RPS N. 1/2016
Gennaio-Marzo 2016
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Presentazione

TEMA: Politiche urbane welfare locale governance territoriale
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Le metapolitiche per la città. Una introduzione
Luca Alteri, Paolo De Nardis

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La rigenerazione urbana: welfare e workfare? Uno studio comparativo tra Francia e Stati Uniti
Welfare or Workfare in Urban Regeneration? A comparative Study of France and the Usa
Clément Boisseuil

In Francia e negli Stati Uniti il degrado del patrimonio immobiliare di edilizia pubblica e la concentrazione della povertà in alcuni quartieri popolari hanno promosso, a partire dall’inizio degli anni 2000, la progettazione di programmi di rigenerazione urbana di ampia portata. Una questione rimane ancora in sospeso: quale profilo dare a questi programmi urbani caratterizzati da finalità sociali? L’articolo si occupa dell’ambiguità che riguarda tali programmi, in particolare nei casi delle città di Parigi e Chicago, osservando l’emergere del workfare come modello principale delle iniziative osservate.

ENGLISH - Since the start of the new millennium, the neglect of public buildings and the concentration of poverty in some working-class neighbourhoods have encouraged the planning of ambitious programmes of urban regeneration in France and the Usa. One question remains unanswered: what profile should we give to city programmes that have social ends? This article deals with the ambiguity of these programmes, particularly in the cases of the cities of Paris and Chicago, and notes the emergence of workfare as the main model for the initiatives studied.

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Politiche, crisi e socialità nelle periferie europee e italiane. Uno sguardo di sintesi
Policy, Crisis and Social Relations in European and Italian Working-Class Neighbourhoods. An Overview
Alfredo Alietti

I quartieri popolari sono divenuti la «nuova questione sociale». Luoghi stigmatizzati dove vivono soggetti e gruppi maggiormente colpiti dai mutamenti degli assetti socio-economici. L’interazione tra processi di esclusione e segregazione spaziale alimenta un circolo vizioso che enfatizza una logica d’emergenza. In tali contesti la presenza di nuclei immigrati rappresenta un ulteriore fattore critico che rafforza l’idea di uno «spazio altro». La risposta dell’azione pubblica è di promuovere le cosiddette «area-based policies» focalizzate sull’assunto di ricostruire il legame sociale e una sorta di socialità positive. Gli effetti di queste politiche risultano deboli poiché non affrontano le cause strutturali della segregazione sociospaziale e, soprattutto, non riducono la distanza tra la periferia e il centro. Vi è, quindi, la necessità di creare nuove forme di cittadinanza attraverso il rinnovamento dell’azione amministrativa e il cambiamento delle periferie in autonomi spazi di dialogo per condividere l’innovazione delle politiche.

ENGLISH - Working-class neighbourhoods have become the «new social question», stigmatized as home to subjects and groups who are most affected by changes in the socio-economic structure. The interaction between processes of exclusion and spatial segregation fuels a vicious circle that emphasizes an emergency mentality. In such contexts, the presence of immigrant families is another critical factor that reinforces the idea of a «space that is other». The official response has been to promote «areabased policies» focused largely on the assumption of the reconstruction of the social bond and a sort of positive sociability. The effects of these policies are weak because they do not affect the structural causes of socio-spatial segregation and, above all, do not reduce the distance between periphery and centre. There is, therefore, the need to create new forms of citizenship by renewed administrative action and changing suburbs into autonomous spaces of dialogue for sharing the innovation in policies.

