Le disuguaglianze: un approccio plurale. Nota introduttiva
Giovanni Carrosio, Elena Granaglia, Patrizia Luongo
Potere di riconoscimento, diseguaglianze territoriali e politiche pubbliche
Power of recognition, territorial inequalities and public policies
Filippo Barbera, Alessia Zabatino
L’inclusione capacitante degli innovatori e dei soggetti marginali nelle politiche per lo svi-luppo locale costituisce una leva cruciale per combattere le diseguaglianze territoriali e di riconoscimento. A sostegno di questa tesi, l’articolo analizza dapprima due meccanismi micro-fondati che presiedono la relazione tra potere di riconoscimento e diseguaglianze terri-toriali: il deficit di riconoscimento e il mis-conoscimento. Entrambi i meccanismi sono di-scussi alla luce delle relazioni di potere che presiedono e istituiscono. Nella seconda parte, a suffragio empirico di questi meccanismi, si prendono in considerazione tre diversi casi di politiche e azioni che – a diversi livelli di scala – hanno colmato il deficit di riconoscimento o riequilibrato situazioni di mis-conoscimento. Scopo dell’articolo è quello di mostrare come il potere di riconoscimento nasca e proliferi nel perimetro di un discorso pubblico performa-tivo, che assegna identità e valore pubblico a territori e persone, alla luce del primato dei target, dell’investimento senza risultati, dei risultati senza capacità di aspirare. Le conclu-sioni suggeriscono infine che questo discorso pubblico performativo sottende una logica dell’ec-cellenza che riproduce e accentua le diseguaglianze territoriali.
ENGLISH - The article analyzes the relationship between the power of recognition and territorial inequalities, considering local development policies carry-ing on the empowerment of marginal territories, innovators and margi-nalized people. The first part points out two dynamic of relationship be-tween the power of recognition and territorial inequalities: the recognition deficit and the mis-knowledge. Both mechanisms are discussed highlight-ing the power relations they determine. The second part analyzes three public policies acting on these mechanisms, on a national, regional and local scale, filling up recognition deficits or rebalancing mis-knowledge. The article shows how the power of recognition produces a «public dis-course» as an act of construction of reality that doesn’t recognize the added value and/or diversity of the territories and the inhabitants, in light of the primacy of the targets, of investment without results, of results without the capacity to aspire. The conclusions discuss the consequences on territorial inequalities caused by the public policies based on the con-centration of resources in favor of a few «excellent winners».
Territori e determinanti sociali delle disuguaglianze: il «lavoro territoriale» delle politiche pubbliche e del welfare di comunità
Territories and social determinants of inequalities: the «territorial work» of public policies and community welfare
Daniela Luisi
La dimensione territoriale delle politiche pubbliche rappresenta un interessante ambito di analisi delle determinanti economiche e sociali delle disuguaglianze. Partendo da alcuni ri-ferimenti teorici sull’interpretazione dei divari territoriali, il contributo analizza la dimen-sione territoriale del welfare e la rilevanza dell’approccio place-based come strumenti di riequilibrio economico, sociale e territoriale. Le esperienze osservate nelle aree interne e nelle aree urbane periferiche mostrano la dimensione coesa del welfare locale come investimento sociale: integrano risorse e attori (pubblici e privati, profit e non profit), coinvolgono operatori sociali, organizzazioni, cittadini e valutano i risultati delle azioni.
ENGLISH - The territorial dimension of public policies is an interesting field of analysis of the economic and social determinants of inequalities. Start-ing from some theoretical references on the interpretation of territorial gaps, the contribution analyses the territorial dimension of welfare and the relevance of place-based approach as tools for economic, social, and territorial rebalancing. The experiences observed both in inner and peripheral urban areas show the cohesive dimension of local welfare as social investment: integrating resources and actors (both public and private, profit as well as non-profit), involving social workers, organizations, citizens and evaluating the actions’ outcomes.
