RPS N. 2/2016
Aprile-Giugno 2016
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Le politiche educative in Italia

TEMA: Le politiche educative in Italia tra retoriche del cambiamento e questioni irrisolte
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Una scuola in affanno. Nota introduttiva
Emmanuele Pavolini, Ugo Ascoli

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Valorizzare i sistemi di istruzione per un nuova rivoluzione culturale del paese
Improving the Educational Systems to Create a New Cultural Revolution in the Country
Gianna Fracassi

La valorizzazione dei sistemi di istruzione rappresenta la chiave per lo sviluppo sociale ed economico del nostro paese: una vera e propria rivoluzione culturale necessaria. In un paese dove sono altissimi i livelli di dispersione scolastica e il numero dei Neet, in cui avanza l’analfabetismo funzionale degli adulti e aumentano le disuguaglianze e i divari territoriali, l’innalzamento dei livelli di istruzione, l’accesso pieno ai sistemi della conoscenza, il potenziamento del rapporto tra scuola e lavoro e l’implementazione delle reti per l’apprendimento permanente costituiscono le sfide prioritarie. La partecipazione delle parti sociali e la valorizzazione del personale della scuola, a partire dal contratto, rappresentano elementi indispensabili per costruire un progetto nuovo e positivo per la scuola italiana e per il futuro del paese.

ENGLISH - Improving the educational system is the key for social and economic development in Italy – a genuine and necessary cultural revolution. In a country with extremely high drop-out rates and Neets, in which adult functional illiteracy is increasing along with inequality and regional differences, improving educational levels, giving full access to systems of knowledge, improving the relations between school and the workplace, and implementing permanent-learning networks are major priorities. The involvement of the social partners and improving the conditions of staff, starting with their contracts, are indispensable elements for creating a new, positive project for the Italian school system and the future of the country.

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I beni collettivi locali tra esigenze di sviluppo e consolidamento delle competenze
Local Public Goods: Developmental Needs and Consolidation of skills
Adolfo Braga.

La regolazione dello sviluppo a livello decentrato agevola la competitività delle imprese grazie ai beni collettivi e alle reti di collaborazione tra gli attori locali con interventi che tendono a collegare i segmenti più dinamici del settore pubblico e di quello privato. Questo processo richiede meccanismi di apprendimento in grado di attivare potenziali cambiamenti a livello decentrato – promuovendo il lavoro e valorizzando la dimensione territoriale – e l’attuazione di strumenti di policy per incentivare una cooperazione caratterizzata da alta tecnologia e da dinamiche innovative. L’articolo si concentra sulle competenze per lo sviluppo locale e la valorizzazione delle professionalità emergenti nei contesti di cambiamento organizzativo.

ENGLISH - The regulation of development at a decentred levels helps make businesses more competitive, thanks to public goods and the networks of collaboration between local players, with interventions that tend to link the more dynamic areas of the public and private sectors. This process requires learning mechanisms that can activate potential changes at a decentred level – providing jobs and making the most of the local dimension – and the activation of policies to encourage cooperation that will combine high-technology and innovative dynamics. The article concentrates on skills for local development and making the most of new professional profiles in the contexts of organized change.

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Riflessioni sulla scuola e sul suo ruolo sociale (nel Nord Italia)
Reflections on the School and its Social Role (in North Italy)
Massimiliano De Conca

Il ruolo sociale della scuola e degli insegnanti è oggi del tutto marginale: gli insegnanti stessi subiscono passivamente le riforme definite dalla politica che mal sopportano, più per ideologia che per convinzione. Questa emarginazione è il risultato di cambiamenti sociali che non sono stati compresi dall’attuale classe politica, che ha sempre considerato la scuola un centro di potere e di conquista senza preoccuparsi di fare una seria discussione sul concetto di scuola e sul profilo professionale dei docenti. L’enorme confusione politica e organizzativa intorno alla scuola ha creato un senso di alienazione, che ha professionalmente indebolito la categoria docente privandola della sua identità, e salti innovativi. Valutazione e promozione del personale docente sono una emergenza sociale che non può essere messa in ombra, perché da essa dipende il destino culturale del nostro paese.