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Senza politiche. Il cambiamento del centro storico cosentino: abbandono e periferizzazione
Without Policy. Change in the Old Centre of Cosenza: Neglect and Peripheralization
Antonella Coco

Nell’articolo si presentano i principali risultati di una ricerca sui processi di cambiamento e sulle condizioni di vita degli abitanti dei quartieri storici della città di Cosenza. L’ipotesi interpretativa è quella della periferizzazione (Magatti, 2007), realizzatasi attraverso forme progressive di abbandono e di degrado per cui il centro storico appare, oggi, svuotato della popolazione residente, delle funzioni e delle relative strutture politicoamministrative, economiche e culturali. Una parte consistente della popolazione residente vive condizioni di disagio sociale e povertà, a fronte della carenza dei servizi pubblici e privati. L’agire delle élite politiche appare contraddistinto da una scarsa attenzione istituzionale ai quartieri storici e al loro vissuto, fatta eccezione per alcune fasi di vita politica della città. Nel complesso, è assente una strategia integrata di recupero (Vitale, 2009) e di contrasto ai processi di abbandono e di marginalità sociale.

ENGLISH - The article presents the main results of research on the processes of change and on the living conditions of the inhabitants of the older parts of the city of Cosenza. Its interpretative hypothesis regards the peripheralization of these neighbourhoods as a result of gradual neglect and decay. The old part of the city has lost a large number of inhabitants, in addition to its political-administrative, economic and cultural functions and facilities. A significant part of its population lives in poverty, and has little access to public and private services. The action of urban political élites typically pays only sporadic institutional attention to the old neighbourhoods and the living conditions of their inhabitants, except for some periods of the political life of the city. In general, an integrated recovery strategy (Vitale, 2009) to tackle processes of decay and social marginality seems to be missing

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La riconversione della spesa pubblica come terreno di innovazione. Soluzioni residenziali per l’emergenza abitativa a Milano
The Reconversion of Public Expenditure as an Opportunity for Innovation. Residential Solutions for the Housing Emergency in Milan
Cosimo Palazzo, Massimo Bricocoli, Stefania Sabatinelli

Mutamenti strutturali e recessione economica hanno impatti significativi sulle condizioni di vita, specie nei sistemi di welfare familisti dell’Europa del Sud comparativamente meno redistributivi e inclusivi. Tra le implicazioni più evidenti vi è una fatica crescente a mantenere l’alloggio di abitazione, l’incremento delle morosità in relazione sia agli affitti sia ai mutui, l’aumento e l’accelerazione delle procedure di sfratto. Chi perde la casa e non trova soluzioni nelle proprie reti primarie si rivolge ai servizi sociali dei Comuni. In assenza di soluzioni adeguate, questi ricorrono tipicamente a strutture ad alta intensità assistenziale (come Rsa e comunità) o a stanze d’albergo, soluzioni al tempo stesso costose e inappropriate. Per far fronte all’aumento dei bisogni nel quadro di risorse decrescenti, molti enti locali sperimentano – in ordine sparso – soluzioni innovative. Questo contributo analizza la recente sperimentazione di un programma di «Residenzialità sociale temporanea» promosso dal Comune di Milano, che, insieme a una riconversione e maggiore efficacia della spesa corrente, mira a configurare soluzioni residenziali più appropriate.

ENGLISH - Structural changes and economic recession have a serious impact on living conditions, especially in Southern European familistic welfare systems, which are comparatively less redistributive and inclusive. Some of the most evident implications are less affordable housing, increasing incidence of arrears, both in rented apartments and in bank loans, and more and quicker evictions. Those who lose their home and do not find a solution in their primary networks turn to municipal social services. In the absence of adequate solutions, they typically make use of structures with high assistance intensity (like nursing homes), or of hotel rooms: solutions that are both very expensive and inappropriate. In order to cope with increased need in a context of decreasing resources, many local governments are experimenting unsystematically with innovative solutions. This article analyses the recent experimentation of a «Social Temporary Dwelling» programme promoted by the Milan City Council, which combines a recalibration of current expenditure with more appropriate residential solutions.

