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Cinema e migrazioni sono apparsi in Italia più o meno nello stesso periodo. Nei primi anni del Novecento schermi e pellicole si moltiplicavano nelle città e nei paesi, con visioni e sogni destinati sia all’aristocrazia intellettuale sia al popolo. Nel frattempo, l’emigrazione offriva altri sogni e visioni, ma solo in determinate aree della penisola, dove le condizioni di vita spingevano un numero crescente di persone a imbarcarsi per terre straniere e lontane, in cerca di pane e futuro. Da allora, storie e immagini di migranti hanno attraversato il cinema italiano in un rapporto spesso discontinuo, a volte controverso, ma sempre ricco. Tra cronaca e finzione, spunti di riflessione e magia dei fotogrammi, il volume percorre le tappe di questo rapporto, con una panoramica sui film italiani che hanno raccontato le migrazioni e i loro protagonisti. Dagli italiani in partenza di Pane e cioccolata e di Nuovomondo, agli esodi interni da Sud a Nord di Rocco e i suoi fratelli e di Napoletani a Milano, con un breve viaggio nella «migrazione da ridere» di tante commedie, da Alberto Sordi di Bello, onesto, emigrato Australia… a Paolo Villaggio di Sistemo l’America e torno. Per chiudere il cerchio con i titoli degli ultimi venti anni, che portano anche sul grande schermo la dilagante e problematica presenza di cittadini stranieri nel nostro paese. Loro come noi un secolo fa, costretti a lasciare la propria terra, in cerca di pane e futuro.
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In questo libro Angelika Riganatou, scrittrice e, per mestiere, veterinaria on the road, racconta il suo viaggio quotidiano nel mondo (… animale?), a metà tra memoir e reportage. Visita con scrupolo i mattatoi – «un curioso mix di ospedale e fabbrica, se si guardano le tute bianche, le guidovie, le piastrellature fino al soffitto, e, naturalmente, se si escludono dalla vista i laghi di sangue» –, da osservatrice partecipe ma forzosamente fredda vede sfilare le carcasse, fa esami trichinoscopici, ritrae con verosimiglianza i corpulenti macellatori intenti agli squartamenti, così come registra gli «al lupo al lupo!» degli allevatori, fa le autopsie ai vitelli, macinando chilometri con la sua automobile alla ricerca delle fattorie nelle campagne marchigiane; ed è una puntuale lotta con un logorante senso di impotenza. Con un tono sapientemente agrodolce, sempre giocato tra il comico e il grottesco, con una prosa leggera e divertita che riesce a illuminare un universo a molti di noi sconosciuto, l’autrice racconta con rara bravura la bellezza e insieme l’orrore, sotterraneo e selvaggio, dell’esistenza. Dal libro «Non posso dire cosa provasse esattamente – ma chi può dirlo di un altro, quando non lo sa mai neppure di se stesso? Però mi è sembrato plausibile, in quel momento, riconoscere la saldezza di chi osserva l’oggetto del suo amore, e l’incontrastabile consapevolezza che è alla base di tante follie umane: quel ragazzo gli appartiene. È suo, il suo amante, la sua fonte di vita e la meta di tutti i suoi sentimenti, il suo tutto. Gente, ho provato rispetto. Lui non tentenna: quel maiale lo sa, che cos’è questo Amore».
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Il ’69 operaio, celebrato come episodio minore e erroneamente separato dal ’68 studentesco, non fu affatto, come si pensa comunemente, un evento solo italiano. Dal 1968 al 1973 un’ondata di scioperi e di proteste operaie scosse vari paesi del mondo: dall’Occidente all’America latina, ai paesi dell’Est. Quelle lotte erano il risultato di un comune processo di industrializzazione che si era affermato nei vari paesi dopo la seconda guerra mondiale, ed ebbero per protagonista una classe operaia che si era rinnovata nella sua composizione. Tale mutamento strutturale portò con sé anche un cambiamento della coscienza della classe e delle rivendicazioni nuove per le quali lottare. Erano idee e propositi che non calavano dal cielo, ma sorgevano dal vivo dell’esperienza lavorativa e sociale in senso lato. Nuove forme di organizzazione e di lotta si affermarono, sovente in contrasto critico con quelle tradizionali del movimento operaio. Non mancarono momenti di contrasto, di discussione e di confronto in un mondo che si pensava avesse ancora una prospettiva.