ENGLISH - The social role of the school and teachers is marginal today: teachers are often the passive objects of political reforms that they suffer more for ideological placements than for their conviction. This marginalization is the result of social changes that have not been understood by the current political class, which has always considered the school a centre of power and conquest without bothering to make a serious discussion on the idea of school and the professional profile of the teachers. The enormous political and organizational confusion around the school has created a sense of alienation that has professionally weakened the teacher category depriving it of its identity and innovative leaps. Evaluation and promotion of teaching staff are a social emergency that cannot be overshadowed because from it depends the cultural destiny of our country.

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Le politiche educative in Italia: tra spinte esogene, cambiamenti endogeni e diseguaglianze persistenti
Educational Policies in Italy: External Pressures, Internal Changes and Persisting Inequalities
Andrea Ciarini, Orazio Giancola

L’articolo presenta un’analisi critica dei cambiamenti che hanno interessato le politiche educative italiane negli ultimi due decenni alla luce delle spinte provenienti dall’approccio comunitario europeo in direzione del potenziamento degli investimenti in educazione e life-long learning come leva strategica di sostegno ai fattori di competitività e di contrasto alle disuguaglianze sociali. Il sistema di welfare italiano si trova lontano da una prospettiva di questo genere, per il basso livello della spesa dedicata, per l’assenza di coerenti scelte di policy, troppo spesso orientate a tradurre «retoriche» del mutamento senza conseguenti piani per l’effettiva implementazione delle innovazioni, e infine per il problema della grande varietà interna, anch’esso da riferire non solo a una questione di risorse economiche ma anche a profonde differenze nella capacità amministrativa regionale e locale. Di questi vari differenziali si occupa il presente articolo, cercando di rintracciare continuità e rotture che hanno segnato il cammino delle riforme scolastiche in Italia.

ENGLISH - The article presents a critical analysis of the changes in Italian education policies over the past two decades in the light of the pressures created by the Eu’s approach towards increasing investment in education and life-long learning as a strategic leverage to boost competitive factors and combat social inequalities. This hardly describes the Italian welfare system, given the low level of public spending in these areas, the absence of coherent policy choices, which are often oriented mainly on translating «rhetorics» of change and innovation without any follow-up in actually implementing them, and the problem of great local differences, which are not just due to economic resources, but also to profound differences in regional and local administrative capacity. This article deals with these various differentials, indicating both continuities and discontinuities in the path of educational reform in Italy.

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Figli dell’immigrazione a scuola. Forme della discriminazione
Immigrant Offspring in Schools. Forms of Discrimination
Eduardo Barberis

Attraverso una ricognizione di dati e studi italiani e stranieri sui figli delle migrazioni internazionali nella scuola e sui processi di discriminazione sociale e istituzionale che li colpiscono nel sistema scolastico, il contributo presenta alcuni ostacoli che il sistema educativo italiano pone a un’equa partecipazione degli alunni di origine straniera, in particolare: la segmentazione dei corsi di vita (con i ritardi scolastici), la canalizzazione formativa (con l’accessibilità selettiva dei percorsi educativi) e la segregazione spaziale (con segnali di concentrazione delle minoranze in alcune aree territoriali). Se ne conclude che le politiche restano un importante predittore dei processi di selezione e incorporazione degli immigrati e dei loro figli, e che il caso italiano presenta politiche strutturalmente deboli: le criticità che coinvolgono gli alunni figli dell’immigrazione rispecchiano e amplificano problemi più generali nel modo di governare traiettorie e transizioni educative.

ENGLISH - Based on a review of national and international data and research about school attendance by the offspring of migrants from abroad, and the social and institutional discrimination they undergo, this article discusses the barriers that the Italian educational system creates. These barriers hinder a fair and equal participation of pupils from an immigrant background, in particular by fragmenting their life courses, streaming, and segregating them into certain areas. The conclusion is that policies remain an important predictor of how immigrants and their children will be selected and incorporated, and that Italy’s policies are structurally weak: the critical factors involving some immigrant children reflect and amplify more general problems in the way of organizing educational trajectories and transitions.

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Alunni stranieri e performance scolastiche: il caso di Milano
Foreign Students and School Performance: The Case of Milan
Andrea Parma, Marta Cordini

Milano ha conosciuto negli ultimi venti anni una consistente immigrazione internazionale, che nell’ultimo decennio si è tradotta anche in una significativa quota di alunni stranieri che frequentano le scuole della città. L’articolo si propone di indagare gli effetti di questa presenza sui livelli di performance delle scuole del primo ciclo. Nel farlo, si cercherà dapprima di definire le caratteristiche del fenomeno contestualizzandolo all’interno della letteratura internazionale sulla segregazione scolastica. Successivamente, si passerà a illustrare la concentrazione degli alunni stranieri nelle scuole milanesi, confrontandola con quella della popolazione straniera nel territorio circostante. Infine, utilizzando dati Invalsi, si approfondirà l’analisi degli effetti sulle performance delle scuole in termini di apprendimenti. Tale analisi non trascurerà di prendere in considerazione anche la dimensione socio-economica della scuola oltre a quella etnica.

