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Welfare abitativo: criticità e prospettive Lo stato della previdenza complementare in Italia Droghe, l’inutile repressione e i vuoti nella relazione al parlamento
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Lo sciopero dei marittimi di cinquant’anni fa è ignorato. Anche dagli storici. Eppure è stato un grande sciopero mondiale. L’unico che, partito dall’Italia, ha avuto come palcoscenico l’intero pianeta, i porti dei cinque continenti e tutti i grandi mari, e che ha visto la partecipazione di 118 navi di cui più della metà in porti stranieri, dove quasi ovunque ha incontrato la solidarietà non soltanto delle marinerie locali, ma anche della popolazione. Le navi si fermarono al primo approdo – questa la parola d’ordine –, oltre che in tutti i porti italiani, nelle Americhe, in Africa, in Asia e in Oceania. In Europa lo sciopero avvenne nei porti di Las Palmas e Barcellona, Marsiglia e Nizza, Anversa e Atene. Lo sciopero, durato 40 giorni, venne organizzato per il rinnovo del contratto, vecchio di 28 anni, e il riconoscimento del sindacato sulle navi, del diritto di sciopero e di contrattazione. Ebbe un’importanza storica e fu «parte integrante, per certi versi anticipatrice – scrive Iginio Ariemma nella presentazione – di quel moto di popolo che pose fine agli anni cinquanta» e che determinò, con la caduta del Governo Tambroni, la conclusione della stagione politica del centrismo, che durava da oltre un decennio e che si era caratterizzata per la repressione del movimento dei lavoratori. Alla fine di quel viaggio, ricco di incognite ma affascinante, i lavoratori marittimi tornarono a bordo delle navi «come uomini liberi».
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Quando si parla di «autonomia differenziata», tornata di stretta attualità dopo la vittoria della destra alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ci si riferisce alla possibilità – prevista dall’articolo 116 della Costituzione – di trasferire alle Regioni che lo richiedano, sottraendole allo Stato, potestà legislative e funzioni amministrative. Sulla base di questa norma Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno rivendicato a partire dal 2017 l’attribuzione a sé stesse di maggiore autonomia nell’ambito di un numero esorbitante di materie tra quelle indicate nell’articolo 117 della Costituzione (istruzione e tutela della salute comprese), «con la garanzia – come spiega Maria Cecilia Guerra nel suo contributo al libro – di poter gestire quote crescenti di gettito erariale senza vincoli di solidarietà». «Un autentico shopping istituzionale», lo definisce il curatore del volume Mauro Sentimenti, tramite il quale in modo ideologico «si chiede solo perché è possibile chiedere», spesso senza alcuna valida giustificazione di merito. Il volume, composto dai contributi di diversi autori (Mauro Sentimenti, Maria Cecilia Guerra, Francesco Pallante, Francesco Sinopoli, Massimo Villone) propone una critica dettagliata alle richieste presentate dalle tre Regioni – ritenute in grado di colpire l’unità della Repubblica e aggravare le diseguaglianze territoriali – indicando come possibile via d’uscita una riforma degli articoli 116 e 117 della Costituzione.
