Innovazione sociale, auto-organizzazione e azione pubblica. Integrazione o sostituzione? Nota introduttiva
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Descrizione
Che ruolo ha l’attore pubblico nelle pratiche di innovazione sociale? Quale è il confine tra integrazione e sostituzione nei rapporti con gli attori auto-organizzati? Quanto e in che misura siamo di fronte a risposte che innalzano la qualità dell’azione pubblica, e a quali condizioni? Per circoscrivere intanto il campo di osservazione intorno a cui è costruita la sezione monografica di questo numero della Rivista delle Politiche Sociali, possiamo dire che qui non siamo interessati ai programmi di riforma su larga scala, ovvero ai cambiamenti in corso o da apportare al fine di contribuire al ridisegno delle policy. L’innovazione sociale rimanda a contesti e dinamiche relazionali più micro che si interfacciano con i processi decisionali e con le pratiche territoriali (Moulaert e al., 2013). C’è tuttavia un nesso con il livello macro che va tematizzato e su cui influiscono diversi fattori, sociali e istituzionali. I contributi raccolti esaminano con prospettive di analisi differenti alcune esperienze di innovazione sociale in Italia e in alcuni paesi europei su diversi ambiti di policy. Senza pretese di esaustività (dato anche l’oggetto di analisi) essi forniscono chiavi di lettura utili a mettere a fuoco il rapporto tra la dimensione dell’innovazione, quella organizzativa, e l’implementazione, spesso trascurata nel policy design. In questa ottica le pratiche esaminate contribuiscono a definire un ambito di ricerca-azione, che può dare spunti per l’analisi delle politiche pubbliche.
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