RPS N. 2/2019
Aprile-Giugno 2019
ISBN: 9788823022560
Descrizione
Politiche migratorie in un ambiente ostile
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TEMA: La nuova immigrazione italiana
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Nuovi flussi migratori, accoglienza e diritti umani. Nota introduttiva
Enrico Pugliese, Marco Accorinti, Mattia Vitiello

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La transizione migratoria italiana negli anni della crisi
The Italian transition in migration during the years of the crisis
Antonio Sanguinetti

Negli ultimi dieci anni le migrazioni verso l’Italia sono radicalmente cambiate. Si è aperta una lunga fase di transizione, conseguenza sia dei cambiamenti legislativi interni sia delle trasformazioni dello scenario internazionale ed europeo. Le principali trasformazioni si sono prodotte nell’ambito degli ingressi e nei permessi di soggiorno rilasciati. Da qualche anno il motivo maggiore di ingresso è il ricongiungimento familiare, nello stesso arco di tempo gli arrivi per lavoro si sono quasi azzerati. Si è abbassata l’età dei migranti in arrivo ed è accresciuta la quota di «minori stranieri non accompagnati», ultima disperata strategia per superare i confini ed essere accolti in Europa. Sulla composizione migrante della forza lavoro la nuova fase non ha prodotto delle cesure. Al contrario si sono rafforzati i meccanismi di segregazione etnica e spaziale. I migranti si concentrano in alcuni settori specifici dell’economia dove occupano le posizioni professionalmente inferiori e nelle quali le loro capacità non vengono valorizzate. Una situazione di isolamento che si nota anche nella localizzazione geografica dell’attivazione dei contratti di lavoro: per alcune nazionalità emerge una elevata correlazione tra alcune aree e i nuovi contratti stipulati dai lavoratori migranti. Si costituisce sempre più un mercato del lavoro razzializzato, in cui si creano gerarchie basate sull’origine nazionale e sul colore della pelle.

ENGLISH - In the last ten years migrations towards Italy have changed radically. A long transitional phase has begun that is the consequence of changes both in domestic legislation and in the international and European scenario. These have mainly concerned entries and residence permits granted. In recent years the main reason for entry has been family reunification, while arrivals seeking work have fallen to almost zero. Migrants who arrive now tend to be younger, while there has been a rise in the quota of «unaccompanied foreign minors», the last desperate strategy to cross the borders and enter Europe. The new phase has not led to any change in the migrant presence in the work force. On the contrary, the mechanisms of ethnic and spatial segregation have been reinforced. Migrants are concentrated in some specific sectors of the economy where they occupy professionally inferior positions in which their abilities are not given full recognition. This situation of isolation can also be seen in the geographic localization of new work contracts: for some nationalities there is a strong correlation between some areas and the new contracts drawn up with migrant workers. There is a growing racialization of the labour market, in which hierarchies are created based on national origin and the colour of the skin.

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I sindaci e l’«emergenza» immigrazione: dal mantra securitario al protagonismo politico
Italian Mayors and Immigration at a time of Emergency Government: from the Security Mantra to Legal and Political Activism
Enrico Gargiulo

I decreti d’urgenza emanati dai governi nell’ultimo decennio hanno potenziato gli strumenti emergenziali che le amministrazioni locali possono impiegare per controllare i propri territori, incidendo anche su questioni legate all’immigrazione. La sicurezza urbana è la locuzione che va a giustificare, politicamente e giuridicamente, interventi restrittivi di diverse libertà personali. L’iscrizione anagrafica e gli strumenti volti a negare ad alcune categorie di individui l’accesso a determinate aree comunali sono due ambiti su cui le norme emanate negli ultimi anni hanno prodotto conseguenze evidenti. Anagrafe e controllo della mobilità infra-comunale costituiscono forme, diverse ma complementari, di costruzione di confini interni ai comuni, attorno alle quali si sta giocando una partita politica di fondamentale importanza. Il contributo qui proposto ha l’obiettivo di analizzarla, ricostruendo la storia dell’incremento dei poteri sindacali per poi focalizzarsi sulle ultime vicende: gli effetti del decreto Salvini sull’iscrizione anagrafica delle persone richiedenti asilo.

