Nel presentare il tema del numero della rivista, dedicato al Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil, l’articolo sottolinea l’importanza del tentativo di rielaborazione strategica effettuato dall’organizzazione sindacale, che interloquisce con le priorità dell’agenda economico- politica, cercando di rimettere al centro delle nostre società il lavoro.
Un’intervista al segretario generale della Cgil sul ruolo del sindacato come "soggetto politico" e sul Piano del Lavoro
Il testo presenta un’analisi articolata e approfondita della proposta della Cgil, della sua ispirazione, dei suoi obiettivi principali, dei suoi pilastri, degli strumenti più idonei per la sua realizzazione e del ruolo che deve giocare la contrattazione collettiva.
Osservando le analogie tra l’attuale crisi economica e la grande depressione degli anni ’20, il testo riflette sulla debolezza delle strategie e delle politiche dei paesi europei nell’affrontare il calo della domanda ma soprattutto i problemi strutturali che oggi li affliggono.
Il testo riflette sulla necessita di un intervento pubblico focalizzato sull’identificazione delle condizioni di un nuovo modello di sviluppo che faccia perno sulla «piena e buona occupazione» e su un «Piano straordinario per la creazione diretta di lavoro per giovani e donne».
Una riflessione comparata tra l’odierno Piano del Lavoro e quello presentato da Giuseppe Di Vittorio nel 1949 in occasione del secondo Congresso della Cgil, una proposta di politica economica nazionale volta a guidare la modernizzazione del paese coniugando regole democratiche e sviluppo.
Il saggio analizza alcune possibili soluzioni alla crisi con un ruolo della finanza al servizio delle esigenze dell’economia reale, in una corretta relazione con il lavoro, la produzione e il risparmio.
La politica economica, e più in particolare la politica industriale, diventano necessarie non solo per determinare una crescita del reddito soddisfacente, ma anche per migliorare le condizioni del lavoro e uno degli interrogativi chiave da porsi riguarda quali siano le politiche economiche adeguate per conseguire gli aumenti di reddito nelle economie a minore contenuto tecnologico, senza subire questo vincolo.
Se per un certo periodo il tema delle politiche di attivazione ha guardato principalmente all’integrazione con i servizi sociali, con la cura e conciliazione, con la formazione continua e professionale, oggi occorre allargare lo sguardo anche a quelle politiche che sono in grado di incidere sulla creazione diretta di occupazione per creare il giusto mix per il welfare di domani
L’analisi di Travaglini si concentra sui fattori che assicurano nel tempo una buona occupazione congiuntamente a una alta produttività.
Tra maggio e giugno 2012 la Cgil, in collaborazione con il settimanale Internazionale, ha promosso la realizzazione dell’indagine Storie precarie, finalizzata a comprendere e descrivere le esigenze e le difficoltà dei lavoratori precari. Il contributo raccoglie i principali risultati.
La riflessione di Guglielmo Epifani sul Nuovo Piano del Lavoro della Cgil, segno concreto di come si possa e si debba cambiare, senza attendere che l’inerzia dei processi determini il nostro futuro, senza rassegnarsi e considerare i giovani d’oggi la generazione perduta di questo inizio millennio
Il commento di Sebastiano Fadda sul Nuovo Piano del Lavoro proposto dalla Cgil che per tutelare gli interessi dei lavoratori si interessa delle politiche economiche destinate a incidere sulle variabili economiche da cui il livello di occupazione dipende.
Il testo offre uno schema di riferimento basato sia sulle tendenze puramente demografiche sia sull’evoluzione dei comportamenti, nei confronti della partecipazione al mercato del lavoro, delle principali categorie della popolazione in età lavorativa in modo da poter mettere analizzare in questa cornice alcuni dei contenuti del Piano della Cgil
Il commento di Giorgio Benvenuto alla luce di un’articolazione dell’azione sindacale che non può essere solo la tutela dell’esistente, ma deve essere capace di immaginare quel che non esiste ancora, ma che esisterà: le riforme.
Un contributo alla riflessione su una ripresa del sviluppo economico e sociale intensa e duratura in cui la collaborazione cognitiva alla gestione delle aziende e la stabilità occupazionale a essa conseguente possono aprire la strada a una nuova fase di progresso economico e sociale.
Il commento di Mazzanti e Pini si concentra su una questione di carattere generale ovvero su come si colloca un piano per il lavoro in questa Europa o nell’Europa che vogliamo e, nello specifico, sul ruolo della green economy e sulla questione del salario e della contrattazione sul salario.
Per un Nuovo Piano del Lavoro, testo integrale.
Una concisa antologia che racchiude alcuni esempi della riflessione collettiva sulla quota di ricchezza devoluta ai salari, specie per ciò che concerne l’applicabilità del salario minimo europeo e l’idea, particolarmente discussa nell’area vicina al Labour britannico, della pre-distribution.