L’Italia è agli ultimi posti per tasso di occupazione femminile e ai primi per divario di genere. In tutti i paesi europei la genitorialità è associata positivamente allo stato occupazionale degli uomini, mentre rappresenta il principale ostacolo alla piena affermazione lavorativa delle donne: la cura dei figli ha dunque un impatto diverso tra uomini e donne. Nel presente contributo, dopo aver commentato i principali indicatori sull’occupazione per genere e ruolo in famiglia, utilizzando i dati della Rilevazione forze lavoro, si illustreranno alcuni risultati del modulo di approfondimento tematico dell’Istat «Conciliazione lavoro e famiglia», armonizzato a livello europeo (Eurostat) e riferito al 2018, che permetteranno di analizzare come le responsabilità di cura impattano sulla partecipazione al mercato del lavoro in Italia e in Europa. Infine, si presenterà la nuova edizione del modulo europeo inserito nella Rilevazione forze lavoro del 2025, in particolare saranno evidenziate le differenze con il precedente modulo e le novità apportate per tenere conto dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro in seguito alla pandemia.
ENGLISH - Italy ranks among the lowest for female employment rates and among the highest for gender disparity. Across all European countries, parenthood is positively associated with men’s employment status, whereas it represents the main obstacle to women’s full professional achievement. Caring for children thus has a different impact on men and women. After discussing the main indicators of employment by gender and family role, using the latest available data from the Labour Force Survey, this contribution will present some findings from the thematic module of Istat «Work and Family Reconciliation», harmonized at the European level (Eurostat) and referring to 2018. These findings will allow an analysis of how caregiving responsibilities affect labour market participation in Italy and Europe. Finally, the new edition of the European module, to be included in the 2025 Labour Force Survey, will be introduced, with particular emphasis on the differences from the previous module and the innovations implemented to account for changes in work organization following the pandemic.
Le crisi economiche, politiche e sociali portano inevitabilmente alla luce le contraddizioni presenti nei processi di riproduzione sociale. È stato così negli anni ’70 in corrispondenza dello shock inflattivo legato al rialzo del costo del petrolio, poi nel 2007 in coincidenza della crisi economica e finanziaria, e più recentemente nel 2020, con la sindemia da Covid19. Queste crisi, pur diverse nella loro manifestazione, hanno ridefinito i confini tra pubblico e privato, soprattutto attraverso l’arretramento dello Stato, e la conseguente riduzione delle risorse da destinare alle politiche sociali, generando l’aumento delle diseguaglianze, di genere in primis. L’analisi dei settori della cura, per la loro stretta connessione con la riproduzione sociale, è cruciale per indagare più a fondo la società in cui viviamo. Attraverso l’analisi delle retribuzioni, delle differenze retributive di genere presenti e di altri elementi che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore dell’istruzione e in quello sanitario e socio-assistenziale in Europa, questo contributo si propone di interrogare i dilemmi presenti e le prospettive future della cura.
ENGLISH - Economic, political and social crises inevitably bring to light the contradictions present in social reproduction processes. This was the case in the 1970s with the inflationary shock linked to the rise in oil prices, then in 2007 with the economic and financial crisis, and more recently in 2020 with the Covid-19 syndemic. Although different in their manifestation, these crises have redefined the boundaries between public and private, especially through the retreat of the state and the consequent reduction in resourcesallocated to social policies, generating an increase in inequalities, primarily gender inequalities. The analysis of the care sectors, due to their close connection with social reproduction, is crucial for a deeper investigation of the society in which we live. Through the analysis of wages, gender pay gaps and other elements that characterise working conditions in the education, health and social care sectors in Europe, this contribution aims to examine the current dilemmas and prospects of care.
This paper revisits the Purple economy framework, a feminist vision for a gender-equal and caring economic order, amid rising authoritarian pronatalism and neoliberal austerity. Drawing on feminist critiques of market fundamentalism and conservative familialism, it frames gender equality and care as complementary goals. The paper proposes guiding principles for transformative policies aligned with global agendas (Un, 2024; Ilo, 2024), including expanding paid/unpaid care work, promoting men’s caregiving, ensuring decent care jobs, and advancing time justice via shorter working hours. Two main pillars are discussed: (1) building universal care infrastructure with quality jobs; (2) regulating labor markets for care-responsive workplaces and work-life balance. As care becomes ideologically contested – used to reinforce traditional gender roles –, this framework emphasizes caregivers’ rights, quality services, and strategic alignment of care with employment, inclusive growth, and sustainability.
