
- Politiche di cura della non autosufficienza degli anziani
- Autonomia differenziata e servizi sociali territoriali
- Franco Basaglia oggi
Introduzione
Gianluca Busilacchi, Vincenzo Fortunato
Le aree interne tra istituzioni, politiche e regolazione sociale
Inland Areas between Institutions, Policies and Social Regulation
Maria Mirabelli
L’articolo si sofferma sui percorsi di sviluppo possibili nelle aree interne, da un’ottica che privilegia le interazioni con le istituzioni. I luoghi sono analizzati come contesti regolativi nei quali si può esprimere adattamento o innovazione in relazione alla diversa capacità dei soggetti protagonisti dello sviluppo di recepire le opportunità di cambiamento. Le aree interne si configurano anche come contesti sperimentali nei quali ristabilire connessioni e creare sviluppo, creare punti di equilibrio tra coesione sociale ed efficienza economica, ter-ritorio nel quale condurre esperimenti di disegno istituzionale consapevole. L’intento è sof-fermarsi sul valore delle istituzioni la cui forza o debolezza incide sulle funzioni di pro-grammazione e di pianificazione, sulle possibilità di integrare i diversi bisogni e rilanciare nuove e ampie progettualità affinché si creino le opportunità per le aree interne di essere protagoniste sulla scena politica ed economica, conquistando nuovi margini di autonomia e nuove capacità politiche.
ENGLISH - The article focuses on possible development paths in inland areas, from a perspective that privileges interactions with institutions. The places are analysed as regulatory contexts in which adaptation or innovation can be expressed in relation to the different capacities of the protago-nists of development to grasp the opportunities for change. Internal areas are configured as experimental contexts in which to re-establish connections and foster development, creating points of balance be-tween social cohesion and economic efficiency. They serve as territo-ries for conducting experiments in conscious institutional design. The aim is to focus on the value of institutions, whose strength or weakness affects the functions of programming and planning, on the possibilities of integrating different needs, and the promotion of new and broad initiatives, so that opportunities are created for inner areas to play a leading role on the political and economic scene, gaining new margins of autonomy and new political capacities.
Le aree interne nel Mezzogiorno: la Snai e le politiche di welfare come strumento di sviluppo
Internal areas in Southern Italy: the Snai and welfare policies as a development tool
Paola De Vivo, Antonio Russo
L’articolo si pone l’obiettivo di evidenziare la stretta interconnessione tra le politiche per lo sviluppo e le politiche di welfare come strategie sinergiche per limitare il declino delle aree interne. Con tale finalità il lavoro ricostruisce e analizza l’innovativa esperienza della Strategia nazionale per le aree interne (Snai). Quest’ultima, attraverso l’attivo coinvolgi-mento degli stakeholders pubblici e privati operanti nelle comunità locali, supportati dall’esterno dalle Regioni e dall’Agenzia per la coesione, cerca di attivare processi di ri-lancio delle aree interne promuovendo il rafforzamento dei servizi di welfare e l’innovazione sociale. L’intero paese in generale, e il Mezzogiorno in particolare, stanno sperimentando una rapida crescita delle diseguaglianze sociali e territoriali, proiezioni di una più profonda crisi della cittadinanza sociale che ne mette a rischio la coesione interna. L’articolo argo-menta che, per arginare tale dinamica auto-espansiva, risulta sempre più necessario agire contestualmente sul fronte delle politiche per lo sviluppo locale e delle politiche di welfare, intrecciando e creando interazioni sinergiche negli interventi su questi due fronti concepiti, fino a qualche anno fa, come indipendenti e autonomi.
ENGLISH - The article aims at highlighting the close interconnection between de-velopment policies and welfare policies as synergistic strategies to limit the decline of internal areas. With this aim, the work reconstructs and analyzes the innovative experience of the National Strategy for Internal Areas (Snai). The latter, through the active involvement of public and private stakeholders operating in local communities, supported exter-nally by the Regions and the Cohesion Agency, seeks to activate pro-cesses of relaunching the internal areas by promoting the strengthening of welfare services and social innovation. The entire country in general, and the South of Italy in particular, are experiencing a rapid growth in social and territorial inequalities, reflecting a deeper crisis of social citi-zenship which puts its internal cohesion at risk. The article argues that, to curb this self-expansive dynamic, it is increasingly necessary to act simultaneously on both local development and welfare policies, inter-twining and creating synergistic interactions in interventions on these two fronts, which until a few years ago, were considered independent and autonomous.