Modernizzazione ecologica e disuguaglianze: una prospettiva socio-territoriale
Ecological modernization and inequalities: a socio-territorial perspective
Giovanni Carrosio
Dalla formulazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) delle Nazioni Unite, la que-stione ambientale è entrata saldamente nell’agenda delle politiche pubbliche. Diversi livelli di governo stanno mettendo in atto misure e programmi per guidare le scelte di amministratori, imprese e cittadini verso il raggiungimento degli Sdgs. In ogni paese le politiche ambientali sono state strutturate sulla base di tre strumenti: la definizione degli obiettivi da raggiungere, l’in-dividuazione di sistemi normativi per vincolare l’azione degli attori pubblici e privati ed evitare che i loro comportamenti causino danni ambientali, la determinazione di incentivi economici per incoraggiare gli attori ad adottare comportamenti ecologici. Questo sistema di obiettivi, incentivi e regole si inserisce in un modo dominante di costruire le politiche di transizione, che si concentra sul mercato e sulla regolazione. È nel mercato che si formano le preferenze per le tecnologie e le pratiche sostenibili, ed è attraverso la regolamentazione che si interviene laddove il mercato non fornisce sufficienti benefici ambientali. Chiamiamo questo modo di strutturare le politiche ambientali «progetto di modernizzazione ecologica», un modello politico che non tiene conto delle diversità sociali e territoriali. Questa cecità alle diversità sociali e territoriali riproduce e genera nuove disuguaglianze, perché l’accesso e la reazione a incentivi e vincoli è diverso a seconda delle condizioni sociali e territoriali. Anche per questo, nelle scienze sociali, una vasta letteratura sta analizzando il rapporto tra transizione ecologica e disuguaglianza. È in questo insieme di lavori che si colloca il nostro contributo
ENGLISH - Since the formulation of the United Nations Sustainable Development Goals (SDGs), the environment has moved firmly onto the public po-licy agenda. Different levels of government are putting in place mea-sures and programmes to guide the choices of administrators, busi-nesses and citizens towards achieving the SDGs. In each country, en-vironmental policies have been structured on the basis of three instru-ments: the definition of targets to be achieved, the identification of re-gulatory systems to constrain the action of public and private actors and to prevent their behaviour from causing environmental damage, and the determination of economic incentives to encourage actors to adopt ecological behaviour. This system of targets, incentives and regu-lations is part of a dominant way of constructing transition policies, which focuses on the market-regulation frame. It is in the market that preferences for sustainable technologies and practices are formed, and it is through regulation that action is taken where the market fails to deliver sufficient environmental benefits. We refer to this way of struc-turing environmental policies as the ecological modernisation project, a policy model that does not take into account social and territorial diversities. This blindness to social and territorial diversities reproduces and generates new inequalities, because access and reaction to incen-tives and constraints is different according to social and territorial con-ditions. For this reason too, in the social sciences, a vast literature is analysing the relationship between ecological transition and inequality. It is in this body of work that our contribution lies.
Servizi educativi per la prima infanzia in Italia: disuguaglianze e proposte per contrastarle
Early childhood education services in Italy: inequalities and proposals to tackle them
Patrizia Luongo, Christian Morabito
Il lavoro analizza le disuguaglianze nell’offerta e nell’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia in Italia e presenta alcune politiche che disegnate in modo diverso e più partecipato potrebbero aiutare a contrastarle. Una breve introduzione presenta i principali risultati della letteratura in termini di benefici legati all’accesso e all’utilizzo dei servizi educativi per la prima infanzia mentre la seconda sezione è dedicata a un’analisi descrittiva della situazione italiana. Dopo aver presentato le novità introdotte con il Pnrr e l’introdu-zione dei Lep, le ultime tre sezioni sono dedicate alla presentazione di proposte che possono, da un lato, aiutare a superare l’approccio top-down nel disegno delle politiche rivolte ai luoghi e, dall’altro, a garantire una maggiore partecipazione nel processo di disegno e imple-mentazione delle politiche pubbliche, tra cui quelle che disciplinano l’offerta dei servizi edu-cativi alla prima infanzia. Infine, si sottolinea come, oltre alla necessità di coinvolgere mag-giormente gli attori del territorio nella definizione delle politiche, sia necessario lavorare af-finché venga conosciuta e riconosciuta l’importanza dei servizi educativi alla prima infanzia come strumento di contrasto alle disuguaglianze e di sviluppo delle competenze emozionali, relazionali e cognitive dei minori, sia dalla cittadinanza che dagli amministratori e dalle amministratrici locali.