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Tra innovazione e nuova rappresentanza: la sfida del sindacato nelle politiche urbane milanesi
Innovation and New Representation: The Challenge of the Unions in Milan’s Urban Policies
Ivan Lembo, Massimo Bonini

I temi del territorio, dello sviluppo locale e della tutela delle condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini sono da sempre al centro dell’azione del sindacato milanese. Tale attenzione si è tradotta nel tempo in varie esperienze e pratiche sindacali all’interno del contenitore della contrattazione territoriale. In questo contesto, obiettivo dell’articolo è, in primo luogo, quello di analizzare il ruolo giocato dal sindacato milanese negli anni delle crisi e delle trasformazioni sociali, economiche e demografiche che l’hanno accompagnata. In particolare ci si concentrerà su alcune esperienze innovative per temi trattati, destinatari e modalità d’azione. In secondo luogo ci si chiederà se e in che modo la contrattazione territoriale può rappresentare una strada da seguire per rappresentare vecchi e nuovi bisogni sociali.

ENGLISH - The questions of territory, local development and protection of the living conditions of workers and citizens have always been a key focus of Milan’s trade unions. Over the years this has given the trade unions much experience in the field, and they have developed various practices as part of territorial bargaining. In this context, the article’s main aim is to analyse the role played by Milan trade unions in the years of the crisis and of the social, economic and demographic changes that accompanied it. In particular, the focus will be on some experiences that are regarded as innovative in their nature and procedures, as well as in the target population. The article will also ask whether and how territorial bargaining can be a way forward to represent old and new social needs.

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Le aree militari nelle città italiane: patrimonio pubblico e rendita urbana nell’era dell’austerity e della crisi
Military Areas in Italian Cities: Public Assets and Urban Revenue in Times of Austerity and Crisis
Francesca Artioli

Le aree militari nelle città italiane sono ormai da alcuni anni al centro di politiche contrastanti. Quattro ordini di tensioni permettono di rendere conto delle negoziazioni, dei disaccordi e dei frequenti fallimenti nel riuso di tali patrimoni pubblici: sull’oggetto di intervento, come attivi di bilancio o beni territoriali; sulle procedure, tra riforma costante e politica dello status quo; sugli obiettivi per le città, tra massimizzazione e redistribuzione della rendita fondiaria; e infine sulle risorse da mobilizzare per il riuso, legate all’aspettativa e all’assenza di un mercato per tali beni. Lo studio delle aree militari, riunendo analisi delle riforme dello Stato e economia politica delle città, permette di riflettere sui nodi della trasformazione della città pubblica in un’epoca di riforme di austerity, contrazione del pubblico e crisi economica.

ENGLISH - In recent years, there have been contrasting policies concerning military areas in Italian cities. There are four kinds of tensions in the negotiations, conflicts and frequent failures in the reuse of these public assets. These may be tensions in policy aims between achieving a budget surplus or preserving territorial assets. There may be procedural tensions between constant reforms and the conservation of the status quo; tensions in the objectives of the reconversion between maximizing and redistributing the urban revenue; or tensions in the resources for re-use, depending on their market value or lack of it. By bringing together an analysis of state reforms and urban political economy, the study of military areas sheds light on the transformation of the public city, in times of austerity, public sector retrenchment and economic crisis.

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Dalla città rossa alla città «subprime». La crisi industriale e sociale di Livorno
From the Red City to the «Subprime» City. Livorno’s Social and Industrial Crisis
Lorenzo Giudici

Livorno continua a essere una città decisiva per la storia d’Italia: la nascita del Partito comunista, l’imponente passato industriale, la mobilitazione operaia e adesso la ristrutturazione industriale e la rielaborazione identitaria. Tra cambiamento e persistenza, Livorno si pone come laboratorio per tutte le ex città industriali italiane, almeno su due piani: a livello strutturale, la città «esplode» la transizione dall’industria portuale e cantieristica alla rendita finanziaria e alla rigenerazione urbana, mentre – sul piano della governance – le rappresentanze della classe operaia (il partito, che a Livorno mantiene una linea di continuità ideale con l’epoca comunista, la Camera del Lavoro e le cooperative dei lavoratori) dismettono la conflittualità di classe e contribuiscono prima all’aumento della produttività, poi alla gestione dello sviluppo urbano nella città deindustrializzata. L’articolo riassume sessanta anni di storia livornese, tra economia, politica e società.