ENGLISH - In the last two decades, Milan has experienced substantial international immigration, leading to a significant proportion of foreign students attending local schools. This article aims to investigate the effects of this presence on the performance levels of primary and middle schools. The characteristics of this trend are analysed with the aim of contextualizing the phenomenon in the international literature on school segregation. The article will then analyse the concentration of foreign students in Milan’s schools, comparing it with the surrounding areas. Finally, using Invalsi data, the analysis will look further at the effects on school performances in terms of learning, also considering the socio-economic dimension of the school as well as its ethnic one.

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L’alternanza e la transizione scuola-lavoro in Italia: sulle tracce di un cambiamento in atto?
Alternance and the School-to-Work Transition in Italy: Tracing a Dynamics of Change?
Marco Arlotti

Nel corso degli ultimi anni la questione della disoccupazione giovanile ha assunto una rilevanza sempre più crescente a fronte del persistere della recessione economica. In tale quadro, l’Italia presenta tradizionalmente un modello «sotto-protetto» nella transizione dei giovani nel mercato del lavoro, in cui uno degli elementi principali riguarda l’assenza di integrazione fra scuola e lavoro. A partire da queste premesse, l’articolo si focalizza su due recenti iniziative di integrazione scuola-lavoro implementate a livello di sistema educativo (l’alternanza scuola-lavoro nella scuola secondaria e gli istituti tecnici superiori nella formazione terziaria), al fine di favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Rispetto a questo fenomeno, i dati empirici mostrano un quadro di diffusione crescente seppur, tuttavia, con elementi di criticità che riguardano una certa differenziazione territoriale e il debole coinvolgimento (anche in termini finanziari) delle imprese. Inoltre, un rischio potenziale è quello di un impatto limitato di questi programmi nel favorire l’occupazione giovanile, in un contesto in cui i nodi strutturali di fondo dell’economia italiana rimangono intatti.

ENGLISH - In recent years, the issue of youth unemployment has grown in importance, due to the continuing economic recession. In this context, Italy has traditionally followed a «sub-protective» model for the transition to the labour market of young cohorts, in which one of the main issues concerns the lack of integration between the school system and the labour market. Starting from these premises, this article focuses on two recent school-work alternance programmes that have been implemented in the Italian educational system (schoolwork alternance in secondary education and the new higher technical institutes at the level of tertiary education), designed to help the transition to the labour market. Empirical data show a growing trend in this phenomenon, though there are significant territorial differences and limited involvement (in financial and other terms) from firms. There is another potential risk: the limited impact of these programmes in supporting youth employment, in a context in which the structural problems of the Italian economy remain untouched.

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Apprendistato: la difficile via italiana alla transizione scuola-lavoro
Apprenticeships: The Difficult Italian Way to the School-To-work Transition
Giustina Orientale Caputo

Nel 2015 il d.lgs. n. 81 – uno degli otto decreti attuativi della legge delega 183/2014 nota come Jobs Act – riscrive, ancora una volta e in maniera significativa, le regole dell’apprendistato istituito in Italia nel 1955. Ma per quanti aggiustamenti e provvedimenti siano stati emanati fino a oggi in Italia, l’apprendistato rimane uno strumento di inserimento scarsamente efficace, che non ha raggiunto obiettivi soddisfacenti in termini di occupazione. Nell’articolo si illustra attraverso quali e quanti cambiamenti normativi si è proceduto nel corso degli anni, per individuare quali elementi hanno impedito finora che esso diventasse lo strumento incisivo per migliorare l’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro giovanile in Italia: da un complicato assetto normativo all’assenza di raccordo fra standard professionali e standard formativi, dalla debolezza di un sistema di validazione degli apprendimenti non formali a un debole coinvolgimento delle parti sociali e delle imprese stesse, fino alla mancanza di una certificazione delle competenze. Eppure un buon sistema di apprendistato potrebbe garantire ai giovani le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro e agli imprenditori la manodopera qualificata adeguata ai fabbisogni aziendali di cui risultano continuamente alla ricerca. L’ultimo intervento in materia di apprendistato dichiara nelle intenzioni di volere affrontare alcuni di questi nodi problematici.