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Vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014 La repressione dell’alterità religiosa ha accompagnato molta parte della nostra storia. L’avversione verso quanti hanno imboccato itinerari di fede diversi da quelli del gruppo maggioritario ha generato operazioni di censura, violente persecuzioni, guer re sanguinose. Questo libro offre uno sguardo d’insieme sulla storia delle eresie nell’Occidente medievale, lungo l’arco dei cinque secoli che seguirono l’anno 1000. Gli itinerari religiosi dei cosiddetti eretici e dei maggiori gruppi considerati ereticali vengono posti in relazione con lo sviluppo delle istituzioni preposte alla loro repressione, nel periodo compreso tra la riforma gregoriana e i primi processi per stregoneria nell’età moderna. «Eresie» ed «eretici» si profilano come categorie dai numerosi significati, entro le quali le autorità ecclesiastiche facevano confluire spinte ascetiche e rigoriste, proposte di radicalismo evangelico, espressioni di religiosità popolare non conforme o dissidente, ma soprattutto percorsi critici e manifestazioni di disobbedienza al papa e alla Chiesa di Roma.
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Sospese tra rivoluzione e controrivoluzione, da dove vengono e, soprattutto, dove vanno le "primavere arabe"? Un libro indispensabile per capire perché Nord Africa e Medio Oriente rischiano di diventare l'epicentro di un nuovo conflitto globale, di una guerra civile internazionale, di drammatici scontri confessionali. A distanza di più di due anni dall’esplosione delle rivolte, gli autori del volume (giornalisti, giuristi, storici, filosofi) propongono un bilancio aperto e problematico dei sommovimenti in corso, interrogandosi sulle straordinarie sfide che le rivoluzioni scoppiate dall’altra parte del Mediterraneo pongono non solo all’Europa ma anche all’islamismo politico. Assai inquietanti appaiono gli ultimi sviluppi della situazione egiziana: il colpo di stato ‘popolare’ contro il Presidente democraticamente eletto Morsi ha rotto il fragile compromesso che aveva finora retto la transizione. Nel frattempo dalla Siria, dove si intensifica il supporto logistico di armi e di combattenti Hezbollah, il conflitto si sta estendendo anche al Libano. E anche le piazze e le strade della Turchia sono investite da rivolte che sembrano metterne in discussione il ruolo di potenza regionale emergente e l’immagine di modello vincente di conciliazione tra Islam e democrazia. I contributi raccolti nel volume rappresentano un indispensabile strumento di analisi per comprendere cosa sta accadendo e per conoscere meglio quei popoli che vivono dall’altra parte del Mediterraneo e dei quali spesso ignoriamo totalmente la storia. Il libro inaugura una nuova collana, DOXXI Domande per il ventunesimo secolo, diretta di Antonio Cantaro, nata con l’obiettivo di riscoprire la freschezza del pensare per domande semplici, essenziali, dirette. Una collana per capire “come va il mondo” e per interrogare le grandi sfide del nostro tempo. Contributi di: Luigi Alfieri, Francisco Balaguer Callejòn, Antonio Cantaro, Carola Cerami, Massimiliano Cricco, Leila El Houssi, Maria Eleonora Guasconi, Federico Losurdo, Anna Maria Medici, Azzurra Meringolo, Alessia Melcangi, Stefano Rizzo, Ciro Sbailò, Massimiliano Trentin.
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Popolo, Stato, Partito, Lavoro, Crisi. Parole antiche, cariche di storia, e tuttavia ancora presenti. Nella politica di oggi stravolte, malintese, contestate, sofferte. Ripensarle in fila, una dietro l’altra, può essere utile per capire e per agire. Di questo si parla, in questo libro. E poi sinistra: parola, anch’essa, antica, ma non tanto, non troppo, rispetto alle altre. E forse per questo più consumata. Su di essa precipita oggi tutto il discorso politico. Sinistra, da rivisitare, da rideclinare, insomma da mettere a punto: soprattutto da porre a confronto con le grandi trasformazioni recenti: economico-finanziarie, sociali, politiche, antropologiche. Resiste il nome all’urto? Per la critica del presente, la sinistra è necessaria. Ma è sufficiente? Ecco il problema.