ENGLISH - Livorno is still a town that is decisive for Italian history: the former Communist Party, the huge industrial tradition, the workers’ mobilization and now industrial realignment and a redefinition of its identity. A mixture of change and continuity, Livorno is an experiment for all the former industrial cities in Italy, on at least two levels: the shift from port and dockyard industry to financial revenue, and from the workers’ struggle led by the Party and the Trade Unions to the comanagement of the development in the de-industrialized town. This article synthesizes sixty years in the history of Livorno from the point of view of the economy, politics and society.

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L’economia della condivisione tra retoriche, ambiguità e lati oscuri. Riflessioni a partire dal caso Airbn
Rhetoric, Ambiguity and Negative Features in the Sharing Economy. Reflections based on the Case of Airbnb
Luca Raffini

Il concetto di economia della condivisione (sharing economy) ha avuto una rapida diffusione, in ambito scientifico e nel mondo dell’attivismo civico, diventando presto un concetto passe-partout cui ci si riferisce per indicare una eterogeneità di pratiche, accomunate dal principio della orizzontalità, della condivisione, dell’utilizzo dei media digitali. Obiettivo del contributo è indagare criticamente il concetto, decostruendone ambiguità e retoriche. Si indagherà, in particolare, il caso di Airbnb, una piattaforma nata per favorire il libero scambio di appartamenti e camere tra privati che ha rivoluzionato il mercato degli affitti a breve periodo e ha generato benefici per piccoli proprietari e clienti, ma ha anche favorito la creazione di un mercato deregolamentato dell’affitto e creato una condizione di oligopolio. Si farà riferimento, nello specifico, al caso di Barcellona, in cui ha preso forma un contenzioso tra i gestori della piattaforma e l’amministrazione, che vede in Airbnb uno strumento che alimenta ulteriormente il processo di espulsione degli abitanti dalla città a favore dei turisti, rendendo più vantaggioso l’affitto di breve periodo rispetto a quello a medio e lungo termine, contribuendo, quindi, al processo di gentrification.

ENGLISH - The concept of a sharing economy has spread rapidly in the scientific literature and among practitioners, soon becoming a passe-partout concept used to identify a wide range of practices that have some features in common: horizontality, sharing, and use of the new media. The sharing economy is an alternative economic sphere to the realm of the market, as it goes beyond the matching of supply and demand. It challenges monetization and promotes forms of collaborative consumption, reuse and exchange. A sharing economy is seen as encouraging economic and environmental sustainability, and virtuously combining individual and collective benefits. On a closer look, however, many practices usually depicted as examples of a sharing economy proved to be «business as usual». Behind the rhetoric of «sharing», «horizontality» and «innovation» there is a process of deregulation that does not produce positive externalities. The article considers the negative side of the sharing economy, by deconstructing its rhetorics and its ambiguity. We investigate the case of Airbnb, a platform created to facilitate the free exchange of apartments and rooms in private houses that has revolutionized the short-term rentals market. The spread of Airbnb has generated benefits for holders and customers, but it has also helped create a deregulated rental market and an oligopoly. We will focus on the case of Barcelona, where the city administration and Airbnb managers are in conflict over compliance with current regulations and its effect on the city. The Mayor is concerned about a gentrification process that expels inhabitants from the centre to the suburbs. Her belief is that the increase in short-term rentals to tourists – more profitable than long-term renting to families – will exacerbate this process.

