QRS N. 3/2008
Luglio-Settembre 2008
Descrizione
  • Democrazia nell'Italia di mezzo
  • Cultura del merito
  • La nuova Confederazione americana
TEMA - Democrazia e rappresentanza sociale nell’era post-ideologica
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Introduzione. Dopo il primato della politica
Riccardo Terzi

Nel programma di lavoro che ha preparato la Conferenza di organizzazione della Cgil, lo Spi ha voluto inserire un momento di riflessione intorno ad alcuni nodi teorici e strategici, organizzando un confronto sul tema Democrazia e rappresentanza sociale nell’era post-ideologica. È un titolo piuttosto ambizioso e impegnativo. Ma credo che sia giusto il proposito di gettare uno sguardo oltre il contingente per mettere a fuoco il contesto, storico e culturale, nel quale siamo immersi, e per misurare gli effetti di questo «passaggio d’epoca» che si sta consumando su scala mondiale. ...

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Democrazia e rappresentanza del lavoro. La «narrazione post-ideologica» e la «narrazione neolaburista»
Antonio Cantaro.

Storicamente in Europa la rappresentanza sindacale sorge e si struttura a partire da due postulati forti e, a lungo, vissuti come non contraddittori e autoevidenti. Il primo è quello di una naturale, ovvia, strutturale dicotomia di interessi economici e sociali tra imprenditori e lavoratori. La componente, per così dire, conflittuale e marxista della rappresentanza. Il secondo è che nel vivo dei conflitti concreti tra datori di lavoro e prestatori d’opera la contrapposizione tra capitale e lavoro possa e debba trovare un punto di com- promesso e di formalizzazione. ...

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Rappresentanza sindacale e rappresentanza politica. Brevi note su un rapporto necessariamente complesso
Ida. Regalia

Il tema del rapporto tra rappresentanza degli interessi e rappresentanza politica, o più semplicemente tra sindacato e politica, è sempre stato di quelli che suscitano una certa irritazione1, salvo che nei momenti in cui tutto appare chiaro e consolidato, o per coloro che nutrono incrollabili certezze. E ciò sia tra quanti auspicano che il sindacato si limiti a fare il «suo mestiere», e che quindi non abbia a immischiarsi nella politica, sia tra quanti ritengono che il «mestiere del sindacato» non possa non avere anche un risvolto, una rilevanza politici – sul cui significato peraltro...

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L’era post-ideologica: senza la dissoluzione delle ideologie
Cesare Pinelli

Parlare di «democrazia e rappresentanza sociale nell’era post-ideologica» richiede prima di tutto un chiarimento su un termine evocativo ma carico di ambiguità, quale «era post-ideologica», in secondo luogo richiede di interrogarsi sul significato che, in quell’era, democrazia e rappresentanza sociale possono avere o hanno già avuto: nel primo caso si tratterà di immaginare un futuro, nel secondo cercare di descrivere una realtà vicina, ma già trascorsa. Il compito – come si vede – è impegnativo, e induce a procedere per approssimazioni successive.

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Percorsi democratici nell’Italia di mezzo
Francesco Ramella

Negli ultimi anni si è assistito a una ripresa del dibattito sulla democrazia. Si tratta di un problema affrontato da diverse angolazioni, ma che vede nella concezione della cittadinanza e della rappresentanza sociale un punto di snodo particolarmente delicato. Qual è il ruolo dei cittadini nelle democrazie mature? A questo interrogativo gli scienziati sociali tendono a dare risposte differenti, che colgono aspetti parziali e talvolta contraddittori dei mutamenti in atto. C’è, ad esempio, chi intravede una crisi tendenziale della cittadinanza democratica. ...

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Dalla coscienza di classe alla coscienza di luogo. Parole chiave per una nuova rappresentanza sociale
Aldo Bonomi

Penso che le questioni della rappresentanza sociale e politica siano da sottrarre a un dibattito che vede contrapposte, l’un contro l’altra armate, le due posizioni di chi sostiene che ormai viviamo in un’epoca post-ideologica e di chi, viceversa, ritiene che il tema del lavoro e della sua rappresentanza sia tutt’ora da declinare dentro i recinti istituzionali tradizionali. Sono convinto che esista un terreno intermedio che ci consenta, nel medesimo tempo, di prendere atto del salto di paradigma rappresentato dalla globalizzazione e, nel contempo, di uscire dalle secche «dell’ideologia...

