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Il carro di pickipò
10.00
€
Il carro di pickipò è un’espressione nata a Napoli verso la fine della seconda guerra mondiale. Dalla stazione della città, la gente vedeva partire verso la Germania i treni dei deportati. Una scritta tedesca indicava il campo di concentramento di destinazione: un nome impronunciabile per i napoletani che provvidero, appunto, a storpiarlo in pickipò. Su quei treni gli abitanti di Napoli vedevano salire a forza centinaia di loro concittadini di ogni estrazione sociale, di cultura e religioni diverse, ammassati, pigiati, privi di tutto. Da allora in poi nel gergo napoletano l’espressione carro di pickipò si usa per indicare tante persone, con idee diverse, in partenza per un viaggio non certo agevole e la cui meta è sconosciuta, tutte con una gran voglia di tornare a casa. Il carro di pickipò è quindi la metafora moderna di un convoglio su cui si viaggia tutti insieme, senza gerarchie, con tanta voglia di vivere e di condividere un percorso che non è certo facile ma che ognuno arricchisce con le proprie diversità, uniti da quel sentimento comune che si chiama solidarietà.
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La cittadinanza che cambia
20.00
€
Il secondo numero degli Annali della Fondazione Giuseppe Di Vittorio discute il rapporto tra Costituzioni nazionali, diritti sociali e ordinamento comunitario europeo, nella consapevolezza che la possibilità di una piena attuazione dei diritti e della stessa democrazia, così come delineati dalle architetture giuridiche e politiche nazionali, non possa che derivare ormai da un orizzonte costituzionale comune, europeo e internazionale. La riflessione muove dalla prospettiva della «Europa sociale», proseguendo il ragionamento sui diritti di cittadinanza avviato nell’Annale precedente con la disamina del welfare europeo e la crisi del modello di Stato sociale degli anni ottanta. Viene messo a fuoco come i diritti sociali siano stati declinati nelle Costituzioni nazionali e nel diritto comunitario e quanto essi abbiano contribuito alla costruzione di un modello di cittadinanza europea. Il nodo di fondo è la definizione di un sistema di rapporti in cui al mondo del lavoro siano riconosciute visibilità e legittimità e i diritti positivi consentano una strategia efficace di pari opportunità. Il volume si apre con i saggi di Elena Paciotti e di Bruno Veneziani riferiti alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e al rilancio del processo costituzionale dopo la bocciatura referendaria di due paesi fondatori. I saggi di Enzo Collotti, José Babiano Mora, Adolfo Pepe, Paolo Borioni, Antonello Bigini, Berdal Aral rinviano alle Costituzioni nazionali e alle modalità con cui, da quello di Weimar a quello attuale della Turchia, i diritti sociali sono stati declinati nei diversi statuti. Le altre due sezioni del volume propongono, rispettivamente, per la cura di Fabrizio Loreto due documenti sindacali di grande interesse, e tre saggi di carattere archivistico e bibliografico dovuti ad Andrea Becherucci, Lorenzo Mechi e Lucia G. Sciannella.
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Orari e lavori
12.00
€
Le trasformazioni in atto nelle imprese hanno conseguenze particolarmente visibili sugli orari di lavoro. L’organizzazione temporale del lavoro è diventata per le imprese uno strumento per competere sul mercato, mentre sembra appannarsi la capacità delle organizzazioni sindacali di elaborare politiche rivendicative su questo tema. Gli stessi recenti interventi legislativi, dalla direttiva europea 93/104/CE al decreto legislativo 66/03, rendono più complessa la materia, stabilendo nuovi parametri di riferimento alla contrattazione collettiva. Questo manuale vuole essere uno strumento utile per la contrattazione sindacale sui regimi d’orario: senza avere la pretesa di indicare una precisa politica rivendicativa, si propone di mettere in evidenza gli aspetti più problematici e le soluzioni individuate dai contratti nazionali e aziendali nelle aziende industriali e nei servizi paraindustriali. A questo scopo il testo è accompagnato da un CD Rom che, con aggiornamento al dicembre 2006, contiene tutte le normative a cui fa riferimento: testi contrattuali, leggi, circolari e sentenze della magistratura.