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L’evasione spiegata a un evasore (e all’evasore dentro di noi) è un dialogo tra un piccolo evasore fiscale e un tributarista. Alla base è l’idea di discutere il problema dell’evasione fiscale affrontando i principali argomenti – morali, politici ed economici – ai quali, di solito, si ricorre per giustificare il mancato pagamento delle tasse, il rifiuto di rilasciare una ricevuta o uno scontrino. Il dialogo non è solo il confronto tra due differenti punti di vista ma si spinge oltre. Dalla discussione nasce infatti una proposta, nascono le soluzioni che potrebbero essere adottate per voltare pagina e costruire tra i cittadini un nuovo patto di lealtà fiscale per il bene comune. Soluzioni ricavate dall’analisi dei tentativi fatti per sconfiggere il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia e per restituire fiducia ai cittadini sulla possibilità di costruire un sistema fiscale equo, semplice e non invasivo. Soluzioni che partono dalle politiche fiscali adottate in altri Paesi, dove il livello dell’evasione, anche se non azzerato, è notevolmente ridotto rispetto a quello italiano.
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Le Piccole e Medie Imprese (PMI) rappresentano una delle componenti salienti del modello italiano di produzione e di specializzazione e una risorsa fondamentale in termini di capacità imprenditoriali diffuse. Negli ultimi anni, come illustrato in questo volume, stanno tentando attraverso la leva dell’innovazione di processo, di prodotto e di qualificazione del capitale umano di sperimentare un nuovo modello di sviluppo sostenibile, sia per far fronte alla crisi in corso, sia per contenere i limiti strutturali che talvolta ne riducono la capacità di mutare le strategie, di internazionalizzarsi e in generale di fronteggiare le pressioni competitive. Il Fondo Formazione PMI, costituito da Confapi, CGIL, CISL, UIL, negli ultimi anni sta promuovendo l’utilizzo della formazione continua per i lavoratori delle Piccole e Medie Imprese come una misura per uscire dalla crisi. Nel volume viene fornito un primo spaccato sulla durata, sui contenuti e sui target delle attività formative finanziate nel biennio 2010-2011, per sostenere imprese e lavoratori in percorsi di riqualificazione e aggiornamento all’interno di processi più ampi di innovazione finalizzati alla crescita produttiva e di settore. Già in questo volume, vengono ricostruiti tre canali principali di interazione: il livello aziendale, le costruzioni bilaterali e la regolazione territoriale. Il primo è intrinseco alla scelta della cosiddetta «via alta alla flessibilità» attraverso la promozione di organizzazioni flessibili ad alta performance, che presentano una forte complementarità fra innovazioni tecnologiche, specie nelle ICT, innovazioni organizzative e relazioni industriali partecipative. Nello stesso tempo, l’altro canale, le costruzioni bilaterali, ha assunto un forte ruolo promozionale nel consolidamento delle piccole e piccolissime imprese, rafforzandone i sistemi di welfare, implementando in forme nuove la sicurezza sul lavoro e la formazione continua grazie all’integrazione con i Fondi interprofessionali, supportando la crescita e l’innovazione aziendale. Il terzo canale è dato dall’interazione fra servizi specialistici offerti alle aziende e relazioni industriali di tipo partecipativo su scala territoriale, due aspetti che possono funzionare insieme per la creazione di un ambiente produttivo propenso all’innovazione.
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La sinistra deve con coraggio indagare a fondo la realtà e anche se stessa. Oltre la contingenza stucchevole di un’effimera citazione sui media, deve costruire risposte alternative a quelle delle classi dominanti e avere un suo progetto di società. Questi temi sono stati al centro di una riflessione che l’Ars (l’Associazione per il rinnovamento della sinistra) ha sviluppato nel corso dell’Assemblea “Quale sinistra dopo la sconfitta”, che si è tenuta il 14 giugno del 2013. Il volume riproduce il dibattito che si è svolto in quella sede, insieme ai materiali preparatori. La domanda a cui i vari interlocutori hanno cercato di dare risposte è ineludibile: come uscire dall’afasia, dalla crisi di idee e prospettive della sinistra italiana. Come scrive Alfiero Grandi nell’introduzione al libro, “l’Associazione per il rinnovamento della sinistra ha sempre cercato di superare i limiti di una discussione reticente e schematica sugli errori della sinistra. Troppo soggettivismo nell’attribuire le sconfitte ai soli gruppi dirigenti della sinistra, che pure di errori ne hanno fatti tanti. Troppo consolatorio contrapporre la “base”, che avrebbe in sé le risorse per reagire al meglio, ai vertici politici, talvolta anche sindacali, considerati incapaci di affrontare le situazioni. L’Ars ha cercato le ragioni degli errori e delle sconfitte più a fondo, in particolare nella debolezza dei fondamenti politici, sia nell’analisi che nelle proposte, con riflessioni dure, forse aspre, ma sempre con lo scopo di contribuire a capire, ad approfondire e per aiutare un lavoro di lunga lena che non si accontenta né di individuare i presunti colpevoli, né della ricerca della palingenesi risolutiva”.