ENGLISH - Since they were established in 1955, apprenticeships in Italy have been modified numerous times. However, they have never been an effective instrument nor have they contributed to increasing youth employment, though it is regarded in Italy as an efficient strategy for matching the world of training schools with the needs of the labour market. The article traces the changes in the law regarding apprenticeships in Italy until the most recent decree (2015) and it presents the main issues which have so far hindered their broader implementation: i.e. constantly changing regulations, lack of harmonization between professional and training standards, a weak system for validating non-formal learning, little involvement of the social partners and enterprises, and lack of skills certification. Yet a good apprenticeship system could provide young people with the necessary skills to enter the labour market and provide business with the skilled labour it needs. The latest change in the law seems to address some of these problematic issues.

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Classe sociale di origine e abbandoni universitari in Italia durante la Grande Recessione
Social Origins and University Dropout Rates in Italy during the Great Recession
Emanuela Ghignoni

Il sistema universitario italiano è stato caratterizzato per un lungo periodo da elevati tassi di mancato completamento degli studi, anche se i dati aggregati mostrano una lieve riduzione degli abbandoni negli ultimi anni. La più diretta spiegazione teorica di questo fenomeno chiama in causa la riduzione dei «costi opportunità» dello studio conseguente alla crisi, ma rischia di essere fuorviante. In questo articolo, tramite l’applicazione di tecniche di decomposizione a un campione di studenti universitari iscritti in differenti anni accademici, si mostra come il «miglioramento» del background familiare degli studenti abbia giocato un ruolo fondamentale nella recente riduzione del tasso di abbandono degli studi.

ENGLISH - The Italian university system has long had notably high non-completion rates, though aggregate data show a slight reduction in dropouts in recent years. The most straightforward theoretical explanation for this lies in lower opportunity costs in studying due to the financial and economic crisis. Nonetheless, this interpretation is likely to be misleading. Indeed, applying decomposition techniques to a sample of university students who enrolled at different periods shows that the «improvement» in students’ family background plays a major role in the recent reduction in the dropout rate.

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Discutiamo dell’università italiana
The Problems of the Italian University System
Domenico Cersosimo, Gianfranco Viesti

Nel contributo si analizzano le gravi tendenze al declino dell’università italiana negli ultimi anni. Per effetto del forte disinvestimento delle politiche pubbliche nell’alta formazione – in termini di minori finanziamenti, riduzione dei docenti e del personale tecnico, dei corsi di laurea e degli immatricolati – oggi l’università italiana, per la prima volta nella sua storia, è significativamente più piccola e di minore qualità rispetto al passato e agli altri paesi sviluppati. Inoltre, per effetto delle recenti e perverse regole di governo, si stanno accentuando i divari tra università, in particolare tra alcuni atenei «forti» del Nord, strutturalmente più dotati e insediati in contesti territoriali sviluppati, e gli atenei più «deboli» del Centro-Sud, sottodotati in termini finanziari, di docenti e di strutture e localizzati in aree socio-economiche gracili. Nonostante le conseguenze rilevanti sull’economia e sulla società nazionale del declino universitario, il confronto pubblico è modesto e dominato da pregiudizi negativi spesso poco fondati; di contro le decisioni sono concentrate in pochi gruppi di potere che operano all’interno di agenzie pubbliche o di ministeri. Gli autori auspicano una discussione ampia e informata sulle condizioni del sistema universitario, in primo luogo nella sede più propria, ossia nel Parlamento.

ENGLISH - This article analyses the sharply declining trend in the Italian university system in recent years. Now, for the first time in its history, the Italian university is significantly smaller and of lower quality than it was in other developed countries. This is a consequence of falling public investment in higher education and research, of a reduction in the number of academic and technical staff, and of a decrease in both student enrolment and the degree programmes offered. Furthermore, recent government rules have widened the gaps between universities located in different areas. In particular, the gap between the «strong» universities of the North, located in more developed areas with better infrastructure, and the universities of Central and Southern Italy which have inadequate endowments in terms of financial resources, infrastructure and academic staff, and are located in areas that are socially and economically lagging. Despite the significant consequences of university decline on economic and social progress, the public debate is still limited, and influenced by negative and often unfounded prejudices. Conversely, the main decisions are highly influenced by a few powerful groups in ministries and public agencies. The authors aim to initiate a broader, better-informed discussion on the conditions

