«Grandi dimissioni», «rifiuto del lavoro» e lotta allo sfruttamento: una rassegna
Cartaceo €
Descrizione
Nella primavera del 2021, negli Stati Uniti, si è assistito ad un aumento vertiginoso di dimissioni volontarie. Da allora il dibattito sulle «grandi dimissioni» (Great Resignation) è diventato internazionale. Questo contributo cerca di gettare luce sul fenomeno attraverso una lettura critica di tre volumi che leggono le «grandi dimissioni» come manifestazione di una radicale insoddisfazione delle condizioni lavorative odierne. Il lavoro non ti ama: o di come la devozione per il nostro lavoro ci rende esausti, sfruttati e soli, di Sarah Jaffe, critica ferocemente la logica del lavorare «per amore» o lavorare «per gioco», smascherandone la radice neoliberista. Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita, di Francesca Coin, oscilla tra due chiavi intepretative: il rifiuto di un certo tipo di lavoro (quello tossico, precario, sotto-pagato) e il rifiuto del lavoro tout court, strizzando l’occhio alla tradizione dell’operaismo trontiano e negriano degli anni sessanta e settanta. Redonner du sens au travail. Une aspiration révolutionnaire, di Thomas Coutrot e Coralie Perez, si interroga sulla possibilità di ridare un senso al lavoro, proponendo in alternativa l’impresa liberata. È apprezzabile che il dibattito sulle «grandi dimissioni» abbia rimesso al centro dell’attenzione il degrado delle condizioni del lavoro di oggi: un punto ormai ineludibile.
Potrebbero interessarti