Aree interne e servizi pubblici: domanda e offerta politica nel Sistema sanitario marchigiano
Inland areas and health services: political demand and supply in the Marche healthcare system
Gianluca Busilacchi, Leonardo Piergentili, Marco Pompili, Federico Sofritti
Lo spopolamento delle aree interne del nostro paese è una questione sempre più al centro dell’attenzione delle politiche pubbliche, sia sul piano dell’analisi che su quello degli stru-menti di contrasto. Interroga sia la dimensione della gestione dei servizi pubblici locali che quella delle tendenze di welfare di lungo periodo. Un caso di particolare interesse è quello della sanità. Negli ultimi decenni la politica sanitaria ha determinato un accentramento dell’offerta sanitaria per acuti in presìdi di dimensioni medio-grandi, solitamente collocati nei maggiori poli urbani. Al contempo, la lentezza della transizione verso il potenziamento della me-dicina territoriale ha determinato un depauperamento di servizi sanitari nelle aree interne del paese. Quali sono i meccanismi che si generano tra domanda e offerta sanitaria in queste zone? Il presente lavoro tenta di rispondere a tale domanda, mostrando dapprima l’evoluzione normativa riguardante la medicina territoriale nel nostro paese e fornendo una panoramica sulla Strategia nazionale delle aree interne. Successivamente verrà illustrato il caso della regione Marche per un’analisi del rapporto tra domanda e offerta sanitaria nelle aree più periferiche della regione.
ENGLISH - The depopulation of Italy’s inland areas is increasingly becoming a focal issue in public policy, both in terms of analysis and measures to address it. It concerns not only the management of local public services but also long-term welfare state trends. A particularly interesting case is health-care. In recent decades, healthcare policy has led to a centralization of acute care services in medium- to large-sized facilities, typically located in major urban centers. At the same time, the slow transition towards strengthening community-based healthcare has resulted in a depletion of healthcare services in the country’s inner areas. What mechanisms arise between healthcare demand and supply in these regions? The paper aims to answer this question, first by examining the regulatory evolution of community-based healthcare in our country and providing an overview of the National Strategy for Inner Areas. It will then present the case of the Marche Region to analyze the relationship between healthcare de-mand and supply in the region’s most peripheral areas.
Cooperazione, capacità istituzionale e forme della regolazione nelle aree interne calabresi
Cooperation, institutional capacity and forms of regulation in the internal areas of Calabria
Vincenzo Fortunato, Carmela Guarascio
L’articolo si propone di entrare nel merito del dibattito sociologico ed economico sulle pro-spettive di sviluppo o declino delle aree interne, guardando alla realtà calabrese quale una delle aree più fragili del Mezzogiorno italiano. La riflessione si concentra sull’analisi delle variabili che incentivano una performance proattiva dei territori periferici rispetto all’in-tercettazione di opportunità di finanziamento e di crescita. In particolare, si analizza la propensione delle élite economico-istituzionali a fare rete e promuovere i territori. Il metodo utilizzato è di tipo quali-quantitativo. In un primo momento si è costruito un data base su dati di OpenPnrr sui comuni delle aree interne secondo la Snai 2014/2020. Successivamente, si è proceduto ad effettuare un’analisi di contenuto di 58 interviste dei sindaci dei comuni individuati. I risultati dimostrano che i territori con una presenza di società civile strutturata hanno maggiori opportunità di portare avanti progettazioni innovative e cooperative. Un tessuto civile vivo diventa un importante fattore nel disegno delle politiche locali, offrendo meccani-smi e incentivi positivi per costruire politiche innovative anche in luoghi remoti del paese.