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Ruolo e funzioni del terzo settore
Maria Guidotti

Tra i rischi della globalizzazione c’è quello dello svuotamento del senso e delle identità delle persone. Persone considerate esclusivamente come consumatori, destinatari finali di scelte sempre più originate da elite politiche, economiche e sociali. La persona è privata del suo ruolo di cittadino, di protagonista della vita sociale e politica. È chiamata solo a ratificare mediante strumenti che si diffondono sempre di più, tra l’altro perdendo gran parte del loro significato, come i referendum o le primarie, che se decontestualizzati da più organiche e complesse forme di partecipazione...

FONDAZIONE GIUSEPPE DI VITTORIO
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Tra la via Riken e l’Europa. Lavoro scientifico, organizzazione della ricerca, cultura del merito, valorizzazione del talento
Vincenzo Moretti

Come organizzare il genio, premiare il merito, riconoscere il talento? Definire percorsi e strategie, adottare buone pratiche per sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione? Sviluppare reti e relazioni virtuose tra università, istituzioni di ricerca, sistemi di impresa? Apprendere da esperienze e modelli di successo in Europa e nel mondo? E ancora. Sono i processi attivati dalle persone con le loro idee, il loro talento, il loro lavoro, la qualità e la quantità delle loro relazioni, connessioni, interazioni, a determinare la storia e il carattere, i successi e i fallimenti...

TENDENZE
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La nuova Confederazione sindacale delle Americhe
Nana Corossacz

Alla fine dell’aprile 2008 a Città del Panama, la Orit (Organizzazione regionale interamericana del lavoro) e la Clat (Centrale latino-americana dei lavoratori), le due più grandi organizzazioni regionali di lavoratori delle Americhe, con più di cinquanta anni di storia alle spalle, si sono sciolte per fondare la Confederazione sindacale dei lavoratori e delle lavoratrici delle Americhe (Csa). ...

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L’instabilità occupazionale come dispositivo disciplinare
Marcello Pedaci.

Esiste ormai una vasta letteratura sulle conseguenze umane e sociali dei processi di flessibilizzazione del lavoro, in particolare del diffondersi dei rapporti di impiego non-standard1. Molteplici sono gli aspetti che sono stati investigati con diversi approcci, metodi, obiettivi, desideri. Importanti sono innanzitutto quegli studi, in prevalenza economici, che adottano una prospettiva macro e cercano di comprendere quali siano, nei diversi paesi/contesti istituzionali, le conseguenze dell’incremento della flessibilità (intesa come minori vincoli alle assunzioni temporanee,...

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Il Trattato modificativo di Lisbona. Per l’Unione Europea un nuovo processo di ratifica
Silvana Paruolo

Nel giugno 2008, al «no» dei francesi e degli olandesi si è aggiunto quello nel referendum irlandese sul Trattato modificativo di Lisbona. Cosa collega questi «no»? A mio avviso, la necessità di più Europa: ma un’Europa profondamente riformata, a partire dalle sue attuali modalità di spesa, e impegnata – innanzitutto – nella costruzione di uno «spazio sociale» (insieme coerente di politiche, diritti e responsabilità sociale delle imprese, e relazioni industriali) europeo e mondiale. ...

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Cgil e Cisl: modalità d’azione e culture organizzative
Stefano Vanni

Fa parte della storia del movimento sindacale rilevare che le idee della Cgil e della Cisl su come attuare i processi democratici sono abbastanza diverse. Il recente accordo unitario sulla materia ha dimostrato che è possibile, sui processi democratici, fare passi avanti e trovare nuove convergenze nel movimento sindacale. Lo scopo di questo contributo, che prende a riferimento le due principali organizzazioni sindacali, è offrire elementi utili per una riflessione. ...

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