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Dopo 17 anni di pubblicazione, il Rapporto sui diritti globali cresce ed evolve, con l’edizione principale che diventa internazionale, viene pubblicata anche in lingua inglese e si focalizza sui diritti umani e sulla lotta contro l’impunità, a partire dalla collaborazione con l’Association Against Impunity and for Transitional Justice (AITJ), che lo promuove.Quella dei diritti umani e dell’impunità è questione oggi resa più centrale dalla crisi del multilateralismo e dal dilagare aggressivo di nazionalismi e populismi, che stanno implicando un progressivo svuotamento della democrazia e dei suoi istituti, un indebolimento del diritto internazionale e dei suoi strumenti, pericolosi disequilibri a livello globale. Ne è derivato, e lo vediamo tragicamente tutti i giorni, un dilagare di crimini di guerra, di aggressioni territoriali, di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali della persona, di repressioni sempre più generalizzate e ingiustificate nei confronti di cittadini e di interi popoli, spesso nell’impotenza di istituzioni sovranazionali. Assieme, vediamo approfonditi altri crimini che violano e compromettono diverse sfere di diritti altrettanto fondamentali, che riguardano le comunità e non solo gli individui, come quelli ambientali, economici, sociali. Crimini di sistema, dei quali nessuno si sente responsabile, ma che sono invece prodotti da precise scelte politiche, economiche, di governo.Il 2020, con la pandemia di Covid-19, ha portato e sta residuando un drastico peggioramento nei diritti e nelle libertà, così come nella condizione sociale ed economica di milioni di cittadini in molte parti del mondo e ha mostrato con maggior evidenza la pericolosa vulnerabilità del sistema democratico e dello Stato di diritto. La necessità di profondi cambiamenti e di radicali inversioni di rotta è ora più urgente e deve riuscire a imporsi, costruendo maggiore consapevolezza sociale e responsabilità pubblica. Il Rapporto sullo Stato dell’impunità nel mondo è un contributo in questa direzione vitale per le persone e per l’intero Pianeta, per realizzare giustizia e costruire diritti globali..
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La sezione monografica di questo numero di RPS esplora vari aspetti del welfare state italiano, mostrando e riflettendo sulle sue connotazioni e implicazioni di genere. Lo fa attraverso tre blocchi di contributi, ognuno dei quali si concentra su uno dei nodi sollevati dal dibattitto su genere e welfare. Il primo blocco si rivolge al nodo del diritto al lavoro, quello retribuito, come canale di indipendenza delle donne (e degli uomini), che per essere raggiunta richiede innanzitutto politiche di sostegno alla conciliazione. Il secondo blocco di contributi guarda al nodo del diritto alla cura, sia data che ricevuta, e sia per donne che per uomini. Il terzo blocco, sul diritto all’autonomia e alla diversità, sposta l’attenzione dalla questione della conciliazione e della cura per ragionare sui rischi di povertà (la cui struttura di genere è connessa alla questione della conciliazione e della cura ma non solo), o per concentrarsi su un’altra fase del corso di vita o su altri tipi di famiglia. La sezione Attualità affronta il tema dell’alternanza scuola-lavoro mente il Dibattito si concentra sul Bes e il rapporto tra benessere e politiche.
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Il libro è risultato finalista del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2013. Che cos’è la temperatura? Che cosa si nasconde dietro la nostra percezione di caldo e freddo? Le domande più semplici dischiudono la complessità del mondo. In questo caso, una riflessione attenta rivela che la temperatura è una proprietà fisica intimamente legata ad altre due grandezze fondamentali, l’energia e l’entropia. Queste nozioni sono il risultato di almeno tre secoli di ricerche: dall’ipotesi del fluido calorico alla teoria atomica, dalla termodinamica alla fisica statistica, l’evoluzione delle idee si è intrecciata con la nascita e la storia della società industriale. Il libro conduce il lettore alla scoperta di questa triade indissolubile di concetti fisici, fondamentali nella moderna visione della natura. Ancora oggi i ricercatori provano ad estendere i concetti di temperatura, energia ed entropia per descrivere sistemi complessi quali i mercati finanziari, gli ecosistemi o le reti sociali. Tuttavia, al di là delle nuove frontiere della ricerca, tali concetti si rivelano indispensabili per inquadrare e comprendere le sfide del nostro tempo: il problema energetico, i cambiamenti climatici e l’impatto sull’ambiente delle nostre economie.
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La guida «La pensione degli operai agricoli», promossa dall’Inca Cgil, vuole essere uno strumento di studio e di consultazione per i professionisti del settore, gli operatori dei patronati e per tutti coloro che desiderano approfondire la complicata normativa che disciplina la previdenza dei lavoratori agricoli. La guida contiene anche, seppur in modo sintetico, le norme che regolamentano la prosecuzione volontaria, l’integrazione della contribuzione volontaria, l’accreditamento tra le varie forme assicurative gestite dall’Inps. Considerata la difficoltà degli argomenti trattati, la guida fornisce molte esemplificazioni di casi concreti, che agevolano il lettore nell’apprendimento di concetti e criteri, che diversamente potrebbero risultare di difficile comprensione. Allegato al volume, un CD rom che contiene il testo della guida, il glossario, un’appendice legislativa e normativa, una ricca sezione di materiale formativo e numerosi schemi di calcolo.