ENGLISH - The article aims to give a contribution to the sociological and economic debate on the perspectives for the development or decline of inland areas, focusing attention on the reality of Calabria as one of the most fragile areas of the Italian Mezzogiorno. The paper focuses on the anal-ysis of the variables that encourage a proactive performance of periph-eral territories in terms of intercepting financing and growth opportunities. In detail, it focuses on the propensity of economic-institutional élites to network and promote territories. The method used is qualitative-quantitative. Firstly, a database was built based on OpenPnrr data, Agenzia per la coesione, on inland munici-palities according to the Snai strategy 2014/2020. In a second step, a content analysis of 58 interviews with the mayors of the identified mu-nicipalities was carried out. The results show that territories with a more structured and qualified civil society presence have more oppor-tunities to carry out innovative and cooperative planning. Therefore, a vibrant civic society becomes an important factor in local policymak-ing, providing positive mechanisms and incentives to develop innovative policies even in remote areas of the country.
Biografie metromontane. La migrazione verticale come adattamento al cambiamento climatico
Metromountain biographies. Vertical migration as adaptation to climate change
Filippo Barbera, Andrea Membretti, Viktoriia Tomnyuk
Negli ultimi anni, specialmente dopo la pandemia da Covid-19, è emerso un rinnovato interesse per la montagna italiana come luogo di vita e lavoro, attrattivo per un numero crescente di persone provenienti da aree urbano-metropolitane. Il progetto di ricerca «Mi-grazioni climatiche interne nella metromontagna italiana» (Miclimi) ha esplorato il ruolo del cambiamento climatico nel co-indurre queste forme di mobilità umana verso le «terre alte», in un contesto in cui le città della Pianura Padana affrontano effetti sempre più critici legati ai cambiamenti ambientali. I risultati qui discussi mostrano che la percezione degli impatti climatici nelle aree urbane sta alimentando una crescente domanda di spo-stamento verso le aree montane. Tuttavia, per governare in modo efficace queste «migra-zioni climatiche verticali», è necessaria una riforma delle politiche pubbliche che valorizzi la metromontanità, ovvero le connessioni tra città e montagna, garantendo lo sviluppo di infrastrutture e servizi adeguati per sostenere questi nuovi flussi migratori.
ENGLISH - In recent years, particularly during and after the Covid-19 pandemic, there has been a renewed interest in the Italian mountains as a place for living and working, attracting an increasing number of people from ur-ban-metropolitan areas. The «Internal Climate Migration in the Italian Metromountain» (Miclimi) research project explored the role of climate change in co-driving migrations toward mountainous areas, especially as cities in the Po Valley face increasingly critical environmental challenges. The findings here presented indicate that the perception of climate im-pacts in urban areas is fostering a growing demand for moving to moun-tainous regions. However, to effectively govern these «vertical climate migrations», a reform in public policies is needed, focusing on the en-hancement of the «metromountain» concept, that is promoting stronger connections between cities and mountains, ensuring the development of infrastructure and services to support these new migratory flows.
Giovani e aree marginali in Italia. La scelta di restare tra aspirazioni individuali e contesto
Young people and marginal areas in Italy. The choice to stay between individual aspirations and context
Maria Giulia Montanari, Fabrizio Ferreri, Maurizio Avola, Nazareno Panichella
Questo articolo esplora le ragioni del restare dei giovani che vivono nelle aree marginali, proponendo una classificazione che sistematizza la varietà delle loro condizioni, basata sull’analisi del rapporto tra aspirazioni individuali e contesto di vita. L'obiettivo princi-pale è esaminare la scelta di rimanere in queste aree senza assumere che essa sia dovuta alla mancanza di risorse per realizzare un progetto migratorio, ma mirando altresì a sfatare le visioni romantiche che considerano il restare come una scelta avulsa dalle difficoltà dei contesti fortemente svantaggiati. L’analisi è stata condotta a partire da 30 interviste a giovani che vivono in quattro aree interne del Centro-Sud Italia, le cui storie di vita ci hanno permesso di definire sei profili di stayers: convinti, adattati, temporanei, incastrati, proattivi e acquiescenti. Oltre a si-stematizzare l’eterogeneità del fenomeno del restare nelle aree marginali e superare alcuni biases che caratterizzano la letteratura sul tema, la classificazione proposta offre spunti di riflessione per mettere a fuoco l’interazione tra disuguaglianze sociali e geografiche in Italia ed elaborare efficaci e non più procrastinabili politiche pubbliche per contesti territo-riali a crescente rischio di marginalizzazione.
