano prodotti e sistemi produttivi, le attività si spostano da Occidente a Oriente. In questo contesto anche il lavoro muta profondamente, sia nella quantità che nella qualità dell’occupazione; la questione ambientale assume un ruolo di assoluta centralità, mentre ritornano sulla scena le politiche industriali dei governi. Il volume di Vincenzo Comito analizza queste trasformazioni e le conseguenze per l’Italia, con approfondimenti su tre settori: l’alta tecnologia dei semiconduttori, la transizione dell’automobile verso l’elettrico, la produzione di carne, che assume forme sempre più industriali. Tra le strategie delle grandi imprese multinazionali e il declino industriale italiano, si delinea dunque un quadro economico, sociale e politico molto incerto.
  • L’autrice dimostra come dei meccanismi elementari della propaganda di guerra, utilizzati per la prima volta in occasione del conflitto del 1914-1918, ci si sia serviti regolarmente in tutte le ostilità successive (comprese le più recenti). Il libro, per il suo carattere didattico, ha conosciuto un grande successo internazionale: tradotto in sette lingue (tra le quali il giapponese) e ripubblicato in varie edizioni, si è oggi trasformato in un «classico», utile soprattutto a comprendere come la propaganda ci spinga ad accettare guerre che al loro insorgere disapprovavamo. Di seguito potete visualizzare l'intervista su Collettiva.it alla storica belga Anne Morelli  realizzata da Carlo Ruggiero il 24 febbraio 2024  Intervista all'autrice Anne Morelli
  • Nel 2018 avevamo finalmente cominciato a sanare l’anomalia italiana di non avere uno schema di reddito minimo. Il 2023 segna il ritorno al passato. Il decreto lavoro e la successiva conversione in legge re-introducono misure categoriali di sostegno al reddito, che distinguono pesantemente fra poveri meritevoli e non meritevoli, a dispetto della Raccomandazione europea dello stesso anno relativa a un reddito minimo adeguato. Le responsabilità del governo di centro destra sono evidenti: la sua azione, tuttavia, è stata facilitata dal radicamento e dall’estensione, nel nostro paese, delle resistenze culturali nei confronti del reddito minimo. Attraverso un’analisi rigorosa, ma di facile lettura, il volume mira a fornire gli strumenti indispensabili per cercare di contrastare queste resistenze e cambiare rotta. Entra nel dettaglio delle principali configurazioni di reddito minimo e dei più complessivi redditi di base, intendendo, per reddito di base, un trasferimento monetario, liberamente spendibile, finanziato dalle imposte e finalizzato ad assicurare uno zoccolo di reddito a tutti e tutte. Esamina le più recenti evoluzioni in atto nell’Unione europea e nei paesi membri che la compongono, soffermandosi con particolare attenzione sul caso italiano. Presenta, infine, le tante ragioni che possono essere invocate a favore di un reddito di base, delineando le principali implicazioni per le politiche di contrasto della povertà. Al riguardo, difende con forza quello che viene definito un reddito minimo di cittadinanza.
  • CM N. 5/2023

    15.00 
    Editoriale
    • Aldo Tortorella, La cultura dell’odio e quella della pace
    Osservatorio Israele/Palestina
    • Summa, Sospesa dalla Knesset perché critica Netanyahu. Intervista a Aida Touma-Sliman
    • Schuldiner, Quali fondamenti a sinistra per un’alleanza di pace?
    • Napoletano, L’Unione europea alla ricerca di un ruolo perduto
    • Moltedo, Biden nella morsa di Bibi
    • Grandi, Battaglia referendaria per una strategia vincente contro le destre
    • Piccolino, Puleo, Fratelli d’Italia tra radicalismo e normalizzazione
    • Chiodo Karpinsky, L’opposizione russa a guerra e dittatura
    • Tsakalotos, Leaderismo e governismo all’origine della crisi di Syriza
    Laboratorio culturale
    • Tedde, L’autogoverno popolare dello spazio pubblico
    • Vaccaro, Cento anni di teoria critica
    Schede critiche
    • La Porta, L’opera-vita di Gramsci
  • CM N. 3/2023

    15.00 
    Editoriale
    • Aldo Tortorella, Nazione, nazionalismo, Europa 
    Osservatorio
    • Vincenzo Vita, Berlusconi, una gioiosa ma triste autobiografia della nazione
    • Piero Di Siena, L’ambizione di Giorgia Meloni: un cambio di regime
    • Franco Astengo, Note sull’esito delle amministrative 2023
    • Fulvia Bandoli, Che cosa insegna l’alluvione in Romagna 
    • Caterina Diotto, «Il meglio è ancora qui». Ecofemminismo e pensiero della differenza
    • Romeo Orlandi, Lontano dagli occhi, lontano dal fronte.
    • Pechino, Kiev e il resto del mondo 
    • Pasqualina Napoletano, Non rassegnarsi all’ideologia della guerra
    • Francis Sitel, La riforma delle pensioni in Francia: rivolta sociale e sconvolgimento politico 
    Laboratorio culturale
    • Lelio La Porta, Berlinguer, la pace e lo sviluppo 
    • Giovanbattista Vaccaro, Il marxismo critico dell’Europa dell’Est
    • Lorenzo Serra, Critica dello specialismo e cultura estetica nel giovane Lukács 
    Schede critiche
    • Sebastián Gómez, Passato e presente: marxismo e pedagogia
  • CM N. 4/2023

