• Nel quadro delle grandi trasformazioni di inizio Novecento, quali l’avvento della società di massa e l’avvio dell’industrializzazione, i contadini e gli operai sono al centro di quella grande stagione di scioperi che, all’alba del nuovo secolo, rivelò la molteplicità delle istanze «di base» e la frammentazione del proletariato italiano. Pari importanza assumono le vicende dei quadri attivi nel periodo immediatamente successivo, quando furono compiute scelte importanti, compendiate nel progetto di fondare un nuovo organismo, la Confederazione Generale del Lavoro. Obiettivo del volume è dunque tracciare le linee di una «storia sociale dell’organizzazione», volta a ricostruire i concreti meccanismi di funzionamento della CGdL. Ne emerge uno scenario appassionante, fatto non solo di mozioni congressuali e piattaforme politiche (finora del resto esaurientemente illustrate), quanto di donne e uomini animati da passioni ideali e interessi materiali, capaci di forti slanci unitari, ma anche di aspri scontri: una storia di grandi scioperi e di quotidianità minuta, sullo sfondo del conflitto sociale e del rapporto fortemente dialettico tra sindacato e partito socialista. Un intreccio complesso, capace comunque di produrre effetti profondi nella società italiana.
  • Con questo suo terzo rapporto sui temi dei redditi da lavoro, della contrattazione e della produttività in Italia e in Europa, l’Ires continua il monitoraggio sugli effetti delle politiche contrattuali avviato con i rapporti precedenti (A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, La politica dei redditi negli anni ’90, Ediesse, 2003; A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, I salari nei primi anni 2000, Ediesse, 2005). Il rapporto attuale analizza l’impatto delle politiche economiche del periodo di governo del centrodestra sui redditi, sia sul versante dei rinnovi contrattuali che su quello delle politiche fiscali, raffrontando i risultati dell’esame con gli effetti delle misure economiche varate dal governo di centrosinistra nella Finanziaria 2007. L’analisi svolta mette in luce l’esigenza di una nuova politica dei redditi capace di tenere insieme: la difesa e la crescita dei redditi netti mediante l’azione contrattuale e fiscale, il controllo dei prezzi e delle tariffe, la ridefinizione degli strumenti di welfare a partire dal livello locale, il rilancio della competitività e la crescita della produttività. In tal senso si richiama l’attenzione della politica sul fatto che agire sui redditi significa coordinare tutti gli interventi che concorrono a far crescere i redditi individuali e familiari, al fine di ripristinare nella distribuzione della ricchezza un criterio di equità che appare condizione indispensabile per sconfiggere le nuove disuguaglianze sociali. Nello scenario politico attuale, anche il confronto con le dinamiche salariali e con le esperienze di contrattazione in Europa conferma l’esigenza di rilanciare un’ipotesi di concertazione «rafforzata» per realizzare una buona politica dei redditi in questa legislatura.
  • Il presente volume è frutto di un progetto del Segretariato Europa della Cgil, denominato «Più Cae, più diritti. Ridurre il deficit di accordi sui Cae in Italia», cofinanziato dalla Commissione Europea. Obiettivo del progetto è stato quello di favorire, attraverso più attivi scambi di conoscenze tra rappresentanti di federazioni sindacali italiane ed europee e il contributo di esperti, la crescita di una cultura negoziale, per la stipulazione di buoni accordi nelle imprese italiane ancora inadempienti agli obblighi di legge, e la diffusione delle prassi migliori in materia di diritti di informazione e consultazione.
  • È il 27 ottobre del 1956. Di fronte alla decisione dei sovietici di intervenire militarmente in Ungheria, la Segreteria della Cgil assume una posizione di radicale condanna dell’invasione destinata a stroncare nel sangue la domanda di democrazia e di partecipazione reclamata dalla rivolta operaia e popolare ungherese e sostenuta dal governo legittimo di Imre Nagy. La condanna non è soltanto dell’intervento militare: il giudizio è netto e investe tanto i metodi antidemocratici di governo di quelle società, quanto l’insufficienza grave dello stesso movimento sindacale di quei paesi. Due ore di sciopero nazionale vengono indette dalla Cgil in solidarietà con le vittime della repressione. Queste posizioni saranno difese con coerenza e determinazione da Giuseppe Di Vittorio nello scontro durissimo che, partendo da quei fatti, si aprì nel Pci e che oppose il segretario generale della Cgil a Togliatti. Si misuravano in effetti in quella vicenda concezioni assai diverse sullo stesso significato della democrazia, sul ruolo del sindacato nella società e, soprattutto, sull’affermazione della sua autonomia nei confronti del partito. Quelle appartenute a Di Vittorio si affermeranno negli anni segnando la cultura e la storia del movimento sindacale italiano.