ENGLISH - This article explores the reasons to stay among the young living in mar-ginal areas of Italy, proposing a classification that systematizes the variety of their conditions based on the analysis of the correspondence between individual aspirations and life context. The main objective is to explore the decision to remain in these areas without assuming that it is due to a lack of resources to realize a migration project, but also aiming at debunking romanticized views that depict staying as a choice disconnected from the challenges of highly disadvantaged contexts. The analysis was carried out starting from 30 interviews with young people living in four inner areas of Central-Southern Italy, whose life stories allowed us to define six profiles of stayers: convinced, adapted, temporary, stuck, proactive and acquiescent. In addition to systematiz-ing the heterogeneity of the phenomenon of remaining in marginal ar-eas and overcoming some biases characterizing the literature on the topic, the proposed classification offers food for thought to focus on the interaction between social and geographical inequalities in Italy and to develop effective and urgent public policies for territorial contexts at increasing risk of marginalization.
Politiche di resilienza per i territori e dei territori: cosa insegna il caso di Piombino
Resilience policies for and of territories: what the case of Piombino teaches
Annalisa Tonarelli, Luigi Burroni, Dario Raspanti
L’articolo contribuisce alla letteratura sulle aree interne con un’analisi delle politiche per la resilienza dei territori partendo dal caso di Piombino, città siderurgica della costa to-scana interessata da un processo di deindustrializzazione, ormai in atto da più di un trentennio, che ha trasformato uno dei motori dello sviluppo regionale in un’area margi-nale. Tramite l’utilizzo di uno studio di caso longitudinale, l’articolo mostra che non esiste un automatismo tra deindustrializzazione e declino. Piombino è un esempio di strategie di policy che non hanno innescato processi di crescita economica e sociale basati su un modello di sviluppo diverso da quello della grande industria e, al contrario, hanno portato la città ai margini. L’articolo mostra come una serie di criticità nella governance locale e sovralocale e nelle politiche adottate in due giunture critiche per lo sviluppo dell’area hanno accelerato il passaggio della città da polo ad area marginale: la tempistica degli interventi implementati, il policy mix degli strumenti adottati, la presenza di attori che hanno agito secondo una logica estrattiva delle risorse locali, la mancanza di condizionalità negli stru-menti di policy nazionali e la fragilità degli interventi basati sul rafforzamento delle con-nessioni tra attori locali e sovralocali.
ENGLISH - The article contributes to the literature on inner peripheries with an analysis of resilience policies by looking at the case of Piombino, a Tuscan steel-making city affected by a process of deindustrialization that has transformed one of the engines of regional development into a marginal area. Using a longitudinal case study, the article shows no automatism between deindustrialization and decline. Piombino is an example of policy strategies that have not triggered economic and social growth processes based on a development model other than that of big industry and, on the contrary, have brought the city to the mar-gins. The article shows how a series of critical issues in local and su-pra-local governance and the policies adopted at two critical junctures for the area’s development accelerated the city’s transition from in-dustrial pole to marginal area: the timing of the interventions imple-mented, the policy mix of the instruments adopted, the presence of actors who acted according to an extractive logic of local resources, the lack of conditionality in national policy instruments, and the fragility of interventions based on strengthening connections between local and supra-local actors.
Mancata rigenerazione e crisi della cittadinanza sociale nelle aree interne: il caso delle comunità dell’Alta Valle del Cesano
Lack of regeneration and crisis of social citizenship in inland areas: the case of the Upper Cesano Valley communities
Andrea Bruscia, Nicola Costalunga
Nell’ambito delle cosiddette aree interne italiane, esistono numerosi casi caratterizzati da tentativi strategici fallimentari e di opportunità mancate. Un esempio di questo genere riguarda il territorio dell’ex indotto minerario di Cabernardi-Percozzone, collocato all’in-terno dell’Alta Valle del Cesano, area interna a confine tra le province di Ancona e Pesaro-Urbino. Questo lavoro si prefigge l’obiettivo di una ricostruzione delle diverse pa-rabole socio-economiche che questa particolare area, che si trova al di fuori del dibattito e dell’interesse politico, ha avuto negli ultimi cento anni. Il fine è quello di dimostrare come questo territorio, in cui sono presenti diverse risorse infrastrutturali e socio-comunitarie residuali, non sia riuscito a ingenerare un mutamento rispetto alla stasi degli ultimi de-cenni, in particolare nei settori appartenenti alla cosiddetta economia fondamentale (wel-fare, ma anche produzione e distribuzione di beni e servizi «fondamentali»), né tanto meno nel rinnovamento dal punto di vista della cittadinanza sociale e dei soggetti che potrebbero farsene carico.