ENGLISH - The emergency decrees issued by the Italian governments in the last ten years have strengthened the tools that local administrations can use to control their territories, including issues related to immigration. Urban security is the key expression in this regard, able to legally and politically justify interventions that restrict several personal liberties. Registration with one’s local municipality and administrative devices aiming at preventing some categories of people from having access to specific parts of municipal territory are both fields that emergency decrees have expressly affected. They are different but complementary forms of intra-municipal bordering, around which a strategic political game is currently being played. This article analyses it by retracing the history of the increasing of mayors’ powers and then focusing on the most recent events: the effects of the «Salvini decree» e on the registration of asylum seekers.

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«Vengono per delinquere»: logiche e cicli di criminalizzazione dell’immigrazione
«They come to break the law»: logics and cycles of criminalization of immigratio
Marcello Maneri

L’articolo si propone di indagare la criminalizzazione dell’immigrazione in Italia e in particolare il «lavoro culturale» che naturalizza lo status di un gruppo come «criminale», esaminando il modo in cui le rappresentazioni influenzano le politiche e, viceversa, le politiche mettono in scena delle rappresentazioni. Ripercorrendo i momenti cardine che hanno portato nell’arena pubblica le varie «crisi dell’immigrazione», e basandosi su alcuni studi di caso, si ricostruisce la logica dei processi di criminalizzazione e la loro storia. Viene mostrato come il framework di Schengen, improntato alla sicurezza dei confini, sia alla radice della criminalizzazione del «clandestino». Il «paradigma della sicurezza» che ne deriva diventa così un principio di comprensione e intervento sulle dinamiche urbane che sfocia in cicli politici di «rivendicazione e criminalizzazione». A sua volta, il regime letale di controllo delle frontiere giustificato dalle «politiche dell’assedio» richiede una deresponsabilizzazione morale che si nutre della costruzione continua del pericolo portando a una ulteriore criminalizzazione dei migranti e dei loro «fiancheggiatori».

ENGLISH - This essay investigates the criminalization of immigration in Italy and, in particular, the «cultural work» that naturalizes groups as deviant. This is done by showing how representations influence policies and, vice versa, policies enact representations. The logic and history of the various processes of criminalization are reconstructed by using a few case studies to consider, the defining moments that brought different «immigration crises» to the centre of the public arena. The paper starts by underlining the role of the Schengen political framework, with its focus on the securitization of the border, in the criminalization of the «clandestino» (illegal migrant). The resulting security paradigm becomes an interpretive device used to intervene on urban conflicts, producing policy cycles of making demands and criminalizing immigrants. In turn, the «necropolitics» inherent in «siege policies» requires the removal of moral responsibility, which feeds on the continuous construction of danger, leading to the further criminalization of migrants and their «supporters».

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«Prima agli italiani»: la spesa dei comuni per i servizi sociali
«Italians first»: local government expenditure for social services
Mattia Vitiello

L’ambito territoriale proprio degli enti locali è la principale dimensione spaziale dei processi di integrazione degli immigrati e la spesa che i comuni sostengono per l’implementazione dei servizi sociali rappresenta lo strumento fondamentale per la loro attivazione e per il governo dei processi di inclusione degli immigrati. La retorica politica anti-immigrati denuncia l’esistenza di una presunta spesa sociale per la popolazione immigrata che drena risorse agli italiani. Ma la valutazione della spesa sociale indirizzata agli immigrati mostra tutt’altra realtà. Non esiste nessuna linea preferenziale e nemmeno un travaso di risorse dalla spesa sociale complessiva verso quella dedicata agli immigrati. Al contrario, è ancora ispirata da una gestione emergenziale dell’immigrazione, concentrata prevalentemente sulla spesa per le strutture di prima accoglienza. Insomma, la spesa sociale per l’immigrazione sembra essere ancora attardata rispetto ai cambiamenti della presenza immigrata e ai suoi nuovi bisogni.