  • Una valutazione sui possibili percorsi per rinnovare e riaffermare il ruolo e il valore del lavoro nell’epoca della globalizzazione, attraverso l’assunzione di alcuni paradigmi di riferimento - lo sviluppo locale e i beni comuni - coniugati con i temi della sostenibilità, della democrazia partecipata e della contrattazione. «I temi di questa riflessione, l’agenda da seguire per un percorso di ricostruzione sindacale e del movimento operaio, sono scrupolosamente descritti e analizzati [...] Il primo anello da ricostruire è la ricongiunzione tra movimento operaio e società civile, sulla base di un progetto di società fuori della globalizzazione e diverso da quello del capitalismo di mercato [...] Di rado si incontrano testi capaci di riunire gli argomenti e le proposte del movimento sindacale e dei movimenti della società civile in un comune filo conduttore. Il lavoro di Antonio Castronovi, non solo nelle intenzioni ma nei risultati raggiunti, è già un importante risultato verso la ricomposizione del mondo del lavoro con la società, valutati mediante le esperienze e le proposte espresse dalle organizzazioni che li attraversano». (Dalla prefazione di Bruno Amoroso)
  • Nel volume vengono ricostruite le articolate vicende dell’atteggiamento delle due maggiori confederazioni sindacali d’Italia e di Francia verso i processi di integrazione europea, prendendo in esame il lasso temporale che dal 1957 - anno dei Trattati di Roma istitutivi del MEC - giunge al 1973 - anno in cui la CGIL in concomitanza con la costituzione della CES decide di mutare la propria collocazione internazionale cambiando il proprio status all'interno della FSM da «affiliata» ad «associata». Al centro del volume si situano le complesse e non sempre congruenti relazioni fra la CGIL e la CGT, dalla presenza nella maison comune, la Federazione Sindacale Mondiale, al fallimento del Comitato Permanente CGIL/CGT. Dopo un'iniziale convergenza di posizioni rispetto al processo di integrazione, si assiste, negli anni cinquanta e sessanta, a un progressivo accumulo di dissintonie dovuto alle differenti risposte date ai mutamenti intervenuti negli ambienti politici, in particolare in relazione al rapporto con i rispettivi partiti di riferimento e con le altre organizzazioni sindacali, e alle congiunture economiche critiche che avevano posto alle rappresentanze del movimento operaio l'esigenza di un riesame delle proprie concezioni teoriche, strategiche e organizzative. L’intera vicenda si inserisce, infatti, in uno dei periodi più ricchi e intricati della storia politica ed economica europea che va dalla rivolta ungherese agli avvenimenti del 1968, e che investe tutta la parabola del boom proprio fino al 1973, anno in cui il lungo ciclo di sviluppo delle economie europee giunge al suo termine simbolicamente e materialmente rappresentato dal primo shock petrolifero.
  • Perché il lavoro è spesso dolore e sofferenza? A cosa servono i sindacati? Quando, come e perché sono nati? Quali compiti hanno ancora oggi? Grandi domande con risposte semplici e divertenti: un libro a colori, di immagini e versi, ideato, scritto e disegnato da Sergio Staino per i bambini di Bobo e per i bambini di tutto il mondo. Una favola moderna che parte da un pallone dietro il quale si nascondono la cruda realtà del lavoro minorile e i volti anonimi di tanti bambini che lavorano in altre parti del mondo in condizioni talmente inumane da risultare addirittura impensabili. Nasce da qui la riflessione che Dodo, il piccolo protagonista della storia, svilupperà e che lo porterà alla fine, raccolte tante risposte a prima vista ovvie ma in realtà sbagliate, a capire che dietro un oggetto c’è sempre qualcuno che lavora, a volte anche con sofferenza. Il ricavato delle vendite del volume sarà devoluto per l’affidamento a distanza e la scolarizzazione quadriennale di 1.000 bambini in Libano, attualmente costretti a lavorare.