ENGLISH - In the case of the so-called inland areas of Italy, there are many cases characterised by failed strategic attempts and missed opportunities. One such example concerns the territory of the former mining district of Cabernardi-Percozzone, located in the Upper Valley of Cesano, an inland area on the border between the provinces of Ancona and Pe-saro-Urbino. This work aims to reconstruct the various socio-eco-nomic parabolas that this area, outside of political debate and interest, has experienced over the last hundred years. The aim is to demonstrate how this territory, in which there are several residual infrastructure and socio-community resources, has not managed to bring about a change from the stagnation of recent decades, particularly in the sectors be-longing to the so-called fundamental economy (welfare, but also pro-duction and distribution of «basic» goods and services), much less in the renewal from the point of view of social citizenship and the subjects that could take charge of it.
Politiche di cura della non autosufficienza degli anziani «all’italiana»: le origini e le difficoltà di riforma
«Italian style» long-term care policies: the origins and difficulties of reform
Emmanuele Pavolini
Il contributo indaga sulle ragioni che rendono difficile una riforma in senso maggiormente universalistico del sistema di cura delle persone anziane non autosufficienti. Adottando una prospettiva di neo-istituzionalismo storico, mostra come anche quando si sono aperte possibilità di riforma, inclusa quella recente legata al Pnrr, una serie di fattori e istituzioni, a partire dall’indennità di accompagnamento e dalla diffusa presenza di un mercato irregolare della cura, ha agito da forte meccanismo di blocco.
ENGLISH - The article investigates the reasons that make a more universalistic re-form of the care system for non-self-sufficient elderly people difficult. Adopting a perspective of historical neo-institutionalism, it shows how even when possibilities for reform have opened up, including the re-cent one linked to the Pnrr, a series of factors and institutions, starting from the accompanying allowance and the widespread presence of an irregular market of cure, it acted as a strong blocking mechanism.
La non autosufficienza in un paese che invecchia
Non-self-sufficiency in an ageing country
Tania Scacchetti
La progressiva e rapida crescita della popolazione over 65, in Italia come in Europa, impone la riconsiderazione delle politiche e dei servizi dedicati espressamente a questa fascia di citta-dini/e. La non autosufficienza si pone al margine estremo di una condizione di difficoltà di movimento o di ridotta autonomia che riguarda comunque una parte consistente degli an-ziani. Il contributo evidenzia come le misure attualmente previste dal nostro sistema di wel-fare, in gran parte sostegni monetari, faccia sì che molti dei fabbisogni assistenziali siano coperti dalle famiglie. Un modello di welfare familiare e privato che, sebbene si sia dimostrato efficace, ancorché sostenuto prevalentemente dalle donne, oggi mostra limiti evidenti. Negli anni si sono susseguiti e sviluppati numerosi interventi, l’Italia si è dotata di un Fondo per la non autosufficienza, ma la complessità della governance del sistema e le differenze territoriali sono rimaste una costante del nostro paese. Con il Pnrr e dopo una lunga battaglia delle organizzazioni sindacali, in particolare di quelle dei pensionati, si è raggiunto un obiettivo importante con la legge 33 del 2023 «Deleghe al Governo in ma-teria di politiche in favore delle persone anziane», un disegno di legge che contiene criteri e princìpi che devono essere seguiti per configurare il futuro assetto dell’assistenza sociale sanitaria e socio-sanitaria per le persone non autosufficienti in tutta Italia. I limiti, so-prattutto riferiti alla mancanza di risorse, del primo decreto attuativo della delega, l’as-senza di una riflessione e valorizzazione del lavoro di cura che rimane poco valorizzato socialmente ed economicamente, la crescita dei bisogni devono costituire per il sindacato un grande terreno di azione politica, vertenziale e negoziale, nella consapevolezza che dal miglioramento delle risposte per le persone non autosufficienti passa la qualità della vita delle intere comunità.