ENGLISH - The main spatial dimension of the integration processes of immigrants takes place at local level, and the spending that municipalities sustain for the implementation of social services is the key tool for their activation and for the governance of the processes of inclusion of immigrants. Anti-immigrant political rhetoric denounces the existence of an alleged social expenditure for the immigrant population that drains resources from the Italians. But an evaluation of social expenditure addressed to immigrants gives a completely different picture. There is no preferential treatment of immigrants or even a transfer of resources to them from overall social spending. On the contrary, it is still inspired by an emergency mentality in the management of immigration, mainly focused on spending on first reception facilities. In short, social expenditure on immigration seems to be still lagging behind with respect to the changes in the immigrant population and its new social needs.

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L’attività degli operatori sociali tra aiuto e controllo nel nuovo sistema di accoglienza
Help or control? The activity of social workers in the framework of the new reception system
Elena Spinelli., Marco Accorinti

Come si coniugano gli interventi professionali volti al benessere delle persone in stato di necessità con le funzioni di controllo ed espulsione contenute nel «Decreto sicurezza»? Quali i rischi di pratiche discriminatorie nell’intervento sociale all’interno dei centri di accoglienza? Questi alcuni dilemmi che si trovano ad affrontare gli operatori delle strutture di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati e in particolare gli assistenti sociali, come professionisti dell’aiuto, espressione della solidarietà della società. Per comprendere quali effetti sta portando la nuova normativa e come affrontare la complessità dell’aiuto in presenza del decreto all’interno della professione vengono riprese nell’articolo sia le analisi delle recenti modificazioni normative nel sistema di accoglienza, sia le riflessioni su quanto le stesse normative incidano sul rapporto tra «aiuto» e «controllo» e sulla capacità di voice degli operatori sociali.

ENGLISH - How should professional interventions aimed at the well-being of people in need be combined with the control and expulsion functions contained in the «Salvini Decree»? What are the risks of discriminatory practices in social intervention inside reception centres? These are some of the dilemmas faced by operators who work in reception facilities for asylum seekers and refugees and in particular for the social workers, as welfare professionals and as an expression of the solidarity of Society. To understand what effects the new legislation is having in the reception system and how the profession can deal with the complexity of aid in the light of the Decree, the article considers the recent changes in the law regarding the reception system and how much these regulations affect the relation between «help» and «control» and the capacity of social workers to make themselves heard.

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L’associazionismo migrante a Napoli e la cooperazione allo sviluppo
Migrant associationism in Naples and cooperation for development
Valeria Saggiomo

Seguendo il recente percorso di evoluzione dell’associazionismo migrante a Napoli, questa analisi riporta due casi studio che descrivono un viaggio di ritorno compiuto dai leader senegalesi di due associazioni miste verso il loro paese di origine, attraverso la cooperazione allo sviluppo. Da un punto di vista metodologico, la ricerca si avvale degli strumenti propri delle scienze sociali, con riferimento all’indagine qualitativa, facendo uso di osservazione diretta e interviste approfondite condotte alle associazioni di immigrati a Napoli, con un’attenzione particolare a quelle di recente costituzione.

ENGLISH - Following the recent development of migrant associationism in Naples, this study describes two case studies involving the return journey of two Senegalese leaders of two mixed associations to their country of origin, through cooperation for development. From a methodological point of view, the research makes use of the tools of the social sciences, with reference to the qualitative enquiry, with direct observation and in-depth interviews of the immigrant associations in Naples, with special attention for those recently set up.

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La riarticolazione securitaria del management migratorio: il contrasto dell’immigrazione e la vicenda Riace
Re-articulating the management of migration in terms of security: counteracting immigration and the Riace affair
Vincenzo Carbone