ATTUALITÀ: Tutela della salute e sanità pubblica
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La sanità pubblica tra indifferenza e laisser faire
Indifference and Laissez Faire in the Public Health System
Nerina Dirindin

Da parecchi anni, la sanità pubblica italiana si sta indebolendo, complice l’indifferenza nei confronti di restrizioni economiche che, accolte con rassegnato distacco rispetto al diritto fondamentale alla tutela della salute, aggravano le difficoltà di accesso alle cure di molti cittadini. In tale contesto, paradossalmente, il tema più dibattuto non è quello delle diseguaglianze che ne conseguono bensì quello della inefficienza della spesa sanitaria privata e della presunta necessità di una maggiore intermediazione. Su tale tema, molte affermazioni discendono da luoghi comuni incapaci di mettere a fuoco il vero quesito cui dovremmo dare risposta: quali soluzioni sono praticabili nell’interesse dell’individuo e della collettività? L’analisi indaga i fattori che giustificano il comportamento degli italiani poco inclini ad acquistare una copertura assicurativa o a partecipare a fondi sanitari.

ENGLISH - The Italian public health system has been becoming gradually weaker for years, partly due to ignoring the effects of economic restrictions, which have meant a lack of resources, exacerbating the difficulties of access to care for many citizens and weakening the fundamental right to health. In this context, paradoxically, the most controversial issues are not the resulting inequalities but, rather, spending inefficiency in the private sector and a supposed need for greater intermediation. On this issue, many statements derive from commonplaces that cannot focus the real question: what solutions are feasible in the interest of individuals and the community? The analysis investigates the factors that justify the behaviour of the Italians, generally disinclined to buy private insurance or to participate in health funds.

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Universalità del sistema sanitario italiano e invecchiamento demografico. Il futuro è sostenibile?
Universal Care in the Italian Health Service and Demographic Aging. Is the Future Sustainable?
Nicola Giannelli

L’universalismo dei servizi sanitari è messo in discussione a causa della lievitazione annuale della spesa superiore alla crescita del Pil. I fattori della crescita sono numerosi e complessi. Uno dei principali è l’invecchiamento della popolazione. Non sono tanto i costi dovuti all’allungamento della vita individuale a doverci impensierire, quanto la crescente quota di popolazione anziana rispetto al totale della popolazione. In Italia la popolazione in età lavorativa ha bassi livelli di occupazione soprattutto femminile e in particolare nel Mezzogiorno. Il mantenimento dell’universalismo sanitario richiede quindi politiche strutturali di incremento della partecipazione al lavoro. Prevenzione sanitaria e sociale senza eccessi di medicalizzazione, riorganizzazione dei servizi primari, uso virtuoso delle nuove tecnologie ed economie di scala possono aiutare a contenere i costi e salvare l’universalità. Ma per mettere in campo oggi le scelte che serviranno domani serve uno sguardo lungo. La competizione politica è invece dominata dal breve periodo e la comunicazione è orientata alle emozioni più che ai ragionamenti. L’invecchiamento dell’elettorato tende inoltre a far prevalere le istanze degli anziani sulle prospettive dei giovani.

ENGLISH - The universalism of health services is being challenged because of costs rising more rapidly than growth in Gdp. There are many factors causing this: one of the main ones is the aging population. Costs are not mainly due to the extension of individual life expectancy, but to the growing proportion of elderly people in the overall population. In Italy, the working age population has low levels of employment, especially for women, and particularly in the South. Maintaining universal health care therefore requires structural policies to increase employment. Health and social prevention without excess of medicalization, reorganization of basic services, and a virtuous use of new technologies and economies of scale can help to keep costs down and save universality. But making the choices today that will serve tomorrow needs a long-term perspective, while party politics tends to be dominated by short-term interests, and communication is more oriented to emotion than to reason. An aging electorate also tends to give precedence to the demands of the elderly over the prospects of the young.

