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Quale rappresentanza
10.00
€
Questa non è l’ennesima inchiesta giornalistica sul sindacato italiano e sul suo stato di salute. Né è un pamphlet pro o contro il sindacato. È piuttosto una messa a punto agile, ma basata sulle teorie della rappresentanza e del sindacalismo, volta a stabilire dove sia il sindacato oggi e dove stia andando, o possa andare. Il riferimento è al sindacato italiano, ma l’ottica è quella degli studi comparativi sui sindacati contemporanei. La presunzione è di dire qualcosa che vada oltre le polemiche contingenti e di breve respiro e possa aiutare a comprendere, più in generale e a partire dai dati di fatto, le potenzialità e i limiti del sindacalismo nella fase di trasformazione dell’economia e del capitalismo da tempo in corso. Il libro inizia con una puntualizzazione sulle caratteristiche strutturali della rappresentanza sindacale, che ne costituisce la chiave di lettura e di interpretazione generale. Il fuoco è poi sulle dinamiche, i successi, i limiti, i problemi aperti, le prospettive possibili del rapporto di rappresentanza – dell’identità stessa del sindacato, quindi – in un periodo in cui il mondo del lavoro cambia profondamente.
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Quale riforma fiscale per conciliare equità, crescita e sviluppo
Dopo un’analisi delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza, causa e origine della crisi globale, espone la proposta di Riforma fiscale avanzata dalla CGIL che ha come obiettivo quello di spostare il peso eccessivo della pressione tributaria che grava su quella parte di popolazione composta da lavoratori dipendenti e pensionati verso quelle famiglie in cui si concentrano patrimonio e ricchezza privata.
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Quale sinistra dopo la sconfitta?
12.00
€
La sinistra deve con coraggio indagare a fondo la realtà e anche se stessa. Oltre la contingenza stucchevole di un’effimera citazione sui media, deve costruire risposte alternative a quelle delle classi dominanti e avere un suo progetto di società. Questi temi sono stati al centro di una riflessione che l’Ars (l’Associazione per il rinnovamento della sinistra) ha sviluppato nel corso dell’Assemblea “Quale sinistra dopo la sconfitta”, che si è tenuta il 14 giugno del 2013. Il volume riproduce il dibattito che si è svolto in quella sede, insieme ai materiali preparatori. La domanda a cui i vari interlocutori hanno cercato di dare risposte è ineludibile: come uscire dall’afasia, dalla crisi di idee e prospettive della sinistra italiana. Come scrive Alfiero Grandi nell’introduzione al libro, “l’Associazione per il rinnovamento della sinistra ha sempre cercato di superare i limiti di una discussione reticente e schematica sugli errori della sinistra. Troppo soggettivismo nell’attribuire le sconfitte ai soli gruppi dirigenti della sinistra, che pure di errori ne hanno fatti tanti. Troppo consolatorio contrapporre la “base”, che avrebbe in sé le risorse per reagire al meglio, ai vertici politici, talvolta anche sindacali, considerati incapaci di affrontare le situazioni. L’Ars ha cercato le ragioni degli errori e delle sconfitte più a fondo, in particolare nella debolezza dei fondamenti politici, sia nell’analisi che nelle proposte, con riflessioni dure, forse aspre, ma sempre con lo scopo di contribuire a capire, ad approfondire e per aiutare un lavoro di lunga lena che non si accontenta né di individuare i presunti colpevoli, né della ricerca della palingenesi risolutiva”.
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Quali alleanze?
10.00
€
Il volume interroga il tema della rappresentanza sindacale a partire dalle condizioni di lavoro delle nuove generazioni. Il testo nasce a seguito di una ricerca empirica qualitativa condotta dall’IRES regionale in Emilia-Romagna con i giovani sindacalisti della CGIL. In occasione dell’indagine sono stati così coinvolti più di cento delegati, in tutti i settori produttivi e le province del territorio regionale. Nel testo emergono, quindi, non solo le gravi problematiche del lavoro che cambia, della rappresentanza in contesti di lavoro sempre più frammentati, ma anche e soprattutto riflessioni ed elementi di discussione utili ad immaginare strategie di innovazione per il sindacato nel suo complesso. A fronte di uno scenario nel quale la divisione, l’isolamento e l’incomprensione tra le differenti esperienze produttive vanno intensificandosi, nel volume vengono prese in considerazione alcune ipotesi di riorganizzazione della rappresentanza al fine di suggerire nuove ragioni di alleanza e coalizione del lavoro. Ragioni tese ad alimentare un’azione sindacale capace di non rinunciare alla promozione delle emergenti istanze di soggettività dei giovani lavoratori ma neanche ad un’idea di rappresentanza collettiva del lavoro.
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Quali evidenze e raccomandazioni dal rapporto Oxfam sulle disuguaglianze? Un approfondimento per l’Italia
La prima parte dell’articolo riassume e analizza le evidenze che emergono dal rapporto Oxfam 2018 – Ricompensare il lavoro, non la ricchezza – e dal suo inserto «Disuguitalia» con riferimento allo scenario globale e, in particolar modo, all’Italia. Il rapporto pone l’accento su una crescita incontrollata della disuguaglianza economica dovuta principalmente all’aumento dei super ricchi e dei loro patrimoni, spesso ottenuti attraverso canali non concorrenziali. Nella seconda parte dell’articolo, invece, con l’ausilio del World Inequality Database, vengono fornite alcune ulteriori evidenze sulle recenti dinamiche in Italia della disuguaglianza nei livelli di reddito individuale lordo. Nella parte finale si esplicita una breve riflessione sulle raccomandazioni proposte nel rapporto, nonché sull’effetto potenziale sulla disuguaglianza economica delle principali politiche sociali e fiscali di prossima attuazione nel nostro paese.