    15.00 
    Editoriale
    • Aldo Tortorella, Il cinismo e i sentimenti 
    Osservatorio
    • Vincenzo Vita, Lotte di classe a Hollywood 
    • Claudio Treves, Il peso del “lavoro povero”, salario minimo e precarietà 
    • Filippo Miraglia, Ossessione immigrazione. Tra propaganda, norme disumane e falsità 
    • Alberto Leiss, Mettere al mondo tra desiderio, tecnica e mercato
    Laboratorio culturale
    • Andrea Bianchi, L’eredità difficile di Mario Tronti 
    • Claudio Natoli, Mussolini e il fascismo: tra storia e “fake memory” 
    • Andrea Fedeli, Un abbozzo di teoria democratica: la Critica marxiana del ’43 
    • Giorgio Mele, Cesare Luporini tra libertà e strutture 
    • Stefano Petrucciani, Gian Mario Bravo storico del socialismo 
    • Gaetano Errigo, Il Pci nel Mezzogiorno e in Calabria (1921-1953) 
    • Marco Maurizi, L’invenzione dell’animalità. Per una lettura marxista degli “animal studies” 
    Schede critiche
    • Mihaela Ciobanu, Lukács e gli italiani 
    • Lelio La Porta, Letteratura mondiale, nel segno di Fortini 
    • Lelio La Porta, Scotellaro poeta, politico, sociologo 
    • Guido Liguori, Gli intellettuali e la pandemia 
  • Gli Stati Uniti di oggi, alla fine del «fallito esperimento quarantennale del neoliberismo», come lo ha definito Biden, e appena prima delle elezioni presidenziali del 2024, in cui si deciderà il ritorno oppure la sconfitta definitiva del «trumpismo». Una fase cruciale, con la democrazia interna alterata dallo strapotere del Grande capitale e dalle trasformazioni profonde del mondo del lavoro, e resa «fragile» dalle disuguaglianze sociali e dalle divisioni ideologiche e politiche che attraversano la società. L’unica certezza, per ora, risiede nel grave insuccesso dei progetti di ricomposizione cui Biden aveva puntato, con il quadro internazionale investito sia dalla guerra in Ucraina, sia dal montare della contrapposizione nei confronti della Cina: due «fronti» diversi tra loro e che investono entrambi il Paese nelle sue aspirazioni «neo imperiali». Un quadro che, nell’insieme, riguarda anche l’Europa e l’intero sistema dei rapporti economico-politici e culturali su scala mondiale.
  • CM N. 6/2023

    1,500.00 
    Editoriale
    • Aldo Tortorella, L’Europa in guerra 
    Osservatorio
    • Massimo Cavallini, Argentina: e dalla notte dei tempi giunse Javier Milei
    • Romeo Orlandi, Nuovo multilateralismo? Quattro eventi e un brutto pensiero 
    • Simona Fabiani, La guerra e il resto da eliminare contro la crisi climatica
    • Felice Adinolfi e Roberto Weber, Il grande malessere, o l’Europa dei trattori
      I cento anni dell’Unità
    • Alexander Höbel, Nascita di un giornale operaio
    • Letizia Paolozzi e Alberto Leiss, L’organo del “partito nuovo” e l’avvento dei giornali-partito
    • Pietro Spataro, Un quotidiano in crisi di identità e l’occasione mancata dei giornalisti
    • Vincenzo Vita, Da l’Unità ai social. Una rivoluzione senza rivoluzione 
    Laboratorio culturale
    • Lelio La Porta, Il “Gramsci di destra”, pericoloso ma senza fondamento 
    • Antonio Di Meo, La «rivoluzione passiva» nell’universo concettuale gramsciano
    • Sergio Cesaratto, La moderna teoria del sovrappiù e l’analisi delle economie precapitalistiche 
    Schede critiche
    • Antonio Di Meo, Rivoluzione ed egemonia in Gramsci
    • Mihaela Ciobanu, Marx, Dussel e la «periferia» del mondo 
  • Nel settembre 2002 Bruno Trentin riceve dall’Università di Venezia la laurea honoris causa in Economia. «Il tema di questo mio intervento – afferma in occasione del prestigioso conferimento – riguarda il rapporto fra lavoro e conoscenza. L’ho scelto perché mi sembra che in questo straordinario intreccio che può portare il lavoro a divenire sempre più conoscenza e quindi capacità di scelta e, quindi, creatività e libertà, sta la più grande sfida che si presenta al mondo all’inizio di questo secolo. La sfida che può portare a sconfiggere le vecchie e nuove disuguaglianze». Un tema, quello della società ed economia della conoscenza, che in Trentin ha origine con l’esperienza delle 150 ore e che ritorna fortemente nella sua elaborazione politica e culturale degli anni a seguire. Il volume ripercorre – attraverso documenti editi e inediti – le principali tappe della sua elaborazione intellettuale sul tema, dall’accordo del 19 aprile 1973 agli ultimi scritti di poco precedenti il tragico incidente del 2006, che causerà la sua morte nell’agosto dell’anno successivo.