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L’efficacia della formazione nella prevenzione della corruzione
Making Anti-Corruption Training in the Italian Nhs more Effective
Chiara Rivoiro, Massimo Brunetti

L’articolo presenta una esperienza formativa nell’ambito di un progetto sulla prevenzione della corruzione nel Servizio sanitario nazionale italiano, al fine di identificare le modalità formative più efficaci. L’esperienza nell’ambito del progetto Illuminiamo la salute ha evidenziato diversi elementi per un efficace programma di formazione in questo settore. Il primo è la centralità del sistema di valori alla base dell’attività formativa degli operatori sanitari. Un altro elemento è la partecipazione attiva degli operatori nel processo di formazione, chiamati a trovare soluzioni all’interno dell’ambiente in cui si sono verificati i problemi. Un altro è la decostruzione di quegli elementi consolidati che impediscono la visione di nuove soluzioni. Un ultimo elemento riguarda la progettazione di esperienze mirate al cambiamento e al miglioramento delle organizzazioni del Servizio sanitario, attraverso la discussione di esperienze e di casi studio dei partecipanti.

ENGLISH - The aim of this article is to present the training experience within a project on the prevention of corruption in the Italian national health service. It has been four years since Law 190/2012 was approved, and with this contribution we would like to explore issues related to making training effective. The training experience within this project highlighted different elements to obtain an effective training programme in this area. The first is the centrality in the training process of the system of values at the basis of health professionals’ work. Another element is the active participation of health professionals in the training process: they are asked to find solutions within the environment where the problems occurred. Another is the deconstruction of those consolidated elements that impede the vision of new solutions. A final element relates to the design of training experience in order to change and improve health service organizations, through the discussion of experience and case studies of the participants.

DIBATTITO: Un reddito per tutti?
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Perché occorre prendere sul serio il diritto al reddito
Why we need to take Seriously the Right to an Income
Gianluca Busilacchi.

L’articolo presenta alcune riflessioni sul tema del diritto al reddito a partire dal libro Il reddito di base di Granaglia e Bolzoni (2016). La principale argomentazione esposta è che non vi è sufficiente attenzione al tema del diritto al reddito, che invece, al pari di altri, andrebbe inteso come un diritto di cittadinanza. La prima parte è dedicata a una analisi delle possibili ragioni che determinano questa sottovalutazione, sia sul piano concettuale che su quello politico. La seconda parte dell’articolo si concentra invece sui due principali strumenti di policy che potrebbero garantire tale diritto: il reddito di cittadinanza e il reddito minimo. In particolare vengono illustrate le ragioni che potrebbero giustificare l’istituzione di un reddito di cittadinanza globale e, nell’ultima parte dell’articolo, i limiti delle attuali politiche di reddito minimo europee e i principali nodi aperti nella loro attuazione concreta.

ENGLISH - The article presents some thoughts on the question of the right to an income, drawing on the book Il reddito di base by Granaglia and Bolzoni (2016). The main argument presented is that not enough attention is paid to the right to an income, which should really be regarded as a right of citizenship like any other. The first part analyses the possible reasons why it is downplayed, on both a conceptual and a political level, while the second part concentrates on two main policy instruments that could guarantee this right: the right to a garanteed basic income and the right to a minimum income. It illustrates in particular the reasons that might justify setting up a global basic income and, in the last section, the limitations of present European minimum income policies and the main unsolved problems in putting them into practice.

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Le virtù del reddito di base
The Virtues of a Basic Income
Paolo R. Graziano

Il dibattito intorno alla crisi economica e alle sue conseguenze ha messo in luce le debolezze strutturali di alcuni sistemi di protezione sociale europei. Tra gli altri, il caso italiano si caratterizza per l’assenza di un reddito di ultima istanza (o reddito di base) che possa svolgere una funzione essenziale di ammortizzatore sociale automatico in tempi di crisi. A partire dal volume Il reddito di base (Granaglia e Bolzoni, 2016), l’articolo discute l’importanza di un tale strumento, e in modo particolare del «reddito di cittadinanza», considerandolo come una misura di grande rilevanza per poter rispondere in modo equo ed efficace la duplice sfida rappresentata dalla crisi economica e dalla trasformazione del mondo del lavoro nei paesi europei.

ENGLISH - The debate regarding the economic crisis and its consequences has underlined the structural weaknesses of some European social protection systems. Among them, Italy is notable for its lack of a lastresort (or basic) income that could play an essential role as an automatic social shock absorber in times of crisis. Drawing on the book Il reddito di base (Granaglia and Bolzoni, 2016), the article discusses the importance of a basic income and, more specifically, of a garanteed minimum income as an important policy for responding fairly and effectively to the dual challenge of the economic crisis and the transformation that has occurred in employment in European countries.

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