ENGLISH - The progressive and rapid growth of the over-65 population, in Italy as well as in Europe, requires a reconsideration of policies and services specifically dedicated to this group of citizens. Non-self-sufficiency lies at the extreme end of a condition of limited mobility or reduced auton-omy, which nonetheless affects a significant portion of the elderly. The article highlights how the measures currently provided by our welfare system, largely financial supports, allow many caregiving needs to be met by families. A family- and privately-based welfare model, which – although it has proven effective and is primarily sustained by women – now shows evident limitations. Over the years, numerous initiatives, often at the regional level, have been implemented and developed, and Italy has established a Fund for Non-Self-Sufficiency. However, the complexity of the system’s governance as territorial differences have remained a constant feature of our country. With the National Recov-ery and Resilience Plan (Nrrp) and after a long struggle by trade unions, particularly those representing pensioners, an important milestone was reached with Law 33 of 2023, «Delegations to the Government on pol-icies in favor of the elderly». This bill contains criteria and principles that must be followed to shape the future structure of social, healthcare, and socio-healthcare assistance for non-self-sufficient individuals throughout Italy. The limitations, particularly related to the lack of re-sources, of the first «decreto attuativo della delega», the absence of re-flection and recognition of care work, which remains undervalued both socially and economically, and finally the growing needs must represent a significant area for political dispute, and negotiation action by the trade union. This is with the awareness that improving the responses for non-sufficient individual directly impacts the quality of life for en-tire communities.
Promuovere la dignità della persona anziana, prendere in carico le persone non autosufficienti. Per una riforma coerente
Promoting the dignity of the elderly person, taking care of non-self-sufficient people. For a coherent reform
Livia Turco
Il contributo sottolinea come la riforma della presa in carico delle persone non autosufficienti debba fondarsi sul principio per cui quella anziana è una stagione attiva socialmente, econo-micamente e culturalmente. È anche la stagione in cui molte persone si ammalano e spesso diventano dipendenti dall’assistenza e dall’aiuto degli altri. È proprio nel momento in cui la persona anziana, per le sue condizioni fisiche e mentali, diviene persona disabile che appare della massima importanza poter disporre di un unico sistema integrato che sia capace di garantire a tutte le persone non autosufficienti, disabili e anziani disabili, le più accessibili e idonee forme per la valutazione e la presa in carico, con una innovativa capacità di valoriz-zazione del contesto di vita domiciliare e la promozione degli interventi necessari a scongiurare il rischio di isolamento e confinamento nel rispetto delle differenze che ciascuna situazione presenta. Dopo aver approfondito i punti qualificanti che uniscono i differenti progetti e pro-poste degli ultimi venti anni, il contributo evidenzia le criticità dello schema di legge recante deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane n. 3372023 e del d.lgs. n. 28/2024.
ENGLISH - The article highlights how the reform of care for non-self-sufficient individuals must be based on the principle that old age is a socially, economically, and culturally active stage of life. It is also the stage when many people fall ill and often become dependent on the assistance and help of others. It is precisely at the moment when an elderly person, due to their physical and mental condition, becomes disabled that it becomes of utmost importance to have a single integrated system able to ensure that all non-self-sufficient individuals, both disabled and el-derly disabled persons, have access to the most appropriate and accessible forms assessment and care. This system should have an in-novative capacity to enhance the home environment and promote the necessary interventions to prevent the risk of isolation and confine-ment, while respecting the unique differences of each situation. After examining the key points that unite the various projects and proposals of the past twenty years, the contribution highlights the critical issues in the draft law granting delegations to the government on policies in favor of the elderly, no. 337/2023 and d.lgs. 28/2024.