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Le politiche urbane e gli stadi
Urban Policies and the Stadiums
Simone Tosi

Da almeno due decenni gli stadi europei hanno intrapreso la strada di una profonda trasformazione. Oltre che nelle esigenze del calcio contemporaneo, tale trasformazione ha radici anche nei cambiamenti in atto nel campo delle politiche urbane. Gli stadi moderni sono oggi assai più che un mero spazio all’interno del quale assistere alla partita. Sempre più essi divengono luoghi privati, costruiti come efficienti cash machine destinate a un ampio spettro di attività di consumo. Questi cambiamenti promuovono nuovi pubblici di clienti con ampie capacità di spesa, assai diversi dai tifosi tradizionali. Lo stadio è dunque un luogo entro cui si affermano dinamiche commerciali e di gentrification, in un quadro ben più ampio e generalizzato di mercificazione dello spazio pubblico comune a molte città contemporanee.

ENGLISH - European stadiums have changed a lot over the last two decades. This is partly due to the requirements of contemporary football, but also to changes in the field of urban policies. Modern stadiums are now much more than just a space to watch the game. More and more, they are becoming private places, built as efficient «cash machines» targeted to a wide range of consumer activities. These changes are encouraging a new public of customers with high-spending capacity, quite unlike the traditional fans. The stadium is thus a place in which commercial dynamics and gentrification processes are spreading, in a much broader context of general commodification of public spaces, which is common to many contemporary cities.

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Un nuovo sviluppo in risposta ai bisogni delle persone e del territorio
A New type of Development in Response to the Needs of People and Territories
Gaetano Sateriale.

L’Unione europea a 28 paesi membri è il maggior produttore di ricchezza del mondo: il più grande importatore e il più grande esportatore di beni e servizi. È un gigante economico inconsapevole (e un nano politico). Le politiche economiche fondate sulla «austerità accrescitiva» e il fiscal compact condannano l’Europa a una bassa crescita e a una disoccupazione strutturale. La specializzazione manifatturiera europea è progressivamente in competizione con quella asiatica (sia nella gamma alta della produzione che in quella bassa). Nel frattempo la crisi ha cambiato i bisogni sociali e ridotto gli investimenti sul welfare. L’assenza di politiche industriali di indirizzo e il contenimento della spesa pubblica hanno portato a un impoverimento progressivo del territorio: per crescita inquinamento e scarsità di manutenzione. L’Europa ha bisogno di un nuovo «modello di sviluppo» basato sulle sue caratteristiche e le sue vocazioni storico-economiche e orientato ai bisogni delle persone e dei territori (sostenibilità sociale e ambientale). Questo salto di politica non è realistico si compia a partire da decisioni top down. La nuova crescita nasce da risposte locali ai nuovi bisogni (delle persone e dei territori). Da questa domanda si creeranno nuovi mercati su cui orientare le produzioni innovative di merci e servizi. «La domanda locale determinerà l’offerta globale». Il sindacato può essere agente e protagonista di questa svolta con la contrattazione sociale territoriale e la microconcertazione con i governi locali, a partire dalle città.

ENGLISH - The twenty-eight-member European Union is the greatest single wealth producer in the world: the greatest importer and the greatest exporter of goods and services. Seemingly unaware of the fact, it is an economic giant (and a political pygmy). The economic policies founded on «augmentative austerity» and the fiscal compact condemn Europe to low growth and structural unemployment. Specialized European manufacturing finds itself more and more in competition with Asia (in both high and low quality production). Meanwhile, the crisis has changed social needs and reduced investment in welfare. The lack of policy guidelines for industry and the containing of public expenditure have led to a gradual impoverishment of the territory, due to increased pollution and lack of maintenance. Europe needs a new «model of development» based on its characteristics and its historicaleconomic vocations. The new model of European development should be directed to the needs of people and territories (social and environmental sustainability). It is unrealistic to think this leap forward could be achieved by top-down decision-making. The new growth will come from local responses to new needs (of people and territories). This demand will create new markets for the innovative production of goods and services. «Local demand will determine global supply». The unions can be the agent and protagonist of this change of direction with local bargaining and micro-negotiations with local government.

ATTUALITA': Welfare contrattuale e aziendale: rischi opportunità proposte
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Welfare aziendale o contrattuale? Rischi e opportunità
Company or Contractual Welfare? Risks and Opportunities
Franco Martini.