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Precetti religiosi e mondo del lavoro
10.00
€
Le regole del mondo del lavoro, soprattutto in seguito ai recenti flussi migratori, sembrano male adattarsi alle richieste legate alla confessione religiosa del dipendente e alle aspettative del datore di lavoro. I problemi coinvolgono aspetti della contrattazione collettiva, diritti di libertà del lavoratore e tutta la legislazione di settore, profondamente mutata in seguito alle logiche della flessibilizzazione/precarizzazione dei dipendenti. L’autore dopo aver definito giuridicamente le categorie del rito, dell’atto di culto e della pratica di culto, compie una ricognizione dei possibili casi. L’esame passa dalla questione dei riposi lavorativi, diversi per le varie religioni, a quella dei capi di abbigliamento nell’ambiente lavorativo; dalla simbologia confessionale negli uffici pubblici alla questione dell’alimentazione nelle mense aziendali (rituali alimentari) e alla compressione del diritto di libertà religiosa operata con l’approvazione del d.lgs. 276/2003, che imponendo nuove forme contrattuali scarsamente tutelate lascia sempre meno spazio alla facoltà del singolo di gestire la propria fede.
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15 anni dopo: pubblico è meglio
10.00
€
«Privato è bello» è stato l’indiscutibile postulato che ha determinato le scelte in materia di gestione dei servizi pubblici negli ultimi quindici anni. Ancora oggi il vento delle liberalizzazioni soffia forte nel nostro paese. E tuttavia nessuno dei fautori della «mano invisibile del mercato» si è finora posto il problema di verificare i risultati raggiunti da due decenni di politiche di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali. Hanno voluto farlo con questa approfondita ricerca organizzazioni diverse fra loro - Arci, Associazione Rete Nuovo Municipio, Attac Italia e Funzione Pubblica Cgil - esaminando le trasformazioni avvenute in cinque importanti regioni italiane (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia) e conducendo un’inchiesta sociale che ha coinvolto 8.000 lavoratori dei servizi pubblici e circa 300 associazioni di rilevanza nazionale e territoriale. I risultati di questo studio evidenziano le criticità delle politiche neoliberiste e rilanciano la necessità di un ampio dibattito su cosa significhino oggi i beni comuni, sui fallimenti del mercato e sulla necessità di una rivisitazione del «pubblico», da ripensare attraverso la partecipazione diretta dei lavoratori e dei cittadini. Un lavoro che reintroduce il metodo dell’inchiesta sociale e uno strumento per chi continua a operare perché un altro mondo sia possibile.
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Dizionario del pensiero organizzativo. II edizione
14.00
€
Può un dizionario del pensiero organizzativo essere utile, suscitare un qualche interesse, non solo tra le schiere di studenti che una riforma universitaria ricca soprattutto di incongruenze sta trasformando in veri e propri credit hunter, ma anche tra le file di tutti coloro, sindacalisti, imprenditori, dirigenti, formatori, professionisti, knowledge worker, che con i sistemi organizzativi e l’innovazione si ritrovano, in maniera più o meno consapevole, a fare i conti ogni giorno? -La risposta è in questo testo di introduzione e di divulgazione, che si propone di essere agile senza essere superficiale, semplice senza essere banale, un prodotto di qualità utile tanto a coloro che hanno bisogno di consultare quanto a quelli che hanno l’esigenza di imparare. Con due idee di fondo. -La prima dice che sono le connessioni, le interdipendenze, le relazioni, la chiave di accesso per scrutare i segni del tempo, leggere e interpretare i molti volti del cambiamento, individuare nodi di intersezione e spazi di condivisione per l’agire sociale, trasferire conoscenze e saperi all’interno delle organizzazioni. -La seconda che, in una società meno inflazionata di informazioni e deflazionata di senso, la qualità della vita familiare, aziendale, sociale, e dunque la qualità della democrazia e della cittadinanza, dipendono dalla consapevolezza, la determinazione, la capacità di stabilire connessioni, da parte delle singole persone, almeno tanto quanto dall’efficienza e dalla credibilità delle strutture.