  • «È per rendere onore alla figura di Franco Pintus, assassinato il 13 aprile 1997, la sera di una domenica, mentre rientrava a casa con la famiglia dopo una cena in pizzeria, che abbiamo deciso di pubblicare questo volume. [...] Carlo Ghezzi ricostruisce le vicende di quegli anni, di quella "battaglia politico-sindacale che con il passar del tempo è degenerata in una lotta senza esclusione di colpi", sulla base dei ricordi propri e dei protagonisti della vicenda, oltre che sulle carte processuali, che hanno poi posto un punto fermo sulle responsabilità di Maria Ausilia Piroddi e dei suoi complici nell’assassinio di Pintus (ma nella storia purtroppo non mancano altre vittime), condannandoli nel 2000 all’ergastolo. E non tace nessuno dei ritardi che ci furono, a tutti i livelli dell’organizzazione, nel capire la portata dello scontro e nel prendere provvedimenti adeguati». (Dalla prefazione di Guglielmo Epifani)
  • Girolamo Li Causi è stato per lungo tempo il leader dei comunisti siciliani e uno tra i più autorevoli dirigenti nazionali del PCI. A partire dal secondo dopoguerra lavorò alacremente nella sua terra per ricostituire le organizzazioni politiche e sindacali del movimento contadino e per guidare le lotte bracciantili contro il latifondo. Segretario regionale del partito, deputato nell’Assemblea Costituente, senatore, fu vicepresidente della prima Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso. La lotta alla mafia fu il tratto distintivo del suo impegno politico e istituzionale. La vicenda della strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio 1947 per opera della banda di Salvatore Giuliano, è da questo punto di vista emblematica. Nel libro sono raccolti gli interventi pubblici di Li Causi sul drammatico episodio: interventi nell’Assemblea Costituente, nell’Assemblea regionale siciliana, in Parlamento e articoli sulla stampa locale e nazionale. Il volume è introdotto da un saggio dello storico Francesco Renda, all’epoca giovane dirigente del movimento sindacale siciliano, che avrebbe dovuto tenere il comizio a Portella quel 1° maggio del ’47. Renda, ripercorrendo la parabola biografica di Li Causi, caratterizzata dalla passione civile e dal coraggio col quale egli sfidò i soprusi dei grandi proprietari terrieri e la violenza della criminalità organizzata, evidenzia come, nell’intreccio perverso tra politica, mafia e banditismo, impegnati insieme nella difesa degli interessi economici e politici degli agrari, si inserisca anche l’esigenza imprescindibile degli Stati Uniti di esautorare le sinistre dai governi nazionali e regionali delle aree strategicamente rilevanti.
  • Il volume nasce come omaggio a Federico Caffè a vent’anni dalla sua misteriosa scomparsa il 15 aprile del 1987. Grande economista e maestro di intere generazioni, impegnato nella Resistenza, cittadino esemplare negli importanti compiti svolti in Banca d’Italia, come capo gabinetto del ministro Meuccio Ruini nei governi Bonomi e Parri, e nell’università, Caffè è stato anche un vero amico, spesso critico severo, ma sempre costruttivo, delle forze progressiste e del movimento sindacale. Le sue proposte erano rivolte alla soluzione delle pressanti esigenze degli uomini comuni, in particolare di quelli più svantaggiati. Per alcuni anni si impegnò direttamente nella formazione sindacale con lezioni di cui è ancora vivo il ricordo. Il volume raccoglie un’ampia scelta di scritti di Federico Caffè su varie tematiche, dall’epistemologia alla storia del pensiero economico, alla finanza, alla cooperazione internazionale, all’economia italiana con particolare riferimento al lavoro e all’occupazione. Il testo è arricchito da contributi e testimonianze di economisti e amici, da documenti, manoscritti, lettere e fotografie anche inediti. Sono allegati due Dvd sulla vita e sul pensiero di Caffè, con interventi di personalità delle istituzioni e dell’economia, di familiari e di quanti hanno potuto apprezzarne le doti intellettuali e umane. NEL VOLUME A CURA DI GIUSEPPE AMARI E NICOLETTA ROCCHI: - Saggi, articoli e scritti di Federico Caffè su alcune delle principali tematiche da lui approfondite come quelle epistemologiche, della storia del pensiero economico, della finanza, della cooperazione internazionale, dell’economia italiana, del lavoro e del sindacato, del