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Questo libro a più voci sulla storia del porto di Genova intreccia diverse componenti di racconto: il cantiere, i suoi uomini e le sue navi, le politiche governative e la legislazione, le scelte imprenditoriali, ma anche le tante trasformazioni dell’Italia nell’arco di un secolo. Scritto con lucidità e passione documentaria e civile, Uomini e navi aggrega più registri: cronaca giornalistica, notazione politico-economica, reportage, racconto sociale, dando voce ai lavoratori portuali che sono stati i veri protagonisti di queste vicende, sin dai tempi dei fondatori del cantiere Taylor e Prandi a metà Ottocento. Con un’ampia partitura composta dalle testimonianze dei protagonisti, ognuno dei quali narra e fotografa un’epoca – da Amleto Valenti, assunto negli anni trenta e delegato sindacale della Fiom, al beatnik Pietro Apostoli, diventato comunista alla Fincantieri, fino a Eugenio Restani, cassaintegrato che racconta la crisi e il declino industriale –, Alessandra Fava ricostruisce un pezzo di storia della cantieristica italiana, tra epica novecentesca, memorialistica operaia e disincanto del presente. «Quando la “Costa Magica” si è scostata dal bacino ho provato, per la prima volta nella mia vita lavorativa, una punta di orgoglio e mi sono sentito accomunato a tut te le generazioni di costruttori di navi che mi avevano preceduto. Io appartengono al secolo scorso, la mia speranza è per i più giovani, per i loro sogni e perché possano costruire le navi più belle del mondo». (Eugenio)
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Il volume raccoglie cinque lezioni magistrali tenute dagli autori, tra il 2006 e il 2013, su invito del Centro per la riforma dello Stato nel giorno natale di Ingrao. Gli argomenti trattati riguardano temi e questioni che illuminano aspetti interessanti ed attuali della complessa figura e dell’opera di Ingrao, affrontati nel più ampio orizzonte della cultura e delle vicende di mezzo secolo. Mentre Camilleri e Olivetti approfondiscono tratti eminenti della personalità di Ingrao – Camilleri il suo ricorso al dubbio come metodo, Olivetti gli anni della sua formazione e la rilevanza della sua ricerca poetica – Sanguineti si interroga su «Come si diventa materialisti storici», Barcellona riflette su «L’epoca del postumano» e Tronti svolge una intensa meditazione su «Persona e politica». Il libro, nella variazione delle voci diverse e nello spirito d’una appassionata apertura intellettuale, contribuisce a precisare e indicare situazioni e problemi che assumono consistente rilevanza nel contesto dell’attuale dibattito politico e culturale.
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Il libro è risultato tra i finalisti del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014 Quali sono le dinamiche dei mercati finanziari? Che vogliono dire default e spread ? E, soprattutto, quali rischi comportano gli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, derivati…) che ci vengono proposti? Comprendere i concetti base della finanza ed entrare nei suoi meccanismi essenziali è il primo passo per prendere decisioni consapevoli quando ci troviamo di fronte a scelte che coinvolgono le nostre esi genze finanziarie, come la gestione dei nostri risparmi, il cui risultato è incerto e si rivelerà soltanto a posteriori. Spesso trascurati, i rischi finanziari hanno invece avuto negli ultimi anni un impatto devastante sui redditi individuali e sui bilanci degli Stati. È importante quindi disporre di un bagaglio minimo di conoscenze per affrontare la complessità dei diversi prodotti finanziari. L’obiettivo di questo volume è offrire, anche ai lettori digiuni di nozioni economiche, un’introduzione ai concetti chiave del funzionamento degli strumenti di base e dell’universo della finanza.