ENGLISH - The paper analyses the inequalities in early childhood education across in Italy, both in terms of offer and access, and presents some policies that could help to tackle them. The paper starts with a short introduction, devoted to the illustration of the main evidences on the positive effects of early childhood education and a descriptive analysis of the Italian situa-tion. After presenting the main changes introduced by the Italian Nrrp (National Recovery and Resilience Plan), the last three sections present a number of proposals that could help to both overcome the top-down approach in the design of territorial policies and ensure more participa-tion in the design and implementation of public policies, also those re-lated to early childhood education services. The paper underlines the need not only to boost the degree of participation of local actors in the design of public policies, but also to increase the knowledge – across citizens, and policy makers – about the importance of early childhood education and its relevance in tackling inequalities all the while favoring the emotional, relational and cognitive skills of pupils.
Brevetti, ricerca pubblica e disuguaglianza alla luce della pandemia da Covid-19
Patents, public research and inequalities in light of Covid-19 pandemic
Alessandra Rossi
L’esistenza di una corrispondenza tra brevetti, innovazione e benessere sociale è spesso assunta come un dato inequivocabile nel dibattito pubblico, nonostante un’ampia letteratura economica, teorica ed empirica, abbia evidenziato i molti limiti del sistema brevettuale come strumento al servizio del benessere collettivo. La pandemia da Covid-19 ha reso più evidenti alcuni di questi limiti, e la difficile conciliazione di brevettazione e giustizia sociale. In questo articolo, a partire dalla ricognizione di alcuni nessi tra proprietà intellettuale e disuguaglianze, si esplora uno degli aspetti più controversi messi a nudo dalla pandemia: la circostanza che le attuali prassi in materia di gestione dei diritti sui risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici limitano e distorcono la capacità di perseguire gli obiettivi sociali che ne costituiscono la ratio. È necessario un ripensamento dell’interfaccia fra ricerca pubblica e ricerca privata in tutti i settori e per tutti i soggetti coinvolti. Definire i diritti sui risultati delle collaborazioni pubblico-privato ex ante, in modo prevedibile, vincolante e orientato alla massimizzazione dell’accesso alla conoscenza derivante dalla ricerca pubblica consentirebbe miglioramenti non solo sul piano dell’accesso equo a prodotti e servizi innovativi, ma anche e soprattutto su quello dell’innovazione continua.
ENGLISH - The existence of a clear nexus between patents, innovation and social welfare is often taken as a given in the public debate, in spite of a rich economic literature, theoretical and empirical, showing the many limits of the patent system as a tool for the pursuit of social welfare objectives. The Covid-19 pandemic has called renewed attention on some of these limitations and on the delicate balance between patenting and social jus-tice. Starting from an overview of some of the linkages between intellec-tual property and inequality, this article explores one of the most contro-versial aspects uncovered by the pandemic: the distortions to the ability of publicly funded research to create value induced by the practices cur-rently adopted in the management of the intellectual property rights on its results. This suggests that an overall revision of the interface between public and private research in all sectors and for all the players involved is in order. Introducing a system that defines ex ante, in a way that is predictable, binding and clearly oriented to maximizing access to the knowledge deriving from public research would allow for improvements both in terms of continuous innovation and of equitable access.
Poesia e prosa del Pnrr. Tre decaloghi per discutere
Poetry and prose of the Pnrr. Three decalogues for discussion
Domenico Cersosimo
Il Pnrr è ancora oggi una «grande occasione» in nuce. I suoi risultati dipendono da molte circostanze: dalla capacità delle risorse e delle misure di integrarsi con altre risorse, altre politiche e altri soggetti, e da variabili esogene, in primo luogo dalla guerra Russia-Ucraina, dall’inflazione, dalla persistenza della pandemia e, da ultimo, dalla recente crisi di governo. Conta moltissimo la capacità del Piano di indurre aspettative positive e azioni conseguenti tra gli italiani, in particolare tra le sue classi dirigenti, centrali e locali. Senza «credenze» e mobilitazioni collettive è difficile pensare che i paesi si trasformino, che nuovi paradigmi di sviluppo si affermino, che «grandi salti» si realizzino. Sotto questo profilo, i limiti sono evidenti. A parte l’ossessione retorica sulla straordinaria dotazione monetaria, il Piano è privo di un racconto mobilitante. Tuttavia la partita è appena iniziata e ci sono ancora ampi margini per cambiare la direzione al vento.