Il contributo analizza il lavoro di cura come elemento strutturale nella produzione e riproduzione delle disuguaglianze di genere, collocandolo all’intersezione tra dinamiche familiari, mercato del lavoro e assetti istituzionali. L’approccio adottato evidenzia come la cura, lungi dall’essere una pratica privata residuale, rappresenti una componente fondamentale dei sistemi di welfare e della coesione sociale. Attraverso l’analisi comparata di dati empirici e l’utilizzo di contributi teorici specifici, il lavoro mette in luce le contraddizioni tra la crescente domanda sociale di cura e la perdurante svalorizzazione simbolica ed economica di tali attività, spesso svolte in condizioni precarie e irregolari. L’articolo sottolinea l’urgenza di un ripensamento delle politiche pubbliche che riconosca la cura come infrastruttura sociale, favorendo una più equa redistribuzione dei carichi tra i generi e una maggiore sostenibilità dei sistemi di protezione sociale.
ENGLISH - The article investigates care work as a structural component in the reproduction of gender inequalities, situated at the intersection of family dynamics, labor markets, and institutional arrangements. Drawing from a sociological and welfare studies perspective, the analysis challenges the framing of care as a residual private activity, emphasizing its central role in social cohesion and welfare systems. Combining comparative empirical evidence with recent theoretical contributions, the study highlights the mismatch between the growing societal demand for care and its continued symbolic and economic devaluation – often reflected in precarious and informal employment conditions. The paper argues for a paradigmatic shift in public policy, framing care as essential social infrastructure and promoting a more equitable distribution of responsibilities between genders, as well as a more sustainable welfare architecture.
L’articolo esplora qualitativamente l’esperienza di cura dei caregiver informali di persone con demenza, facendo riferimento all’etica della cura di impostazione femminista. Si studiano le pratiche quotidiane di assistenza (care) interconnesse con la cura formale (cure). L’obiettivo è studiare come i caregiver affrontano le sfide emotive, fisiche e sociali derivanti dall’assistenza a familiari, creando un ecosistema di supporto che sopperisce alle lacune dei servizi sociosanitari formali. Il lavoro di cura, considerato come un’attività complessa e socialmente irrinunciabile, richiede un impegno significativo spesso non riconosciuto, ma che è fondamentale per garantire il benessere delle persone assistite. La metodologia coinvolge colloqui in profondità a 21 caregiver familiari e 13 operatori sanitari. La cura informale emerge come elemento fondamentale nell’offerta complessiva di assistenza, posizionandosi in uno spazio intermedio tra cure formali e informali che, forte della lay-expertise, sostiene individui più fragili. L’etica della cura, portata avanti dai caregiver, basata sull’interdipendenza e la vulnerabilità, pone le basi per una società che valorizzi e renda visibili gli individui curanti.
ENGLISH - The article qualitatively explores the caregiving experience of informal caregivers of people with dementia, drawing on feminist care ethics. It examines the daily caregiving practices (care) interconnected with formal care (cure). The aim is to study how caregivers navigate the emotional, physical, and social challenges of assisting family members, creating a support ecosystem that compensates for the gaps in formal social and healthcare services. Viewed as a complex and socially indispensable activity, caregiving requires significant commitment, often unrecognized, yet essential to ensure the well-being of care recipients. The methodology includes in-depth interviews with 21 family caregivers and 13 healthcare professionals. Informal care emerges as a cornerstone of the overall care system, occupying an intermediate space between formal and informal care that, leveraging lay expertise, supports more vulnerable individuals. The caregivers’ ethics of care, rooted in interdependence and vulnerability, lays the foundation for a society that values and makes visible the individuals providing care.
Attraverso una ricerca empirica, un’analisi computazionale e un approccio intersezionale, l’articolo prende in esame la figura lavorativa delle donne migranti che prestano attività di cura e di assistenza familiare a persone non autosufficienti. Nel farlo, sommano in sé diversi profili di subordinazione, in quanto donne, in quanto straniere, in quanto bisognose di un salario, in quanto impegnate in un lavoro dequalificato (eppure così importante). Se a ciò aggiungiamo eventuali difficoltà linguistiche, un credo religioso non cristiano, una pelle non bianca e la probabile assenza di capitale relazionale, ne viene fuori un quadro di criticità che contrasta con la funzione sociale svolta da queste lavoratrici: porre rimedio all’assenza italiana di politiche di Long-term care, fornendo un servizio che sia contemporaneamente professionale e familiare.
ENGLISH - By the means of an empirical survey, a computer-based analysis and a cross-sectional approach, the article deals with migrant women working as carers for non-self-sufficient persons. They are women, migrants, in need of wages and performing low-skilled work. In some cases, they do not know Italian, they are not Christians, and they do not have white skin. They are alone. Yet, they do a vital job, because they remedy the absence of Long-Term Care policies, providing both a professional and «family-oriented» service.