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Per un’Europa costituzionale
9.00
€
L’esito delle consultazioni referendarie di Francia e Olanda per la ratifica del Trattato costituzionale dell’Unione Europea ha creato serie preoccupazioni per il futuro dell’integrazione. La Fondazione Basso - che da anni ha dedicato attenzione e studio al processo di costituzionalizzazione dell’Unione Europea - intende fornire con questo volume un ulteriore contributo all’esame dei problemi posti dalla battuta d’arresto subita dal processo di ratifica del Trattato costituzionale. La riflessione è rivolta, in particolare, ai rischi che si prospettano per la democrazia e per i diritti fondamentali delle persone. Se il Trattato costituzionale non dovesse entrare in vigore, le fondamentali garanzie che esso introduce, appunto in tema di democrazia e di rispetto dei diritti delle persone, non vedrebbero la luce e il processo di integrazione europea andrebbe avanti attraverso accordi sempre più faticosi fra i governi, in violazione dei principi costituzionali comuni ai paesi dell’Unione. Le due sezioni del volume, dedicate rispettivamente a «I diritti» e «La democrazia», sono destinate ad approfondire i problemi accennati e le prospettive future. Contributi di: Baron Crespo, Bronzini, De Capitani, Denninger, Ferrajoli, Fioravanti, Galli, Luciani, Manzella, Marramao, Paciotti, Rescigno, Resta.
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Le radici del riformismo sindacale
12.00
€
Nel quadro delle grandi trasformazioni di inizio Novecento, quali l’avvento della società di massa e l’avvio dell’industrializzazione, i contadini e gli operai sono al centro di quella grande stagione di scioperi che, all’alba del nuovo secolo, rivelò la molteplicità delle istanze «di base» e la frammentazione del proletariato italiano. Pari importanza assumono le vicende dei quadri attivi nel periodo immediatamente successivo, quando furono compiute scelte importanti, compendiate nel progetto di fondare un nuovo organismo, la Confederazione Generale del Lavoro. Obiettivo del volume è dunque tracciare le linee di una «storia sociale dell’organizzazione», volta a ricostruire i concreti meccanismi di funzionamento della CGdL. Ne emerge uno scenario appassionante, fatto non solo di mozioni congressuali e piattaforme politiche (finora del resto esaurientemente illustrate), quanto di donne e uomini animati da passioni ideali e interessi materiali, capaci di forti slanci unitari, ma anche di aspri scontri: una storia di grandi scioperi e di quotidianità minuta, sullo sfondo del conflitto sociale e del rapporto fortemente dialettico tra sindacato e partito socialista. Un intreccio complesso, capace comunque di produrre effetti profondi nella società italiana.
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Salari e contratti in Italia e in Europa 2004-2006
14.00
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Con questo suo terzo rapporto sui temi dei redditi da lavoro, della contrattazione e della produttività in Italia e in Europa, l’Ires continua il monitoraggio sugli effetti delle politiche contrattuali avviato con i rapporti precedenti (A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, La politica dei redditi negli anni ’90, Ediesse, 2003; A. Megale, G. D’Aloia, L. Birindelli, I salari nei primi anni 2000, Ediesse, 2005). Il rapporto attuale analizza l’impatto delle politiche economiche del periodo di governo del centrodestra sui redditi, sia sul versante dei rinnovi contrattuali che su quello delle politiche fiscali, raffrontando i risultati dell’esame con gli effetti delle misure economiche varate dal governo di centrosinistra nella Finanziaria 2007. L’analisi svolta mette in luce l’esigenza di una nuova politica dei redditi capace di tenere insieme: la difesa e la crescita dei redditi netti mediante l’azione contrattuale e fiscale, il controllo dei prezzi e delle tariffe, la ridefinizione degli strumenti di welfare a partire dal livello locale, il rilancio della competitività e la crescita della produttività. In tal senso si richiama l’attenzione della politica sul fatto che agire sui redditi significa coordinare tutti gli interventi che concorrono a far crescere i redditi individuali e familiari, al fine di ripristinare nella distribuzione della ricchezza un criterio di equità che appare condizione indispensabile per sconfiggere le nuove disuguaglianze sociali. Nello scenario politico attuale, anche il confronto con le dinamiche salariali e con le esperienze di contrattazione in Europa conferma l’esigenza di rilanciare un’ipotesi di concertazione «rafforzata» per realizzare una buona politica dei redditi in questa legislatura.