ENGLISH - The Pnrr is still today a «great opportunity» in nuce. Its results depend on many circumstances: on the ability of resources and measures to integrate with other resources, other policies and other subjects, as well as on exogenous variables, primarily from the Russia-Ukraine war, in-flation, the persistence of the pandemic and, most recently, the govern-ment crisis. It is particularly important the ability of the Plan to induce positive expectations and consequent actions among Italians, mainly among its central and local ruling classes. Without «beliefs» and collec-tive mobilizations it is difficult to think that countries will be trans-formed, that new paradigms of development will assert themselves, that «great leaps» will be realized. With this regard, the limits are rather obvious. Aside from the rhetorical obsession with the extraordinary monetary endowment, the Plan lacks a mobilizing narrative. However, the game has just begun and there is still ample room to change the wind direction.
Pnrr e Mezzogiorno: una sfida tra opportunità e limiti
Nrrp and Souther Italy: A Challenge Between Opportunities and Limits
Massimo Brancato
Pandemia e guerra stanno travolgendo i paradigmi affermatisi con la globalizzazione neo-liberista al punto che le stesse domande intorno alle quali si sviluppa il dibattito pubblico sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – su cui si concentra il contributo con particolare riferimento al Mezzogiorno – assumono valore diverso quando non superate dalla realtà per come si sta manifestando. Con lo scoppio della guerra in Europa si molti-plicano le incognite con cui fare i conti. Ciò che purtroppo non muta sono la crescita delle diseguaglianze e dei divari nel contesto di un drastico peggioramento della crisi climatica. A questo occorre rispondere, sapendo che il tempo a disposizione è limitato; e a questo occorre guardare per valutare, e provare a correggere, il Pnrr e l’insieme delle politiche pubbliche di sviluppo.
ENGLISH - Pandemics and war are overwhelming the paradigms established by neo-liberal globalization to such an extent that the very questions around which the public debate on the National Recovery and Resilience Plan is developing take on a different value. Sometimes they are even over-taken by the reality that is unfolding. This article focuses precisely on the Nrrp and the South of Italy. The outbreak of war in Europe has multiplied the unknowns to be faced. Indeed, the growth of inequalities and gaps unfortunately does not change, and today occurs in the con-text of a dramatic worsening of the climate crisis. This needs to be re-sponded to, knowing that time is limited; and this is what we need to point at in order to evaluate, and try to correct, the Nrrp and all public development policies.
Le proposte del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza
The proposals of the «Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza»
Cristiano Gori.
Il Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza propone l’introduzione del Sistema nazionale assistenza anziani (Sna), che comprende tutte le misure di responsabilità pubblica – sociali e sanitarie – per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Lo Sna si fonda su un finanziamento pubblico atto a garantire il diritto all’assistenza, attraverso adeguati Li-velli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) e adeguati Livelli essenziali sanitari (Lea). Si prevede una sola valutazione per accedere allo Sna e un percorso semplice e unitario, per anziani e famiglie, nella rete del welfare. Le proposte del Patto delineano la riforma dei principali interventi esistenti, a partire da domiciliarità, residenzialità e indennità di accompagnamento.
ENGLISH - The «Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza» recom-mends the introduction of the National Long-Term Care System, that encompasses all the publicly funded services devoted to the care of de-pendent elderly. The System is built upon a public funding that guarantees the entitlement to care for the dependent elderly. The access to the System is ruled by just one assessment of older people needs’ and a simply pathway is designed for older people and families within the System. The Patto’s recommendations aims to reform all the main care inputs provided, such as home care, residential care and attendance al-lowance.