La legge 53/2000 ha introdotto strumenti innovativi per conciliare vita e lavoro, promuovendo pari opportunità e congedi parentali condivisi. Tuttavia, in un contesto segnato da precarietà, tagli al welfare e diseguaglianze persistenti, la sua applicazione è rimasta par ziale. Le donne italiane continuano a essere penalizzate da occupazioni precarie, carichi di cura non condivisi e servizi pubblici insufficienti. Misure concrete di conciliazione vitalavoro sono promosse dalla contrattazione di secondo livello: flessibilità oraria, smart working, congedi parentali integrati, permessi aggiuntivi, bonus economici. Sebbene le soluzioni siano spesso pensate per le madri, cresce l’attenzione verso la genitorialità condivisa. Ad essere sottolineata è la necessità di una cultura contrattuale sensibile al genere, che affronti anche gap salariali, riconoscimento professionale e salute delle donne.
ENGLISH - Law 53/2000 introduced innovative tools to reconcile work and family life, promoting equal opportunities and shared parental leave. However, due to economic instability, welfare cuts, and persistent inequalities, its application has remained partial. Italian women continue to be penalized by precarious employment, unequal distribution of care work, and insufficient public services. Concrete tools for work-life balance are promoted through second-level bargaining: flexible working hours, smart working, integrated parental leave, additional leave, and financial bonuses. Although solutions are often designed for mothers, attention to shared parenting rises. There is a need for gender-sensitive contractual culture that also addresses wage gaps, professional recognition, and women’s health.
Le attività di assistenza alle persone anziane e non autosufficienti in generale rappresentano ormai uno degli ambiti di maggiore domanda di lavoro ma anche quello in cui continuano a perdurare critiche condizioni di lavoro. Questa attività di lavoro viene interpretata dalle famiglie non come tale. A tale criticità si aggiunge quella specifica dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e della difficile applicazione delle norme contrattuali. Il caso dello sportello badanti dell’Unione dei Comuni del Chianti costituisce a questo riguardo un interessante caso di riflessione sulla portata di tali criticità e del loro tentativo di superamento.
ENGLISH - Caregiving for the elderly and those who are not self-sufficient in general now represents one of the sectors with the greatest labor demand, but also one in which challenging working conditions persist. This job is often perceived as not being such by the employer families. Added to this critical aspect is the specific challenge of matching labor supply and demand, and the difficulty to respect contractual regulations. The case of the caregivers’ help desk at the Union of Chianti Municipalities offers an interesting case study to reflect on the extent of these problems and the attempts to overcome them.
Il contributo si propone di analizzare i concetti di lavoro di cura e intersezionalità. In Latino America e nei Caraibi, il tema della cura è divenuto oggetto di elaborazione teorica e di una specifica attenzione accademica nel corso degli ultimi vent’anni. L’intersezionalità viene qui assunta come categoria teorico-metodologica, che, in questo articolo, sarà analizzata adottando la prospettiva di Mara Viveros Vigoya, al fine di interrogare le pratiche di cura svolte dalle lavoratrici domestiche, intese come espressione di un intreccio di relazioni di dominio storicamente costruite.
ENGLISH - This article addresses the concepts of caring tasks and intersectionality. In Latin America and the Caribbean, the topic of caring has received specific academic attention over the past two decades. Intersectionality emerges as a theoretical and methodological category that, in this paper, will be analyzed from Mara Viveros Vigoya’s perspective to reflect on the care tasks performed by domestic workers as part of a historically constructed web of domination.
In un contesto globale segnato da guerre, tensioni geopolitiche, disuguaglianze crescenti e crisi climatica, il modello neoliberista continua a dominare grazie alla capacità di adattarsi, sfruttando le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti globali. L’Europa d’altro canto attraversa una fase di crisi profonda: divisa politicamente, in difficoltà economicamente, incapace di affrontare le sfide globali. La Cgil reagisce proponendo una nuova centralità del lavoro e anche attraverso i referendum ha rilanciato il valore del lavoro dignitoso come fondamento democratico e sociale, sollecitando una nuova stagione di investimenti sostenibili, inclusivi e innovativi. Contrastare la precarietà, ridare senso e dignità al lavoro, affermare il diritto alla cittadinanza rappresentano elementi costitutivi dell’iniziativa e della battaglia del sindacato. Il referendum va considerato dentro questo percorso. Non si è raggiunto il quorum per abrogare leggi sbagliate approvate nel corso degli anni da governi di diverso segno politico. Ma il solco aperto dall’iniziativa referendaria non può essere né sottovalutato né rappresentare una spiacevole parentesi. Tutt’altro: rappresenta un patrimonio importante su cui investire per il futuro della Cgil.