Il saggio tematizza la configurazione dei confini e dei processi di confinamento e segregazione nel vigente regime migratorio, nella connessione tra politiche di regolazione dell’accesso e dell’insediamento nello spazio nazionale. Nel mutato scenario migratorio, nell’evoluzione del discorso pubblico e delle retoriche sulle migrazioni l’Europa protegge i propri confini. Le misure adottate in materia di migrazioni dal governo Lega5Stelle mostrano, pur nella coniugazione particolarmente autoritaria e razzista, la continuità con il management della mobilità umana, sia europeo sia nazionale (precedente ministro Minniti). La ricostruzione di due vicende paradigmatiche (Diciotti e Riace) consente l’individuazione dei processi di securizzazione delle frontiere e dei territori come dimensioni centrali delle strategie adottate nella costruzione del regime interpretativo sui fenomeni migratori e sul loro governo. La criminalizzazione e la smobilitazione del sistema di seconda accoglienza, l’inasprimento del controllo selettivo e l’esternalizzazione delle frontiere, la marginalizzazione e la criminalizzazione dell’intervento delle Ong, la «chiusura dei porti» e l’affidamento degli interventi di soccorso e salvataggio a paesi «amici» mostrano l’inclinazione autoritaria e razzista che, ponendosi «oltre» la sfera giuridica e costituzionale, disvela la deriva antiumanitaria delle politiche del ministro Salvini.

ENGLISH - The essay deals with the configuration of borders and the processes of confinement and segregation developed within current migratory regimens, as they connect to policies that differentiate entry and settlement in the Nation-state space. Within the mutating migratory system, and as public discourse and rhetoric on migration evolve, Europe is keen to protect its borders. In Italy, the recent policies adopted by the League – Five Star government with regard to migration containment display a continuity with the «management» posture adopted by previous European and Italian governments, though with a specifically authoritarian and xenophobic flavour. The analysis of two emblematic events (the Diciotti and Riace cases) highlights the process of border securitization that is cardinal for the attempts to construct an interpretative grid for migration and its governance. The criminalization, and dismantlement, of the secondary reception system, the tightening of selection controls and the externalization of frontiers, the marginalization and the criminalization of NGOs’ humanitarian intervention, the closure of ports and the entrustment of assistance and rescue interventions to friendly countries, they all show an increasingly authoritarian and racist trend that goes beyond the jurisdictional and constitutional sphere, revealing the anti-humanitarian drift of Minister Salvini’s policies.

ATTUALITÀ: Autonomie regionali differenziate: problemi reali, soluzioni sbagliate
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Regionalismo differenziato: una scorciatoia a favore di pochi
Asymmetric Regionalism: a shortcut for the few
Maria Cecilia Guerra

Il percorso con cui si sta cercando di dare attuazione al regionalismo differenziato, per Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, è un percorso in grado di modificare significativamente l’assetto istituzionale del nostro paese, totalmente privo di trasparenza, che espropria il Parlamento dalle sue prerogative, e che è in larga parte irreversibile. La domanda di un regionalismo differenziato appare motivata soprattutto dalla volontà di alcune regioni del Nord di potere gestire una quota crescente del gettito dei tributi erariali maturato sul proprio territorio. Attraverso questo processo si affrontano problemi reali, che riguardano tutte le regioni (certezza delle risorse, possibilità di programmare, maggiori e meglio definiti spazi di autonomia), proponendo però la scorciatoia di più risorse e più autonomia solo per alcune di esse. Si ricorre all’articolo 116 comma terzo della Costituzione, che riguarda il trasferimento di competenze legislative, per poter ottenere spazi maggiori di autonomia amministrativa, che potrebbero essere invece riconosciuti con strumenti più appropriati e flessibili, quali il decentramento amministrativo delle funzioni, secondo il criterio di differenziazione, previsto dall’articolo 118 comma primo. Nel complesso, questo regionalismo differenziato, se realizzato, aggraverà, e non solo finanziariamente, la situazione di tutte le altre regioni a statuto ordinario e del paese nel suo complesso.

ENGLISH - The implementation of asymmetric regionalism for Lombardy, Veneto and Emilia-Romagna could significantly change the Italian institutional framework. The process currently taking place is not only wholly opaque and largely irreversible, but it also expropriates Parliament of its prerogatives. With the main objective of keeping and managing independently an increasing share of the revenues from taxes accrued on their territory, the asymmetric regionalism desired by the three northern Regions addresses real problems (such as certainty in the allocation of resources, planning ability, greater and better-defined spaces of autonomy), faced by all Italian Regions. The solution it proposes consists however in the shortcut of more resources and more autonomy only for some of the (wealthier) Regions. Article 116 paragraph 3 of the Constitution (which concerns the transfer of legislative functions) is used in order to obtain greater space for administrative autonomy, which could instead be satisfied with more appropriate and flexible tools, such as the administrative decentralization of functions (according to the criterion of differentiation, provided for in Article 118 paragraph 1). Overall, this asymmetric regionalism, if implemented, will aggravate, financially and otherwise, the situation of all the other Regions and of the country itself.