Promuovere la dignità della persona anziana, prendere in carico le persone non autosufficienti
Promoting the Dignity of Elderly People, Taking Care of Dependent Persons
Livia Turco
L’Italia è il paese dell’Unione europea con la più alta percentuale di persone di 75 anni tra la popolazione ed è anche il paese in cui il problema degli anziani fragili è più pronunciato. A partire da questa evidenza, l’articolo rimarca come la promozione dei diritti delle persone non autosufficienti richieda la costruzione di un welfare sociale che sia basato sulla centralità della rete integrata dei servizi, superi la cultura dei bonus e dei trasferimenti monetari, valorizzi le relazioni umane, familiari, comunitarie e sociali, promuova le competenze di ciascuna persona e la partecipazione attiva dei cittadini e delle famiglie. La presa in carico delle persone non autosufficienti attraverso il progetto personalizzato e l’approccio olistico, biopsicosociale, ha come presupposto la continuità delle cure, l’integrazione dei servizi e delle prestazioni, il lavoro in squadra degli operatori sociali, sociosanitari e delle diverse figure mediche. Essa è dunque emblematica del processo di integrazione sociosanitaria e di una collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Per realizzarla bisogna incidere sui mecca-nismi di funzionamento del sociale e del sanitario e sulla cultura che ancora li governa. Si sottolinea poi come intercettare la domanda economica e sociale di questo «popolo» di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, oltre ad assicurare loro una migliore qualità di vita, permetterà di evitare che la condizione di svantaggio si trasformi ed esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili.
ENGLISH - Italy is the country in the European Union with the highest percentage of people aged 75 in the population and it is also the country where the problem of frail elderly is most pronounced. Starting from this evi-dence, the article emphasizes how the promotion of non-self-sufficient people’s rights requires the construction of a social welfare based on the centrality of the integrated network of services. This should go be-yond the culture of bonuses and monetary transfers, enhance human, family, community and social relations, promote each person’s skills and the active participation of citizens and families. The management of dependent persons through the customized project and the holistic and biopsychological approach deals with the continuity of care, the integration of services and benefits, and the teamwork of social work-ers, socio-health personnel, and various medical figures. The issue is therefore emblematic of the process of social and health collaborative integration between the institutional multi-levels. In order to achieve this, it is necessary to affect how the social and health sectors work and which culture still governs them. It is then emphasized how to «inter-cept» the economic and social demand of this «population» of elderly people who are often alone, who have little money and no help, trans-lating it into an offer of support services and a better quality of life. All this will make it possible to prevent the condition of disadvantage from turning into and exploding into an unsustainable health demand.
Accesso ai servizi per la prima infanzia in Toscana: opportunità, necessità, disponibilità, costi
Child care Choices by Tuscan Households: opportunity, need, availability, costs
Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli, Annaelena Valentini
La letteratura ha ampiamente dimostrato che efficaci politiche educative e di cura per la prima infanzia apportano benefici non solo ai singoli, facilitando la conciliazione vita-lavoro delle famiglie e permettendo lo sviluppo delle capacità cognitive e non del bambino, ma gene-rano, allo stesso tempo, esternalità positive per la società, supportando la fecondità, l’occu-pazione femminile e contrastando la trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza. Il presente contributo si propone di studiare i fattori determinanti il ricorso al nido nell’am-bito territoriale toscano: individuare le caratteristiche demografiche, educativo-culturali e so-cio-economiche dei nuclei familiari che ricorrono ai servizi educativi per la prima infanzia e investigare il ruolo e il valore a questi attribuito. Dall’analisi condotta si rileva la duplice funzione attribuita al nido dalle madri, la necessità di un sostegno nella custodia e l’oppor-tunità di sviluppo delle capacità sociali del bambino, e l’importanza di interventi di coinvol-gimento e sensibilizzazione ai benefici dei suddetti servizi.
ENGLISH - Literature has demonstrated that efficient childcare policies create po-sitive externalities for society as a whole in several ways: on the one hand, providing care services for children under three years of age, they decrease the opportunity cost of having children, supporting fertility and female labor market participation rates. On the other hand, it has been shown that early childhood education fosters cognitive skills along with character skills, driving success in school and life and invest-ing in early childhood education for disadvantaged children is an effec-tive strategy for reducing the inter-generational transmission of ine-qualities. The aim of the research is to analyze the factors determining the access to childcare services in the context of Tuscany, and, accord-ingly to the results, to make policy recommendations to increase the use of childcare services among Tuscan families. The results of the analyses carried out emphasize the twofold function of the crèche for mothers, child minding and socio-educational development, and the need to increase the awareness of its beneficial impact on the child and on the whole society.