welfare. - Interventi e testimonianze di: N. Acocella, G. Amari, B. Amoroso, L. Angeletti, F. Archibugi, M. Benetti, A. Bixio, R. Bonanni, G. Becattini, S. Cardarelli, C.A. Ciampi, C. D’Apice, G. Epifani, B. Franzese, M. Franzini, A. Galloni, G. Gilardi, C. Giustiniani, A. Graziani, L. Guardati, G. La Barbera, R. Lama, A. Lettieri, E. Loche, S. Lombardini, P. Lupi, M.P. Montemurro, G. Morelli, R. Orioli, B. Picker, F. Pierelli, P. Pombeni, G.M. Rey, N. Rocchi, M. Soldini, S. Steve, N. Tarantini, R. Tesi (Galapagos), M. Tiberi. - Un album fotografico e documentario con riprodotti numerosi documenti, manoscritti, lettere e foto dell’economista e di luoghi e persone a lui riconducibili. NEL PRIMO DVD IL DOCUMENTARIO "QUEL SILENZIO CHE ANCORA CI PARLA" DI MARCO MAIELLO, CON: - la lezione conclusiva di Federico Caffè ad un corso di Politica economica tenuto agli inizi degli anni Ottanta nella Facoltà di Economia e Commercio dell’Università La Sapienza di Roma; un dibattito radiofonico con Ezio Tarantelli; interventi e interviste televisive di Federico Caffè. NEL SECONDO DVD UNA RACCOLTA DI TESTIMONIANZE A CURA DI GIUSEPPE AMARI CON INTERVISTE A: - F. Bertinotti, N. Acocella, B. Amoroso, A. Antonelli, P.L. Ciocca, G. D’Angelo, C. D’Apice, L. Del Proposto, P. Firmani, M. Franzini, L. Guardati, R. Herlitzka, G. Lauri, P. Laurito, P. Leon, E. Leone, G. Leone, G. Palmerio, B. Picker, S. Profico, E. Rea, G.M. Rey, F. Rosi, G. Ruffolo, M. Sarcinelli, N. Tarantini, M. Tiberi, G. Torlontano.
  • Nel programmare le iniziative per la celebrazione del Centenario della Cgil è stato naturale per la Confederazione e la Fondazione Di Vittorio porsi il problema di rispondere al bisogno di conoscenza del processo di evoluzione dei gruppi dirigenti del sindacato. A questo scopo, aggiornandola a tutto il 2006, è stata composta la raccolta dei nomi delle compagne e dei compagni che hanno formato le Segreterie della Confederazione, delle Federazioni nazionali di categoria, delle Cgil regionali e delle Camere del Lavoro, oltre che delle organizzazioni associate e degli enti promossi. Questo volume ne fornisce il quadro completo. Si è trattato di un duro lavoro di ricerca dei dati e anche di verifiche incrociate, rese necessarie dal fatto che molte strutture non hanno ancora un archivio ordinato di raccolta dei materiali e dei dati, cosicché diverse lacune sono state colmate attraverso il contributo di moltissimi compagni testimoni delle varie fasi delle organizzazioni. Il risultato così ottenuto è molto buono. Il volume rappresenta infatti uno strumento utile di lavoro che consente, alla Cgil e a chi vuole approfondire le proprie conoscenze, di impostare ricerche serie sull’imponente massa di dati riguardanti i quadri, cioè gli uomini e le donne che hanno operato nel sindacato, ai diversi livelli di direzione, in un significativo processo di formazione, mobilità e promozione di capacità e di impegno.
  • Una storia rivolta ai soli grandi eventi e alle élites perde di vista la «memoria collettiva della quotidianità», mentre le storie di vita delle persone restituiscono agli avvenimenti quel significato di impresa umana che li rende irriducibili, proprio perché azioni consapevoli degli uomini e delle donne. E la differenza non è da poco. Non c'è, dunque, soltanto la grande storia; c'è anche la storia minuta e diffusa delle persone che si sono impegnate nel proprio territorio, una storia da raccogliere e scrivere per dare conto di una grande esperienza umana collettiva che ha permesso il progresso sociale e civile delle comunità. È questo ciò che bene si comprende scorrendo i ricordi di lotte raccolti nel volume: da Savino Di Bari - vero costruttore di tutte le conquiste sindacali della Basilicata nonché loro memoria storica - ad Antonio Sileo, Eleonora Miceli Covelli e tanti altri testimoni, fino al più anziano degli intervistati, Antonio Tudisco, di 92 anni, che con grande precisione ci descrive lo svolgersi degli avvenimenti vissuti tra la fine degli anni quaranta e quella degli anni sessanta. Testimoni e protagonisti, tutti, pronti a ricordare e raccontare per trasmettere alle giovani generazioni, con la propria storia vissuta, la passione per il sindacato e l’orgoglio di chi, tra povertà e miseria, ha lottato per i propri ideali e per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.