Per lungo tempo il tema del welfare contrattuale ha attraversato il dibattito interno alla Cgil, alimentando sospetti, reticenze, contraddizioni che non hanno consentito una riflessione approfondita sulla natura del fenomeno e sulle sue possibili evoluzioni, ritardando così l’elaborazione di una propria visione autonoma. Oggi il tema del welfare contrattuale è diventato centrale nel dibattito nazionale, tanto nelle azioni del governo, quanto nelle posizioni e nelle proposte dei soggetti di rappresentanza, innanzitutto di parte datoriale. In particolare, sul welfare aziendale la recente Legge di stabilità ha previsto ulteriori misure di sostegno e agevolazioni di natura fiscale. Solo un solido sistema di welfare pubblico e universale consente di sviluppare esperienze di welfare integrativo sostenibili anche in termini di costi e convenienze contrattuali. Anche per questo il welfare contrattuale (nazionale o aziendale) pur se rivolto solo ai lavoratori dipendenti e ai loro familiari deve contribuire a quello universale e in questo senso è decisivo il rapporto tra il welfare contrattuale/aziendale e il territorio dove opera l’impresa.

ENGLISH - For a long time the question of contractual welfare has been part of the Cgil’s internal debate, encouraging suspicion, silence and contradictions that have made serious reflection on the nature of the phenomenon and its possible developments impossible. As a result, it has been slow to present its own independent vision. Today contractual welfare has become central to the national debate, both in government action and in the positions and proposals of those directly involved, particularly on the employer side. In particular, the recent budget law envisages further measures of support on company welfare and tax relief. Only a solid system of universal state welfare provides a context for additional sustainable welfare, including what falls under costs and contractual advantages. That is one reason why contractual welfare (whether national or company-based) should contribute to universal welfare, even if it is intended only for employees and their families, which means that the relation between contractual/ company welfare and the area where the business operates is decisive.

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Come rendere più inclusivo il welfare contrattuale e aziendale
How to Make Contractual and Company Welfare more Inclusive
Maria Concetta Ambra.

In questi anni a fronte di una minore tutela offerta dal welfare pubblico, è cresciuto il peso del welfare aziendale e contrattuale, e con esso, anche il rischio di accrescere le distorsioni già esistenti, in particolare quelle distributive e territoriali. È stato invece poco esaminato il ruolo dello Stato sulla crescita del welfare contrattuale e aziendale, in particolare attraverso le misure fiscali. È questo il tema su cui si concentra l’articolo, analizzando in particolare le misure di agevolazione contributiva e fiscale, introdotte a partire dal 2007, con l’obiettivo di favorire la diffusione della contrattazione di secondo livello e la crescita della produttività. Con il recente intervento del Governo Renzi sono state inserite alcune modifiche in grado di generare anche effetti diretti sulla crescita del welfare aziendale e contrattuale. Dopo aver esaminato le caratteristiche di queste misure dal 2007 a oggi, le risorse stanziate e il loro possibile impatto sulla diffusione della contrattazione decentrata e sulla crescita del welfare contrattuale e aziendale, vengono messi in evidenza alcuni effetti negativi e si avanzano alcune proposte per favorire la crescita di un welfare aziendale e contrattuale più inclusivo.

ENGLISH - In recent years, the reduction in protection offered by state welfare has been accompanied by a growth in company and contractual welfare, and, with it, the risk of increasing distortions already present, particularly distributive and territorial inequalities. But the role of the state in the growth of contractual and company welfare, particularly through tax measures, has been little examined. This is the question dealt with in this article, which analyses in particular the measures of tax relief and reduced contributions introduced since 2007, with the aim of encouraging second-level bargaining and increased productivity. The Renzi Government’s recent intervention has added some modifications that may also lead to direct effects on the growth of company and contractual welfare. After examining the characteristics of these measures from 2007 to the present, the resources set aside and their possible impact on the spread of decentralized bargaining and the growth of contractual and company welfare, some negative effects are discussed and some proposals made for encouraging the growth of a more inclusive company and contractual welfare.