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La soluzione non è questa autonomia
This kind of autonomy is not the answe
Giordana Pallone

L’articolo descrive l’iter di attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, per richiedere ulteriori forme di autonomia regionale, a partire dalle procedure intraprese dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ripercorrendo le tappe del processo avviato nel 2017 e sottolineandone le implicazioni istituzionali e politiche. Si evidenziano le criticità e le valutazioni espresse dalla Cgil, con particolare riferimento al pericolo che tale procedura possa provocare la definitiva rottura del pieno e uniforme riconoscimento dei diritti civili e sociali fondamentali, aumentando le disuguaglianze già oggi esistenti.

ENGLISH - The article describes the procedure for implementing art. 116, clause three of the Constitution, to obtain additional autonomy, starting from the process undertaken by the Regions of Lombardy, Veneto and Emilia-Romagna, retracing the steps of the procedure that was begun in 2017 and highlighting their institutional and political implications. The connected critical points and the evaluations expressed by the Cgil are highlighted with particular reference to the risk that this process may generate the definitive break of the full and uniform recognition of fundamental civil and social rights, increasing the inequalities already existing today

DIBATTITO: Riportare i valori al centro della vita umana
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Sperando contro ogni speranza: il difficile lavoro della trasformazione sociale
Hoping against hope: the difficult job of social transformation
Riccardo Bellofiore., Giovanna Vertova

Nel suo ultimo libro Laura Pennacchi tira le fila del suo impegno intellettuale e politico di una vita. L’autrice insiste nella sua critica di lunga lena all’ideologia dell’homo oeconomicus e della razionalità strumentale: l’uno e l’altro precludono una discussione sui fini e sui valori. L’approccio di Pennacchi favorisce un umanesimo rinnovato e un’etica trascendentale, entrambi messi in relazione con un femminismo che si prende cura del mondo e con un marxismo dell’alienazione. Ci pare di dover sollevare delle obiezioni a questa visione, e però al tempo stesso non possiamo non rinvenire un filo alternativo di discorso nel volume, nascosto nel rimando ad Adorno e al Marcuse dell’Uomo a una dimensione, come anche al femminismo di Joan Tronto e alla psicoanalisi. Questa seconda è una prospettiva dove però la critica al capitalismo non può fare a meno del Marx di Das Kapital, delle contraddizioni immanenti, e di una definizione non «umanista» degli esseri umani come individui-in-relazione, qui e ora, lontano da ogni trascendenza. Questa prospettiva consente di porre in termini nuovi la questione di come e perché rompere con la logica del capitale.

ENGLISH - In her latest book Laura Pennacchi gathers together the various threads of her lifelong intellectual and political battles. She insists on a criticism of the ideology of homo economicus and his merely pragmatic rationality, both of which preclude discussion of ends and values. Her approach seems to favour a rejuvenated «humanism» and a transcendental ethics, together with a feminism taking care of the world and a Marxism centred on alienation. There are criticisms to be made of this vision, but we also detect another line of argument in her book hiding behind her reference to Adorno and the Marcuse of the One Dimensional Man, as well as to the feminism of Joan Tronto and psychoanalysis. This is a perspective where the critique of capitalism cannot jettison the Marx of Das Kapital, immanent contradictions, and a non-humanist definition of human beings as individuals-in-relation, here and now, and far from any transcendence. This outlook enables us to state in new terms the issue of how and why to break with the logic of capital.

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Quattro ragioni per discutere su mercato e valori
Four reasons for talking about the market and values
Elena Granaglia

Partendo dal peana avvincente e accalorato alla necessità di riportare i valori e la discussione pubblica su di essi al centro della vita umana sviluppato da Pennacchi, il contributo porta l’attenzione sulla sottovalutazione dei valori insita nella visione del mercato quale luogo naturale di libertà. La tesi presentata è che, contro tale visione, il mercato sostiene solo un sotto-insieme di libertà e le libertà di mercato contengono una dimensione inevitabile di potere. Riconoscere questa realtà è fondamentale per contrastare la riduzione delle libertà alle libertà di mercato e la legittimazione di diritti di proprietà iniqui. In ogni caso, qualsiasi riflessione seria su mercato e valori deve abbandonare la metafora astratta e atemporale del mercato per tenere conto della realtà del capitalismo finanziario odierno.