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Comitati Aziendali Europei
10.00
€
Il presente volume è frutto di un progetto del Segretariato Europa della Cgil, denominato «Più Cae, più diritti. Ridurre il deficit di accordi sui Cae in Italia», cofinanziato dalla Commissione Europea. Obiettivo del progetto è stato quello di favorire, attraverso più attivi scambi di conoscenze tra rappresentanti di federazioni sindacali italiane ed europee e il contributo di esperti, la crescita di una cultura negoziale, per la stipulazione di buoni accordi nelle imprese italiane ancora inadempienti agli obblighi di legge, e la diffusione delle prassi migliori in materia di diritti di informazione e consultazione.
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Giuseppe Di Vittorio e i fatti d’Ungheria del 1956
8.00
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È il 27 ottobre del 1956. Di fronte alla decisione dei sovietici di intervenire militarmente in Ungheria, la Segreteria della Cgil assume una posizione di radicale condanna dell’invasione destinata a stroncare nel sangue la domanda di democrazia e di partecipazione reclamata dalla rivolta operaia e popolare ungherese e sostenuta dal governo legittimo di Imre Nagy. La condanna non è soltanto dell’intervento militare: il giudizio è netto e investe tanto i metodi antidemocratici di governo di quelle società, quanto l’insufficienza grave dello stesso movimento sindacale di quei paesi. Due ore di sciopero nazionale vengono indette dalla Cgil in solidarietà con le vittime della repressione. Queste posizioni saranno difese con coerenza e determinazione da Giuseppe Di Vittorio nello scontro durissimo che, partendo da quei fatti, si aprì nel Pci e che oppose il segretario generale della Cgil a Togliatti. Si misuravano in effetti in quella vicenda concezioni assai diverse sullo stesso significato della democrazia, sul ruolo del sindacato nella società e, soprattutto, sull’affermazione della sua autonomia nei confronti del partito. Quelle appartenute a Di Vittorio si affermeranno negli anni segnando la cultura e la storia del movimento sindacale italiano.
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Il lavoro tra globalizzazione e bene comune
10.00
€
Una valutazione sui possibili percorsi per rinnovare e riaffermare il ruolo e il valore del lavoro nell’epoca della globalizzazione, attraverso l’assunzione di alcuni paradigmi di riferimento - lo sviluppo locale e i beni comuni - coniugati con i temi della sostenibilità, della democrazia partecipata e della contrattazione. «I temi di questa riflessione, l’agenda da seguire per un percorso di ricostruzione sindacale e del movimento operaio, sono scrupolosamente descritti e analizzati [...] Il primo anello da ricostruire è la ricongiunzione tra movimento operaio e società civile, sulla base di un progetto di società fuori della globalizzazione e diverso da quello del capitalismo di mercato [...] Di rado si incontrano testi capaci di riunire gli argomenti e le proposte del movimento sindacale e dei movimenti della società civile in un comune filo conduttore. Il lavoro di Antonio Castronovi, non solo nelle intenzioni ma nei risultati raggiunti, è già un importante risultato verso la ricomposizione del mondo del lavoro con la società, valutati mediante le esperienze e le proposte espresse dalle organizzazioni che li attraversano». (Dalla prefazione di Bruno Amoroso)
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