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Perché Giorgia Meloni vince le elezioni e un italiano su due non vota? Perché dal 1996, secondo Marco Revelli, si confrontano due destre: una destra populista e plebiscitaria, «fascistoide» (l’allora centrodestra di Berlusconi) e una destra tecnocratica ed elitaria, liberale (l’allora Ulivo di Prodi). Le due destre, apparentemente in conflitto tra loro, hanno uguali obiettivi: la svalorizzazione del lavoro, l’autonomia differenziata, la fine dell’intervento statale, il dominio del mercato e la privatizzazione dei servizi pubblici, in primis la sanità. Governi la destra populista o la destra liberale, per i non garantiti non cambia nulla e quindi non votano. Dopo il 1989 (fine dell’Urss) e il 1992 (Trattato di Maastricht), lo Stato non redistribuisce più: lo Stato privatizza, precarizza il lavoro e indebolisce i sindacati. La destra liberale guidata da Pds-Ds-Pd promuove misure come il pacchetto Treu e il Jobs Act. E quando la destra populista giunge al governo trova i lavoratori già indeboliti. Il Governo Amato inserisce in Costituzione l’autonomia con la «deforma» del 2001. E oggi Calderoli può aggravare il divario Nord-Sud con l’autonomia differenziata attuando la Costituzione deformata. Chi da sinistra ha criticato la destra liberale e tecnocratica ha alternato deficit cognitivo e primitivismo politico: gli intellettuali organici del socialismo sono scomparsi o sono diventati organici al liberismo. Il libro propone un programma di governo per recuperare il voto degli astenuti e battere le due destre. E chiarisce cosa dovrebbe fare la Sinistra al governo al posto di Monti, Renzi, Draghi, Meloni o Schlein.
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Editoriale
- Aldo Tortorella, I due dittatori
- Laura Pennacchi, Fine dell’«ordine neoliberale». Ma resilienza del neoliberismo?
- Ida Dominijanni, Il corpo politico del leader-alfa
- Massimo Cavallini, «Trump is back». Il lato oscuro dell’America
- Pasqualina Napoletano, L’Europa in trappola nel disordine mondiale
- Stefano Manservisi, Il vicino ineludibile. Una via africana per l’Europa
- Romeo Orlandi, Trump nel puzzle asiatico. L’insostenibile pluralitàdelle scelte
- Michele Mezza, L’I.A. bellica e l’invenzione di una nuova politica
- Stefano Bocconetti, Che cosa insegna la «pandemia digitale» del 19 luglio 2024
- Filippo Miraglia, Immigrazione: le leggi autoritarie del governo Meloni. E l’Europa si accoda alle destre
- Sergio Caserta, Il centrosinistra vince due su tre, ma tutti perdono voti
- Marco Doria, Giunte rosse: la sinistra alla prova del cambiamento
- Amos Cecchi, Importanza e attualità del pensiero di Paul M. Sweezy
- Giuseppe Cospito e Fabio Frosini, Gramsci e Lenin: egemonia e filosofia della praxis
- Francesco Aqueci, Genesi e funzione dell’austerità in una recente ricostruzione storica
- Paolo Cacciari, Il comunismo della decrescita
- Camilla Sclocco, Filosofia e critica del capitalismo universale
- Francesco Bugli, Ritorna «Il Capitale» di Marx: una nuova edizione per una nuova traduzione
- Chiara Meta, Il soggetto gramsciano della politica
- Noemi Ghetti, Dall’ampliamento delle fonti un nuovo modo di fare storia
- Alexander Höbel, L’avvento del fascismo, cent’anni dopo
- Antonino Infranca, Critica delle democrazie occidentali
- Piero Di Siena, Potenzialità di una cittadinanza attiva
- Lelio La Porta, Per una società del riconoscimento
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Per il settimo anno una fotografia dettagliata dei diversi fenomeni di sfruttamento che riguardano i lavoratori e le lavoratrici della filiera agro-alimentare.