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Quali misure per promuovere occupazione e redditi – Presentazione
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Quali politiche industriali per il mercato dell’automotive
10.00
€
Nel mercato mondiale, europeo e italiano dell’auto il trend di crescita dei paesi di nuova industrializzazione e la stagnazione dei mercati tradizionali occidentali vanno accentuandosi. Il gruppo FIAT, ripensando la sua strategia, guarda sempre più fuori del nostro paese. Il Piano «Fabbrica Italia», presentato da Marchionne, sembra offrire soluzioni caso per caso per i vari siti produttivi più che proporre una strategia nazionale integrata, mentre il dibattito in corso in Italia resta quasi esclusivamente concentrato sul momento caldo delle relazioni industriali nel settore. Il volume analizza la situazione, le problematiche e le proposte aziendali di ciascun sito produttivo italiano, nonché lo stato e le prospettive dell’indotto – componentistica e concessionari auto – evidenziando come nel comparto sia attesa una forte innovazione tecnologica e organizzativa, con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e in infrastrutture, per rendere attuale l’affermazione dell’auto ecologicamente sostenibile, nell’ottica di un nuovo modello di mobilità individuale e collettiva. Per far ciò occorre un rinnovato impegno di politica industriale – a partire dalle prime proposte di «Industria 2015» varate a suo tempo dal ministro Bersani – totalmente assente nell’attuale azione governativa. Difendere la produzione italiana nell’assemblaggio finale come nell’indotto significa salvaguardare, oltre a un comparto industriale strategico, una considerevole porzione di PIL e l’occupazione di quasi un milione di addetti.
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Quali politiche per il rilancio della produttività
La tesi iniziale dello scritto è che la deludente dinamica nella produttività del lavoro, che caratterizza l’economia italiana dalla metà degli anni novanta, sia dovuta all’insufficiente realizzazione di innovazioni organizzative da parte delle nostre imprese nella manifattura e nei servizi. Pertanto, per recuperare i conseguenti divari di competitività, risulta necessario spingere le imprese di medio-piccola e piccola dimensione verso il cambiamento. Lo strumento scelto, che si basa sull’articolazione fra contrattazione nazionale e aziendale, è quello della cosiddetta «produttività programmata».
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Quali relazioni industriali per i lavoratori autonomi della digitalizzazione?
Nei processi di ridefinizione dei modelli di rappresentanza le sfide poste dalla digitalizzazione rappresentano sicuramente un elemento di forte cambiamento non solo organizzativo ma anche in ragione della crescente differenziazione delle forze di lavoro soprattutto rispetto all'esplosione delle forme di lavoro autonomo. Questa espansione se da un lato ha posto nuove sfide ai modelli di regolazione e di rappresentanza, dall'altro aggiunge, proprio in funzione dei processi di digitalizzazione, nuovi elementi di complessità. L'intreccio tra digitalizzazione, nuovi lavoratori autonomi e tentativi di ricomporre questi cambiamenti nel quadro di una nuova rappresentanza è al centro del ragionamento di questo articolo che si sviluppa in due parti. Nella prima vengono analizzate le sfide che la digitalizzazione pone alle relazioni industriali; nella seconda ci si concentra sulla relazione tra digitalizzazione e lavoro autonomo analizzando anche alcuni casi innovativi nelle forme di rappresentanza dei lavoratori autonomi digitali.
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Quali riforme fiscali per accompagnare la ripresa?
L’articolo affronta in termini generali il tema delle possibili riforme fiscali attuabili nel nostro paese in tempi di crisi e, a maggior ragione, di ripresa della crescita. Si sofferma, in particolare, sulle linee di riforma dell’Irpef e dell’Ires e sulla possibilità di compensare la riduzione di tali imposte con l’istituzione di altri tipi di prelievo gravanti su nuove forme di ricchezza. Si sottolinea, altresì, la necessità, allo stato attuale, di mettere comunque a punto un sistema tributario che garantisca il finanziamento dello Stato sociale e, nel contempo, consenta di ridurre le forti disuguaglianze. Il rilancio della produttività dovrebbe, invece, essere perseguito soprattutto attraverso la spesa per investimenti pubblici.
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Quali scenari per la professione? Tra domande complesse e istituzioni deboli, le opportunità e le innovazioni possibili
Il contributo prova a inquadrare alcuni nodi critici e paradossi dell’attuale esercizio professionale in Italia. Si sottolineano le contraddizioni tra mandati e rappresentazione della professione evidenziando anche, all’interno di un sistema di welfare frammentato, il rischio dello scivolamento degli assistenti sociali verso un adeguamento a logiche e atteggiamenti burocratici. A fronte di questa situazione complessa e al repentino mutamento della società si cerca di individuare alcune opportunità e sfide che la comunità professionale, con le istituzioni, può accogliere per riprendere un effettivo ruolo di sviluppo dei diritti sociali e del benessere a favore delle persone e delle comunità.
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Quali strategie di conciliazione tra lavoro e vita davanti alla destandardizzazione degli orari
I risultati del progetto "Works", realizzato grazie a 17 gruppi di ricerca di 14 paesi. Obiettivo del progetto era mettere a disposizione una lettura comparativa dei cambiamenti del lavoro, della sua organizzazione, della sua natura; più esattamente era conoscere l’impatto dei diversi tipi di ristrutturazione in corso nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni sulla qualità della vita
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