ENGLISH - In a global context marked by wars, geopolitical tensions, growing inequalities, and the climate crisis, the neoliberal model continues to dominate thanks to its ability to adapt, exploiting technological innovations and global changes. On the other hand, Europe is going through a period of deep crisis: it is politically divided, in economic difficulty, and unable to face global challenges. The Cgil is responding by proposing a new focus on labour and, through referendums, has relaunched the value of decent work as a democratic and social foundation, calling for a new season of sustainable, inclusive, and innovative investment. The union’s battle consists of combating precariousness, restoring importance and dignity to work, and affirming the right to citizenship. The referendum should be considered part of this process. The quorum required to repeal flawed laws passed over the years by go vernments of different political attitude has failed. However, the cleavage opened up by the referendum initiative should not be underestimated or considered merely an unfortunate episode. On the contrary, it represents an important asset in which to invest for the future of the Cgil
La legge sull’autonomia differenziata 186/2024 che prevedeva la devoluzione delle norme generali dell’istruzione è stata pesantemente ridimensionata dalla Corte costituzionale. Abbiamo sempre sostenuto che le norme generali dell’istruzione, inquadrate nella complessità dei diritti e delle libertà declinate con chiarezza nella nostra Costituzione, non potevano essere regionalizzate, pena la rottura della coesione sociale, della universalità e unitarietà del fondamentale diritto all’istruzione, la messa in discussione di diritti e tutele omogenee per il personale scolastico. Siamo anche consapevoli che il fiume carsico della secessione e della devoluzione tornerà ancora come accaduto negli ultimi trent’anni e che la Flc Cgil sarà pronta ad affrontarlo con grande determinazione.
ENGLISH - Law 186/2024 on Differentiated Autonomy, which provided for the devolution of general education regulations, has been significantly retrenched by the Constitutional Court. We have always maintained that general education principles, within the complex theoretical framework of right and freedoms clearly set out in our Constitution, could not be regionalized; otherwise, there would be a breakdown in social cohesion, in the universality and unity of the fundamental right to education, and a precariousness of rights and uniform protections for school staff. We are also aware that the «karst river» of secession and devolution will return, as it has done over the last thirty years, and that the Flc Cgil will be ready to face it with great determination.
A partire da Il suicidio di Israele di Anna Foa (2024), il contributo riflette sulla profonda crisi dello Stato israeliano dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, inserendo la tragedia in un più ampio contesto di guerra, repressione interna e derive autoritarie. Ad essere denunciato è il massacro dei civili a Gaza, la repressione del dissenso, l’indebolimento della democrazia israeliana e il crescente isolamento internazionale. Il 7 ottobre ha segnato un punto di svolta: la possibilità di una soluzione a due Stati si allontana sempre più, lasciando spazio a una guerra permanente che colpisce soprattutto i più vulnerabili. Continuare su questa strada significa condannare i palestinesi a una sofferenza senza fine e Israele a una pericolosa insicurezza destinata a durare nel tempo.
ENGLISH - Starting with Anna Foa’s Il suicidio di Israele (Israel’s Suicide, 2024), the article reflects on the profound crisis of the Israeli state after the Hamas attack on October 7, 2023, and places the tragedy in a broader context of war, internal repression, and authoritarian tendencies. It denounces the massacre of civilians in Gaza, the repression of dissent, the weakening of Israeli democracy, and growing international isolation. October 7 marked a turning point: the possibility of a two-state solution is receding further, leaving room for a permanent war that affects the most vulnerable above all. Continuing down this path means condemning the Palestinians to endless suffering and Israel to a never-ending dangerous insecurity.
Il contributo propone un commento critico al libro di Anna Foa, Il suicidio di Israele (2024), di cui si valorizzano il coraggio civile e la profondità dell’analisi storica. Lontano da un approccio ideologico, il saggio della Foa è interpretato come una riflessione lucida sulle derive politiche e morali dello Stato israeliano. Particolarmente condivisa è l’impostazione che restituisce la complessità del sionismo nelle sue diverse declinazioni, mettendo in luce le fratture originarie all’interno del progetto nazionale israeliano. La scelta del titolo viene letta come un gesto consapevole di allarme e responsabilità, in un contesto segnato dalla crescente radicalizzazione del governo israeliano. Il commento si conclude con un appello implicito alla responsabilità collettiva: fermare tale deriva non è solo un’urgenza per Israele, ma una questione cruciale per l’intero Occidente.
ENGLISH - The article offers a critical commentary on Anna Foa’s essay, Il suicidio di Israele (The Suicide of Israel, 2024), praising its civic courage and depth of historical analysis. Far from an ideological approach, Foa’s book is interpreted as a lucid reflection on the political and moral drifts of the Israeli state. Particularly noteworthy is the approach that restores the complexity of Zionism in its various forms, highlighting the original cleavages within the Israeli national project. The choice of title is considered a conscious gesture of alarm and responsibility, in a context marked by the growing radicalization of the Israeli government. The commentary concludes with an implicit appeal to collective responsibility: stopping this drift is not only urgent for Israel, but a crucial issue for the entire Western world.