Franco Basaglia oggi
Franco Basaglia today
Benedetto Saraceno
La virtù più attuale di Franco Basaglia, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, è il coraggio di opporsi all’establishment e non soltanto a quello della psichiatria ma anche a quello della ideologia medica. Questa opposizione è fatta di pratiche trasfor-mative concrete e di complesse analisi teoriche e ha permesso all’Italia di chiudere i mani-comi e creare un’assistenza basata sulla dimensione psicosociale della malattia mentale più che su quella psichiatrica. La rottura pratica ed epistemologica operata da Basaglia va ben oltre le istituzioni della medicina e si estende a tutte le istituzioni che opprimano, che tolgano diritti e neghino la soggettività: carceri, istituzioni per anziani e spesso anche gli universi istituzionali della giustizia e della educazione. Basaglia esige e, là dove opera, realizza non una società senza diversi, ma una società diversa, permeata da un forte senso di cittadinanza e democrazia. La sintesi fra l’umanesimo derivatogli dalla fenomenologia e dall’esistenzialismo e l’ade-sione alla visione gramsciana delle disuguaglianze sociali ed economiche fa di Basaglia un gigante del pensiero scientifico e politico del Novecento.
ENGLISH - The most current virtue of Franco Basaglia, whose birth centenary this year marks, is the courage to oppose the establishment of psychiatry and medical ideology as well. This opposition is made up of concrete transformative practices and complex theoretical analyses and has allowed Italy to close mental hos-pitals and create assistance based on the psychosocial dimension of mental illness rather than on the psychiatric one. The practical and epis-temological break made by Basaglia goes far beyond the institutions of medicine and extends to all institutions that oppress, take away rights and deny subjectivity: prisons, institutions for the elderly and often also the institutional universes of justice and education. Basaglia demands and creates not a society without diversity but a different society, per-meated by a strong sense of citizenship and democracy. The synthesis between the humanism derived from phenomenology and existentialism and the adherence to the Gramscian vision of social and economic inequalities makes Basaglia a giant of twentieth-century scientific and political thought.
Autonomia differenziata e servizi sociali territoriali. L’esempio ignorato
The law on «differential autonomy» of Italian regions and the neglected example of social services
Le politiche sociali costituiscono un importante caso di studio per il federalismo, in quanto ambito già devoluto alla competenza regionale. L'articolo 117 della Costituzione, infatti, come riformulato nel 2001, già riconosce alle Regioni potestà legislativa esclusiva in tale campo, mentre rimane di competenza statale solo l’individuazione dei Lep, i Livelli essen-ziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. La strada per l’individuazione dei Lep nel sociale si è rivelata, tuttavia, particolarmente ardua e, in loro assenza, il sistema dei servizi sociali si è sviluppato poco e con pronunciate differenze territoriali. D’altra parte, la leva finanziaria, rappresentata dal riparto dei, pur limitati, fondi nazionali destinati al sociale, ha costituito l’unico strumento per assicurare un qual-che minimo coordinamento dei servizi a livello nazionale. Eppure, l’esempio delle politiche sociali sembra ignorato dalla legge 86/2024 sull’autonomia differenziata ed esse rischiano addirittura di essere vittime della nuova legge. La situazione venutasi a creare ha, infatti, già portato al blocco dell’iter dei decreti di individuazione dei Lep nel sociale, previsti dalla legge di bilancio 2022, mentre la possibilità che vengano cancellati o devoluti i fondi sociali nazionali genera preoccupazione per la tenuta complessiva del sistema.
ENGLISH - Social policies are an important case study for federalism, as an area already devolved to regional competence. As a matter of fact, article 117 of the Constitution, as reformulated in 2001, already recognizes the regions exclusive legislative power in this field, only the identification of the «essential levels of service that must be guaranteed throughout the national territory» remaining within state competence. Identifying such essential levels in the social field has proven particularly arduous and, in their absence, social services developed little and with pro-nounced territorial differences. In the interim, the financial lever repre-sented by the distribution of the, albeit limited, national funds ear-marked for social services has been the only tool to ensure some mini-mal coordination of services at the national level. Yet, the example of social policies is ignored by the law 86/2024 on differential autonomy. Moreover, social services even risk being victims of the new law: in-deed, the new framework already led to the freezing of the identifica-tion process of essential levels in the social sector, which was due by mid-2024, while the possibility that the national social funds will be cancelled or devolved to regions generates concern for the overall sta-bility of the system.