DIBATTITO: Per un capitalismo giusto ed ecologico: l'ultimo messaggio di un grande maestro
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Ciò che è e ciò che potrebbe essere. Riflettendo sull’ultimo libro di Luciano Gallino
How Things are and how They Might be. Reflections on Luciano Gallino’s Last Book
Maurizio Franzini

Il Denaro, il Debito e la Doppia Crisi, spiegati ai nostri nipoti è l’ultimo libro di Luciano Gallino, pubblicato circa un mese prima della sua scomparsa a novembre dello scorso anno1. Il motto che Gallino ha posto in esergo al libro (riprendendolo da Rosa Luxemburg) è questo: «Dire ciò che è, rimane l’atto più rivoluzionario». «Ciò che è» Gallino vuole dirlo soprattutto ai giovani, rappresentati dai suoi nipoti, ai quali il libro è rivolto. E «ciò che è», nel mondo contemporaneo agli occhi di Gallino – non possiamo sorprendercene – ha i colori del grigio scuro, se non del nero. Però c’è anche quel che potrebbe essere e qui Gallino si sforza di vedere altri, più rasserenanti, colori; su di essi vuole attirare lo sguardo dei giovani. Questo indirizzamento dello sguardo verso nuovi orizzonti raggiungibili ha il valore di un messaggio speciale (non direi testamento, e non solo perché la parola non è tra quelle che preferisco) da parte di uno studioso per molti versi unico. A quel messaggio è bene prestare tutta l’attenzione che merita. Queste note sono un tentativo di farlo.

ENGLISH - Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti is the title of Luciano Gallino’s recent book, published about a month before his death in November last year. Gallino’s motto, placed at the head of the book, is taken from Rosa Luxemburg and reads: «Saying how things are is still the most revolutionary act». Gallino wants to explain «How things are» above all to the young, represented by his grandchildren, for whom his book is written. And «how things are» in the presentday world as Gallino sees it – and we can none of us be surprised – have a dark-grey colour, if not black. But there is also what might be, and here Gallino makes an effort to see other, more reassuring colours, and he wants the young to be aware of them. Directing attention towards new horizons that can be reached has the value of a special message (I prefer not to use the word «testament», and not simply because the word is not one of my favourites) from a researcher who was in many respects unique. We would do well to listen to it with the care it deserves. These notes are an attempt to do just that.

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Il libro-testamento di un sociologo eretico
The Last Work of a Heretical Sociologist
Adriana Luciano

Scopo di questo articolo è rileggere l’analisi che Luciano Gallino compie della crisi del capitalismo e del sistema ecologico alla luce del suo precedente lavoro teorico e di ricerca empirica. L’ipotesi è che lo sviluppo della sua prospettiva sociologica di analisi della crisi e la critica delle sue configurazioni istituzionali e culturali sia radicata nella teoria della società che l’autore ha elaborato nel corso della sua lunga carriera intellettuale ma prenda anche le distanze da precedenti rappresentazioni della struttura di classe e della lotta di classe. L’analisi di Gallino della finanziarizzazione della società e del modo in cui la sua logica è stata applicata alle relazioni sociali e politiche induce a un ripensamento della metodologia delle scienze sociali allo scopo di riconsegnare la sociologia alla sua originaria vocazione critica.

ENGLISH - The aim of the article is to read Luciano Gallino’s analysis of the capitalist and ecological crisis in the light of his previous theoretical work and empirical research. The premise is that the development of his sociological perspective on the global economic crisis and his critique of the institutional and cultural configurations of financial capitalism is rooted in the theory of society that he elaborated in his long intellectual career, but also moves away from his former representation of the class structure and the class struggle. Gallino’s analysis of the financialization of society and how its logic has been applied to social and political relations invites us to rethink the methodology of the social sciences in order to return sociology to its original role as a critique of society.

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