ENGLISH - Starting from Pennacchi’s compelling paean to the need to bring back values and the public discussion of them to the centre of human life, the contribution brings attention to the underestimation of values that is inherent in the view of the market as the realm of natural freedom. Against this view, the thesis presented is that the market supports only a subset of freedom and that market freedoms contain an inevitable dimension of power. Recognizing this reality is fundamental to counteracting the reduction of freedom to market freedoms and the legitimization of unjust property rights. In any case, any serious reflection on the market and values must abandon the abstract and timeless metaphor of the market to take into account the reality of today’s financial capitalism.

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Discutere sui valori è necessario
Discussing values is necessary
Stefano Petrucciani

Scopo dell’articolo è quello di proporre alcune riflessioni attorno al volume di Laura Pennacchi, De valoribus disputandum est. Secondo Pennacchi la prospettiva della giustizia sociale deve essere integrata con una riflessione sulla questione della «vita buona», che può essere sviluppata partendo dalla tradizione della teoria critica, da Marcuse a Honneth e Jaeggi. Prendendo le mosse da questo orizzonte teorico, l’obiettivo è quello di proporre un nuovo modello «umanistico» di società.

ENGLISH - The aim of the article is to develop some reflections on Laura Pennacchi’s book, De valoribus disputandum est. According to Pennacchi, we need to integrate the perspective of social justice with reflecting on the question of the good life which can be developed in relationship with the tradition of critical theory, from Marcuse to Honneth and Jaeggi. Starting from this theoretical horizon, the aim is to propose a new «humanistic» model of society.

APPROFONDIMENTO
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Per quale Terzo settore è pensata la riforma? Nodi, rischi e sfide applicative
The Challenges of Third Sector reform
Emanuele Polizzi

La recente riforma del Terzo settore (L. n. 106 del 6 giugno 2016) costituisce un punto di arrivo di un mutamento del mondo associativo avvenuto negli ultimi decenni ma anche il punto di partenza di un processo attuativo che si produrrà nel corso dei prossimi anni. Il presente articolo presenta le caratteristiche salienti della riforma, ne indica alcune delle principali sfide aperte e opportunità e ne mette in luce alcuni possibili rischi, in particolare riguardo al rapporto con il welfare pubblico, al centralismo della governance del nuovo sistema e delle forme di rappresentanza. L’esito di questa sfida dipenderà da quanto gli attori istituzionali chiamati ad attuarla, in particolare governo centrale ed enti locali e quelli dello stesso Terzo settore, sapranno bilanciare il processo di ibridazione col mercato con il mantenimento del radicamento territoriale e culturale del Terzo settore.

ENGLISH - The recent Italian reform of the Third Sector is expected to boost a big change in the history of the organizations of Italian civil society. This reform is not only the result of a long public debate and of a policymaking process that lasted three years. It is also the starting point of an implementation process which is expected to last for a long time in the next few years. This article outlines the main elements of this reform and points out some of its most important implications, in terms of relationship with the public welfare system, hybridization with the market environment and capacity of Third sector organizations to remain rooted in local communities and to engage ordinary citizens in its social activities.

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Per quale Terzo settore è pensata la riforma? Nodi, rischi e sfide applicative
The Challenges of Third Sector reform
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ENGLISH - The recent Italian reform of the Third Sector is expected to boost a big change in the history of the organizations of Italian civil society. This reform is not only the result of a long public debate and of a policymaking process that lasted three years. It is also the starting point of an implementation process which is expected to last for a long time in the next few years. This article outlines the main elements of this reform and points out some of its most important implications, in terms of relationship with the public welfare system, hybridization with the market environment and capacity of Third sector organizations to remain rooted in local communities and to engage ordinary citizens in its social activities.

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